Votiamo SI al referendum contro il nucleare!
Il 12-13 giugno 2011 andiamo a votare per i referendum sul nucleare, sull’acqua pubblica e sul legittimo impedimento.
Faremo degli approfondimenti in proposito. Oggi tocca al nucleare.
Ecco perché dobbiamo andare a votare e perché dobbiamo votare SI.
Ce lo spiega in un interessante articolo il professor Angelo Baracca (fisico, docente presso l’Università di Firenze) tratto dal libro L’Italia torna al nucleare? Ringraziamo il professor Baracca per la disponibilità, e per la chiarezza con la quale ha saputo spiegare le problematiche, particolarmente complesse, relative all’energia nucleare.
Fermiamo questa folle corsa verso il nucleare, facciamo la nostra parte. Votiamo e facciamo votare SI!
Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra
di Angelo Baracca – L’Italia torna al nucleare?, Milano, Jaca Book, 2008
1. L’Italia ha bisogno delle centrali nucleari?
Premessa: le centrali nucleari producono solo energia elettrica, che è meno di un quinto dei consumi totali di energia praticamente in tutti i paesi. La domanda di energia elettrica presenta notevoli oscillazioni in diverse ore del giorno, con picchi e minimi della domanda, oltre che variazioni stagionali, o in situazioni eccezionali (ondate di freddo o di caldo).
1.1 – È vero che l’Italia importa energia elettrica, a prezzi molto bassi, dalla Francia, ma anche dalla Svizzera e l’Austria: ma perché?
In realtà l’Italia ha un’eccedenza di potenza elettrica installata rispetto alla domanda superiore a tutti i paesi europei: nel 2008 potenza installata 96.670 MW a fronte di 56.800 MW di domanda, eccedenza 41 % (superiore al 2006: 88.300 MW contro 55.600 MW, eccedenza 37 %).
Ma il sistema elettrico italiano è inefficiente, da quando il settore è stato privatizzato i costi dell’energia elettrica in Italia sono tra i più alti d’Europa, per cui conviene mantenere delle centrali spente o a basso regime e comperare energia dall’estero: gli imprenditori hanno convenienza a costruire nuovi impianti a gas, redditizi anche se funzionano a pieno carico pochi mesi all’anno.
Da parte sua la Francia, con la scelta di produrre il 78 % dell’energia elettrica dal nucleare (ma tutti i governi francesi si sono ben guardati dal privatizzare Edf, Electricité de France) ha un sistema elettrico molto rigido: le centrali nucleari non si possono regolare per seguire la variazione della domanda con la flessibilità degli altri sistemi di generazione, per cui per coprire la domanda di piccola Francia produce in ore di minimo un surplus di energia elettrica, che vende a prezzi molto bassi. Per contro, in situazioni eccezionali deve comperare energia che, essendo energia di picco, paga molto cara (anche se il bilancio è positivo). Peraltro la Francia importa più petrolio dell’Italia, ed ha anzi i consumi di petrolio pro capite più alti d’Europa. Il nucleare quindi non ha nulla a che fare con la bolletta petrolifera! (La Francia importa meno gas di noi: ma questo è legato al fatto che, per sostenere la produzione elettronucleare, utilizza ancora il riscaldamento domestico elettrico).
1.2 – L’Italia quindi non ha urgente bisogno di più energia elettrica: dai dati precedenti risulta che sono stati installati in soli due anni (2206 – 2008) nuovi impianti a gas per 8.370 MW, molto più dei 6.400 MW delle 4 centrali nucleari che il governo vorrebbe costruire, con costi enormemente superiori, e in non meno di 10 anni dall’avvio dei lavori, previsti per il 2012-2013!
La Germaniaè leader mondiale nell’energia solare; anchela Spagnaha incentivato le energie rinnovabili, sviluppando capacità tecnologiche e commerciali. L’Italia rimane il fanalino di coda nelle energie rinnovabili. Ed è il paese degli sprechi: enormi sprechi pubblici di energia – dal sistema di trasporto su gomma e le autostrade, al deplorevole isolamento degli edifici, all’agricoltura – la cui razionalizzazione ed eliminazione costituirebbe la maggiore fonte di energia, con grandi vantaggi economici, ambientali, occupazionali e sociali!
