Tutta questione di scelte. Quella firma arrivata sul gong del calciomercato. E la voglia di ritornare a Castellammare, luogo del cuore per Adriano e la sua famiglia. Come un puzzle, tutto si è incastrato nel migliore dei modi. “Seguivo la Juve Stabia anche da lontano. Questa città mi ha dato tanto. Ho notato che la gente aveva perso l’entusiasmo. E allo stadio i tifosi erano sempre meno. Mi sono rimesso in gioco, perché a 36 anni e dopo un periodo fuori rosa avevo qualche dubbio sulla mia condizione fisica. Adesso sono felice, abbiamo regalato un sogno alla città e la gente è tornata allo stadio. Questa promozione è tutta per loro”.
La magia di Castellammare. Qualcosa è successo per davvero. Una stagione incredibile. Juve Stabia prima in classifica nel girone C dalla terza giornata, con la miglior difesa della Serie C (16 gol subiti in 34 gare) e il secondo miglior attacco (57 gol fatti). Una sola sconfitta in campionato finora: “Il merito è di tutti, abbiamo vissuto un’annata spettacolare. La squadra ha dimostrato valori importanti. Sono stato fortunato a segnare il gol che è valso la promozione contro la Vibonese. Senza l’aiuto della squadra non ce l’avrei mai fatta”. Sei reti in stagione per Mezavilla. Tutte decisive. Da quella in pieno recupero, che ha regalato i tre punti alla Juve Stabia contro il Trapani in Sicilia, alla doppietta che ha capovolto la partita contro la Sicula Leonzio permettendo alla squadra gialloblù di giocarsi la promozione al Menti.
Figlio di Castellammare, ma con il cuore carioca. Il centrocampista è infatti nato in Brasile. E da lì è partita la sua carriera: “Mio padre era un calciatore e mi ha sempre sostenuto. Ho iniziato nella Primavera del Noroeste, poi l’agente che avevo mi portò in Italia insieme ad altri ragazzi. Sostenemmo alcuni provini in squadre dilettantistiche, prima di arrivare al Lanciano di Castori. Il presidente Ezio Gregucci mi chiese di restare e insieme a me anche Ferreira Pinto. Poi quel procuratore ci abbandonò e rimanemmo soli in Italia. La mia famiglia, nonostante le difficoltà, mi raggiunse. Fu molto importante per me in quel periodo”.
Dopo i 4 anni in Serie C, nel gennaio 2005 arriva l’occasione Catania. E in Sicilia Mezavilla incontra l’attuale direttore sportivo della Juve Stabia Ciro Polito. In quella squadra c’era anche Fabio Caserta, suo allenatore oggi in gialloblù: “Ero giovanissimo, avevo 22 anni e Ciro era già parte integrante del gruppo. Con Caserta, invece, eravamo compagni di reparto e pure di stanza. Ho esordito in B… grazie a lui. Contro il Genoa, in trasferta, doveva giocare Fabio. Ma poi si infortunò e tocco a me partire dall’inizio”.