Rafa Marquez dice addio al calcio: "Sono soddisfatto"
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Data: 22/07/2018 -

Rafa Marquez dice addio al calcio: "Sono soddisfatto"

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Dopo il suo quinto Mondiale, record condiviso con Buffon e Matthäus oltre al connazionale Carbajal, Rafa Márquez annuncia l'addio al calcio a 39 anni.
Dopo il suo quinto Mondiale, record condiviso con Buffon e Matthäus oltre al connazionale Carbajal, Rafa Márquez annuncia l'addio al calcio a 39 anni.

E' un giorno storico per il calcio messicano. Il mito, la leggenda si ritira. Rafa Marquez, El Gran Capitan, dice basta a 39 anni e dopo una carriera ad altissimi livelli: 5 Mondiali giocati con il Messico, 2 Champions League, 4 Liga, 1 Coppa del Rey, 1 Supercoppa spagnola, 1 Supercoppa Uefa, 1 Ligue 1, 1 Coppa Intercontinentale, 2 Campionati messicani, 2 Gold Cup e 1 Confederations Cup. Un gigante.

Eh sì gigante in bacheca, ma anche in campo dove ha giganteggiato in tutta Europa dagli inizi al Monaco al Barcellona (dove ha vinto tutto quello che c'era da vincere), al resto del mondo con le maglie dei New York Red Bulls, Leòn, Hellas Verona e, infine, Atlas. Nel club di Guadalajara ha chiuso la carriera e ha detto basta dopo 547 partite, 21 gol e 26 assist.



Numeri, nei club, da campione che aggiunti a quelli con la maglia del suo Messico rendono l'idea di quanto sia stata leggendaria la sua figura, in Messico e non solo. 148 presenze e 19 gol con la sua nazionale, terzo posto all-time in materia di presenze in Nazionale a pari merito con Pardo e Torrado, praticamente due coetanei che avevano già detto basta. I cinque Mondiali disputati in carriera un record che Marquez condividerà con Antonio Carbajal e a Lothar Matthäus, trio al quale si aggrega anche Gigi Buffon (sebbene non fosse sceso in campo nel 1998). Un traguardo raggiunto solo poche settimane fa, in Russia, dopo aver disputato le ultime gare con l’Atlas e aver risposto alla convocazione del Ct Osorio.

Tante gioie e anche una 'macchia' nella sua lunghissima e vincente carriera. Il capitano del Messico, infatti, durante i Mondiali di Russia 2018 non ha potuto indossare le maglie da allenamento dei suoi compagni né bere dalle stesse bottigliette. Oltre a questo non poteva essere nominato “Uomo partita” dalla FIFA, né essere intervistato davanti ai cartelloni pubblicitari che normalmente fanno da sfondo alle interviste. Questo perché, dall'agosto del 2017, è nella blacklist del dipartimento del Tesoro statunitense per il suo presunto coinvolgimento in una operazione di riciclaggio di denaro proveniente dai cartelli del narcotraffico messicani. La conseguenza principale è che i marchi e le banche statunitensi non possono avere alcun tipo di relazione commerciale con lui. Non è mai stato formalmente incriminato, ma la legge americana non è molto transigente su questo argomento, per questo lui porta avanti da un anno una battaglia legale con il dipartimento del Tesoro statunitense.

Un dispiacere che però non gli ha permesso di non volare in Messico e disputare il suo quinto Mondiale e chiudere così una carriera dio altissimo profilo come si deve. Le sue ultime parole da calciatore (ora farà il dirigente all'Atlas) le ha affidate ad un tweet dove ha detto: "Sono stati 22 anni di carriera in cui sono soddisfatto di aver fatto molti sacrifici, sforzi, errori, successi e di conseguenza ho provocato tristezza, a volte delusioni, ma nella maggior parte dei casi gioie".

Tags: Nazionali



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