1.3 – Costi e tempi di costruzione delle centrali nucleari sono fuori controllo. Il reattore francese epr in costruzione a Olkiluoto (Finlandia) avrebbe dovuto entrare in funzione nel 2009, con un costo di circa 3 miliardi di Euro: ma la sua costruzione ha incontrato una quantità enorme di problemi tecnici, che hanno allungato i tempi di costruzione di almeno 3 anni (oggi si prevede fine 2012), e quasi raddoppiato i costi (più 2 miliardi e mezzo ad oggi). Analoghi problemi si sono presentati per l’altro reattore in costruzione a Flamanville (Francia).
I ritardi e l’aumento dei costi dei reattori epr in costruzione in Finlandia e in Francia sono attribuibili in grande misura all’inadeguatezza delle imprese di quei paesi per soddisfare i requisiti tecnici eccezionali richiesti per il nucleare (saldature, acciaio, cemento, ecc.), rispetto agli altri impianti. Si può immaginare come le imprese italiane sarebbero in grado di soddisfare questi livelli tecnologici (ricordate l’Italcementi, che ha fornito cemento scadente per le grandi opere!), e quindi i ritardi e gli aumenti dei costi diventerebbero ancora maggiori:la Spagnaha senza dubbio coinvolto maggiormente la propria industria, sostenendo costi enormemente inferiori con maggiore profitto. Ricordiamo che le tratte dell’Alta Velocità ferroviaria in corso di realizzazione in Italia hanno costi tra le 5 e le 10 volte superiori alle tratte costruite all’estero!
1.4 – A questo si aggiunga che, dopo il Referendum del 1987, con costume tipicamente italiano sono state dissennatamente eliminate o riconvertite molte delle competenze e delle strutture che si erano accumulate durante lo sviluppo degli sfortunati programmi nucleari degli anni 60-80. Oggi enea ed enel hanno poco personale dipendente esperto nel nucleare, in gran parte prossimo alla pensione, ed il resto è costituito da personale a contratto a tempo determinato. Ricostituire le competenze e le strutture necessarie richiederebbe 15 anni, mentre i provvedimenti recenti del governo vanno verso una distruzione dell’Università e della ricerca pubbliche!
1.5 – Abbiamo invece ancora una pesante eredità dei pur modesti programmi nucleari del passato, irrisolti dopo 20 anni! (Quattro centrali da smantellare, combustibile esaurito ancora da ritrattare, scorie nucleari disseminate in siti non idonei, ecc.: ricordiamo tutti le vicende di Scanzano Ionico, dove il precedente Governo Berlusconi voleva d’imperio localizzare il deposito nazionale definitivo per le scorie nucleari). D’altra parte, la localizzazione di una centrale nucleare, ovunque sia, solleva una forte opposizione popolare.
La legislazione raffazzonata da questo governo per la ripresa del nucleare presenta aspetti allarmanti, che stravolgono la normativa internazionale, tant’è che molte Regioni hanno fatto ricorso alla Corte Costituzionale. La nascente Agenzia per la sicurezza nucleare (ASN) si configura non come ente indipendente, ma dipendente dal Governo, che vuole sveltire delicate procedure autorizzative, riducendone tempi e modi rispetto agli altri paesi, che pure hanno maggiore esperienza in campo nucleare (i reattori già licenziati in paesi OCSE o con cui l’Italia ha accordi bilaterali, Francia e usa, sono sostanzialmente approvati; le procedure autorizzative per una centrale nucleare sono surrettiziamente estese anche a strutture destinate allo stoccaggio del combustibile e dei rifiuti radioattivi, edificabili nello stesso sito, che richiederebbero un’altra autorizzazione; si precostituisce così la possibilità che queste strutture non vengano sottoposte a via in quanto i rifiuti sono prodotti nello stesso sito, con l’aggravante che questi depositi temporanei potrebbero, col tempo, diventare definitivi; ecc.).
Allarma da questo punto di vista l’orientamento del Governo di localizzare le nuove centrali proprio nei siti delle vecchie (Caorso, Garigliano, Trino Vercellese), che già avevano le autorizzazioni, scavalcando d’un colpo anche il problema dello smantellamento delle vecchie centrali.
Non si dimentichi poi che tutto il territorio italiano è a rischio sismico.
1.6 – L’eventuale avvio dei lavori di costruzione di una centrale nucleare in Italia (non prima del 2012-2013) metterà in moto enormi somme di denaro, lucrosi appalti per i “soliti noti” (Impregilo, ecc.) coinvolti nelle grandi opere, dal Ponte sullo Stretto, all’Alta Velocità, agli inceneritori, oltre che gli interessi della malavita organizzata. Per molti anni le opere saranno civili (cemento, acciaio, ecc.), prima che compaiano componenti nucleari. Questo è il vero affare (come per il Ponte).
