Aveva lasciato i figli in macchina per giocare alle slot e la moglie a prostituirsi, arriva la condanna

L'epilogo di una brutta vicenda che ha per protagonista una famiglia residente nel cremonese.

Aveva lasciato i figli in macchina per giocare alle slot e la moglie a prostituirsi, arriva la condanna
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Lasciava i figli in macchina (denutriti e con tracce di cocaina nel sangue) per giocare alle slot, e gestiva un giro di prostituzione con il figlio maggiorenne e la moglie, da Manerbio a Orzinuovi nel Bresciano. La Compagnia Carabinieri di Verolanuova al termine di un’articolata attività di indagine ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Brescia su richiesta della locale Procura, nei confronti di una famiglia di origine rumena (padre, compagna convivente e figlio maggiorenne dell’uomo), residente in provincia di Cremona, accusati di gestire un giro di prostituzione lungo.

La vicenda

Il rumeno, classe 1973, pluripregiudicato, e la convivente, erano balzati agli onori della cronaca nel novembre del 2017, quando i militari della Compagnia di Verolanuova li avevano denunciati a piede libero per abbandono di minori: avevano soccorso i figli della coppia, uno di poco meno di un anno e la sorellina di due anni e mezzo, abbandonati in un'auto parcheggiata davanti ad una sala slot mentre l’uomo era intento a giocare all’interno mentre la madre si trovava in altra località della zona. Le bambine erano denutrite, e sono risultate poi positive alla cocaina (evidentemente assunta accidentalmente), motivo per il quale nell’ottobre del 2018 il Tribunale per i Minorenni aveva optato per la loro adozione con decadenza della potestà genitoriale.

Le indagini

Le indagini sono state avviate nell’estate del 2018, quando ormai la potestà genitoriale era irrimediabilmente compromessa. Padre e figlio però avevano ripreso a tutti gli effetti la gestione della prostituzione lungo la SP668. Inizialmente impossessandosi nuovamente del territorio con minacce e aggressioni a due prostitute che, nel periodo della loro assenza, avevano iniziato a esercitare il meretricio a Offlaga e San Paolo. Le donne furono costrette con la forza ad andare via per lasciare il posto alle “sostitute” gestite dai due, circa sei, tra le quali anche la convivente del capofamiglia. In un caso inoltre la madre dei due bimbi al termine della giornata sulla statale, aveva portato un cliente in abitazione per un rapporto sessuale ma si era trovato di fronte al protettore che, dietro minacce e armato di un bastone, gli aveva rubato tutto il denaro.

La condanna

Ieri mattina si è tenuto l’interrogatorio del Gip in carcere con conferma delle misure di custodia cautelare con l’accusa di estorsione, rapina e sfruttamento della prostituzione per il capo famiglia, sfruttamento della prostituzione per il figlio maggiorenne e rapina per la convivente.

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