2. Motivi generali contro l’energia nucleare
2.1 – Il legame tra energia nucleare “civile” e militare non solo è inscindibile (dual-use), ma i programmi civili non si sarebbero sostenuti senza i programmi militari, i cui costi complessivi non si sapranno mai, ma sono senza dubbio superiori almeno di un fattore 10 rispetto ai programmi civili: a fronte della costruzione di poche centinaia di reattori di potenza nel mondo, sono stati costruiti un numero maggiore di reattori militari, e ben 130.000 bombe atomiche (con tutto il sistema, molto più costoso, di missili, bombardieri, sommergibili, sistemi di controllo e di allarme, satelliti, radar, ecc.). Il confronto conla Francia non regge anche perchéla Francia ha sviluppato un potente arsenale nucleare militare, nel quale ha potuto scaricare molti costi del nucleare civile (l’utente francese paga probabilmente un sovrappiù per il nucleare occultato nelle imposte per le spese militari).
La realizzazione di programmi di rilancio di centrali nucleari di potenza, e la diffusione di questa tecnologia ad altri paesi, non può che aggravare i rischi di proliferazione militare (richiamati solo quando si tratta dell’Iran o della Corea del Nord: il Brasile ha già realizzato, senza nessuna contestazione, il processo di arricchimento dell’uranio che si contesta a Tehran). D’altra parte, l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, iaea, già oggi denuncia una carenza di fondi per i compiti di controllo della tecnologia nucleare civile in tutto il mondo.
2.2 – Salute. Molte ricerche hanno ormai dimostrato in modo incontestabile che tra le popolazioni che vivono nei pressi delle centrali vi sono aumenti di leucemie infantili ed altre malattie. Rilasci di radioattività sono evidentemente comuni anche in condizioni di normale funzionamento. A poco valgono gli argomenti che queste possono essere inferiori al fondo naturale di radioattività, perché per sconvolgere i meccanismi genetici e biochimici bastano dosi bassissime: che si aggiungono con effetti sinergici a tutti gli altri fattori inquinanti (questi vanno considerati nel loro complesso, e non separatamente). È provato anche il preoccupante aumento di tumori nella popolazione mondiale. L’inquinamento radioattivo dell’atmosfera terrestre è grave fin dai tempi dei test nucleari, anche se sottaciuto o negato dalle autorità e dalla comunità scientifica.
Né va dimenticato che l’estrazione del minerale di uranio causa tumori e altre malattie nei lavoratori, e provoca devastazione e inquinamento radioattivo diffuso nella regione circostante
2.3 – Un argomento portato dai sostenitori del nucleare è che esso sarebbe esente da emissioni di co2. Questo è vero per la sola parte della reazione a catena nel nocciolo del reattore. Ma tutte le altre parti del ciclo del combustibile (estrazione del minerale, trasporto, estrazione dell’Uranio, arricchimento, custodia o ritrattamento del combustibile esaurito, ripristino delle miniere) e della centrale (costruzione, smantellamento, gestione delle scorie radioattive) producono co2 (l’impianto di arricchimento di Paducah, nel Kentucky, utilizza due centrali a carbone da 1.000 MW; questo impianto ed un altro a Portsmouth, Ohio, rilasciano il 93 % di tutto il gas clorofluorocarburo, cfc, emesso annualmente negli usa, anch’esso un gas serra, responsabile inoltre della distruzione della fascia di ozono stratosferico). Ma se anche, allo stato attuale, il ciclo nucleare emette meno co2 del carbone, e anche del gas, se si tiene conto che il nucleare copre solo il 6 % della domanda di energia primaria mondiale (e tra il 2 % e il 3 % dei consumi finali di energia), anche un obiettivo di modestissimo abbattimento delle emissioni di co2 richiederebbe la costruzione di un migliaio di centrali nucleari, con costi di migliaia di miliardi, che sembrano difficilmente compatibili con la situazione economica mondiale.
In ogni caso l’entità delle emissioni del ciclo nucleare cambierà radicalmente quando si saranno esauriti i giacimenti più ricchi di Uranio, la cui durata è valutata in 50-60 anni al ritmo attuale di utilizzo: quando si dovrà ricorrere a giacimenti o matrici in cui esso è meno concentrato, aumenteranno le quantità di minerale (radioattivo!) da smuovere, trasportare e trattare, aumenteranno vertiginosamente anche le emissioni di co2, v. figura.
2.4 – L’Uranio è una fonte esauribile al pari del petrolio (v. sopra): sembra assolutamente inconsistente la progettazione di nuove centrali con tempi di vita operativa di 60 anni, quando l’Uranio economicamente ed energicamente utilizzabile si esaurirebbe prima, ai ritmi attuali! Vi sono grandissime quantità di Uranio nella crosta terrestre, ma per concentrazioni decrescenti l’energia necessaria per l’estrazione diventerebbe maggiore di quella contenuta nell’Uranio estratto.
2.5 – Gli argomenti ai punti precedenti si riflettono ovviamente in modo pesante anche sui costi del nucleare. Anche qui i sostenitori del nucleare considerano di solito solo i costi di costruzione della centrale (che già, come si è detto, lievita enormemente rispetto alle previsioni) e del combustibile (il cui commercio è, come per il petrolio, in mano a un ristretto numero di imprese private, ed è stato soggetto negli ultimi anni a grossi aumenti di costi). Le esperienze concrete di smantellamento di centrali nucleari e di ripristino di miniere sono poche, per cui le previsioni sono molto aleatorie, ma indubbiamente i costi sono molto alti, anche se differiti (ma con il tempo gli aumenti dei costi sono la norma): è stato calcolato che lo smantellamento del parco nucleare mondiale (compresi i siti militari) costerebbe mille miliardi!
Un fatto che taglia la testa al toro è che negli U.S.A., dove le imprese elettriche sono private, non sono state commissionate nuove centrali da 30 anni! In ogni caso le imprese e gli investitori disposti a costruire centrali nucleari lo faranno solo se avranno forti incentivi e garanzie economiche dallo Stato. Il clamoroso voltafaccia di Obama deve essere letto come prova della grande forza della lobby nucleare, e dimostra che il nucleare non si può sviluppare senza forti sovvenzioni statali!
È assai dubbio che la situazione economica mondiale lascerà effettivi spazi per gli enormi investimenti necessari per promuovere grandi programmi nucleari.
2.6 – Il problema dei residui del ciclo nucleare (scorie, combustibile esaurito) è irrisolto in tutti i paesi del mondo, e non si prospettano soluzioni semplici ed economiche in tempi prevedibili. Ancora una voltala Francia dimostra l’insostenibilità dei problemi creati dal nucleare: migliaia di tonnellate di rifiuti radioattivi a bassa attività sono stati sparsi su tutto il territorio, vi sono state probabilmente esportazioni illegali in altri paesi. Il progetto usa del deposito di Yucca Mountain è definitivamente fermo, dopo anni di lavoro e ingenti spese. I residui radioattività a lunga vita dovrebbero essere condizionati per 300.000 anni! Un tempo tale che qualsiasi pretesa di garanzia non può avere nessun fondamento scientifico.
2.7 – Rimane poi il problema della sicurezza. Le conseguenze di inaudita gravità dell’incidente di Chernobyl (1986) gravano e graveranno ancora sull’intera umanità, anche se nel ventennale le Agenzie internazionali hanno fatto irresponsabilmente a gara per minimizzarne la portata: d’altra parte i bambini americani hanno ancora nei denti lo Stronzio-90 prodotto dai test nucleari nell’atmosfera degli anni ’50 e ’60; mentre l’uso e l’abuso dei famigerati proiettili ad “uranio impoverito” hanno liberato nell’atmosfera ulteriore e persistente pulviscolo di microparticelle radioattive. Negli ultimi anni non sono cessati gli incidenti in centrali nucleari in Francia, Spagna, Germania, Slovacchia, Giappone: anche se vengono sistematicamente sminuite dalle autorità.
Bisogna ricordare anche che si hanno informazioni allarmanti sulla sicurezza del reattore epr.
2.8 – I sostenitori del nucleare ci promettono reattori di 4a Generazione, di nuova concezione, con caratteristiche tali da risolvere tutti i problemi creati da questa tecnologia. Purtroppo tali centrali sono ancora a livello di ricerca (dopo decenni!), non entreranno in funzione prima del 2030-2040! Sembra per lo meno estremamente scorretto promettere oggi le caratteristiche future di una tecnologia talmente complessa, che potrà riservare sorprese, difficoltà e problemi assolutamente inaspettati nel corso della sua realizzazione. Si può ricordare che già il colossale progetto dei reattori veloci al Plutonio sviluppato dalla Francia (con la partecipazione al 30 % dell’Italia; ma la Francia aveva l’interesse principale per le bombe!) si è rivelato un clamoroso fallimento, con la chiusura definitiva di Superphoenix, che avrebbe invece dovuto essere il prototipo per un reattore commerciale.
3. Alternative
Risparmio energetico: può equivalere alla costruzione di varie centrali nucleari!
Sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili.
Riduzioni dei consumi e cambiamenti degli stili di vita: non è un “ritorno alla candela”, ma il passaggio ad una vita più sana e sobria, con meno stress, riprendendo il rapporto con la natura. Abbandono dell’«usa e getta» e di prodotti non necessari importati o trasportati su grandi distanze; adozione di prodotti necessari, durevoli e sobri. Costituzione di Gruppi d’Acquisto.
Un mondo di pace: le guerre – oltre a causare spaventose vittime civili, spesso donne, vecchi e bambini – costituiscono enormi sprechi di risorse; comportano gravi costi economici, ai quali si aggiungono le immani distruzioni; sono fattori di inquinamento (bombardamento dei pozzi petroliferi in Iraq, 1991; degli impianti chimici in Serbia, 1999; uranio impoverito, ecc.). È stato calcolato che il Pentagono è il maggiore consumatore individuale di petrolio, dopo soli 34 Stati nazionali.
(foto da mailing list ecologiste, S.D., archivio GrIG)
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Testi normativi fondamentali
- Codice dell'ambiente (decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.)
- Codice dei beni culturali e del paesaggio (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.)
- Testo unico dell'edilizia (D.P.R. n. 380/2001 e s.m.i.)
- direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali, la fauna, la flora
- direttiva n. 2009/147/CE sulla salvaguardia dell'avifauna selvatica
- V.I.A. e V.A.S. di competenza regionale (Sardegna)
- normativa nazionale sulla caccia (legge n. 157/1992 e s.m.i.)
- normativa regionale sulla caccia (l.r. Sardegna n. 29/1998 e s.m.i.)
- legge quadro nazionale sulle aree protette (legge n. 394/1991 e s.m.i.)
- legge quadro regionale sulle aree protette (l.r. Sardegna n. 31/1989)
- normativa sul diritto all'informazione ambientale (decreto legislativo n. 195/2005)
- normativa nazionale sull'elettrosmog (legge n. 36/2001 e s.m.i.)
- limiti all'inquinamento elettromagnetico ad alta frequenza (D.P.C.M. 8 luglio 2003)
- limiti all'inquinamento elettromagnetico a media-bassa frequenza (D.P.C.M. 8 luglio 2003)
- normativa nazionale sugli usi civici (legge n. 1766/1927 e s.m.i.)
- regolamento attuativo in materia di usi civici (regio decreto n. 332/1928 e s.m.i.)
- normativa regionale sugli usi civici (l.r. Sardegna n. 12/1994 e s.m.i.)
- normativa sul vincolo idrogeologico (regio decreto n. 3267/1923 e s.m.i.)
- legge quadro nazionale sul randagismo (legge n. 281/1991 e s.m.i.)
- normativa regionale su animali e anagrafe canina (l.r. Sardegna n. 21/1994)
- normativa sul "ritorno" al nucleare (legge n. 99/2009)
- Convenzione europea sul paesaggio (20 ottobre 2000)
- Comuni abilitati alle funzioni amministrative in materia di paesaggio (Sardegna)
- direttiva n. 2014/52/UE sulla V.I.A. (codificazione e testo coordinato)
- legge sul procedimento amministrativo (legge n. 241/1990 e s.m.i.)
- indirizzi applicativi in materia di V.I.A. per i progetti di centrali eoliche
- Testo unico sull'urbanistica (Sardegna)
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Come sarebbe bello leggere articoli come questo sull’unione.
“Accontentiamoci” del web e diffondiamo, specie tra quelli poco pratici o che non vi possono accedere, la verità.
Di seguito i link ai video dove Giorgio Ferrari (autore insieme ad Angelo Baracca del libro SCRAM) spiega molto bene cosa è successo a Fukushima.
1a parte: http://vimeo.com/24553757
2a parte: http://vimeo.com/24601806
Per chi fosse interessato, gli ultimi aggiornamenti sull’E-Cat, il reattore a fusione fredda inventato dall‘Ing. Andrea Rossi di cui difficilmente potremo leggere su Unione et similia
( http://ildemocratico.com/2011/05/26/esclusivo-7-nobili-ragioni-per-scegliere-la-fusione-fredda-nucleare/ ).
A.N.S.A., 6 giugno 2011
”La Consulta non puo’ bloccare referendum”.
Neopresidente Alfonso Quaranta: ‘La mia e’ una valutazione personale’. Domani al via esame: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2011/06/06/visualizza_new.html_840536180.html
A.N.S.A., 6 giugno 2011
Nucleare: Germania, si’ a legge che spegne centrali. Abbandono dell’atomo previsto entro il 2022.
BERLINO – La Germania ha adottato il progetto di legge che prevede l’abbandono del nucleare entro il 2022. Lo ha annunciato il ministro dell’economia.
Tg al centro delle polemiche. Tg1 sbaglia data. Pdl: ‘Opposizione miope’. Napoli: ‘Sconti a chi vota’. Numerose inziative nelle citta’: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2011/06/01/visualizza_new.html_842378604.html
A.N.S.A., 5 giugno 2011
Nucleare,62% Francia per graduale uscita. Sondaggio dopo decisione tedesca di uscire entro il 2022: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2011/06/05/visualizza_new.html_840618858.html
A.N.S.A., 7 giugno 2011
‘Nucleare ammissibile’, via libera della Consulta. Si’ unanime a quesito riformulato da Cassazione.
ROMA – La Corte Costituzionale, secondo quanto si è appreso, ha dato il via libera al nuovo quesito sul nucleare così come riformulato dalla Cassazione dopo le modifiche introdotte dalla legge ‘omnibus’. La decisione sarebbe stata presa unanimemente dai giudici dopo aver ascoltato stamane i legali delle parti in camera di consiglio. Le motivazioni della decisione, scritte dal giudice Giuseppe Tesauro, saranno depositate in giornata.
NAPOLITANO, IO ELETTORE LIGIO AL DOVERE- “Io sono un elettore che fa sempre il suo dovere”: così il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano risponde ai cronisti che, mentre lasciava Montecitorio, gli chiedono se andrà a votare per i referendum: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2011/06/06/visualizza_new.html_840536180.html
e bravo il “babbeo”, bella mossa 😮
da La Nuova Sardegna on line, 7 giugno 2011
Nucleare. Rose “rinnovabili” per la Hack.
Pace fatta tra la Sardegna e l’astrofisica.
Il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, ha fatto recapitare a Margherita Hack novantasette rose provenienti da serre alimentate con energie rinnovabili. L’astrofisica, che il 12 giugno compirà gli anni, in diverse occasioni si era espressa in favore delle centrali nell’isola. Ora ha cambiato idea. Le rose sono 97, come la percentuale dei cittadini che si sono espressi nel voto di maggio: http://lanuovasardegna.gelocal.it/sardegna/2011/06/07/news/nucleare-rose-rinnovabili-per-la-hack-pace-fatta-tra-la-sardegna-e-l-astrofisica-4389231
Pace fatta … ?
Ma come, ci avevano dichiarato guerra e non ne sapevamo niente???
E comunque, la fattura dei fiori a chi è intestata?
P.S.
Complimenti alla Hack per l’agilità: a quell’età …
Per chi volesse ascoltare il parere di un vero scienziato:
A.N.S.A., 6 ottobre 2015
A Chernobyl è tornata la vita. Alci, cervi e cinghiali ripopolano area vicino centrale nucleare. (http://www.ansa.it/scienza/notizie/rubriche/terrapoli/2015/10/06/a-chernobyl-e-tornata-la-vita_811cbe43-2fb8-4b7d-b205-af6a96a57659.html)
Dopo che per anni è rimasta disabitata, un deserto di morte, è tornata la vita nell’area vicino la centrale nucleare di Chernobyl. A quasi 30 anni da quel grave incidente, alci, caprioli, cervi rossi, cinghiali e lupi sono tornati a popolare la zona vicino la centrale, che ora sembra quasi una riserva naturale.
Descritta sulla Current Biology, la ricerca dell’università di Portsmouth offre una lezione importante per valutare l’impatto a lungo termine del più recente incidente nucleare di Fukushima.
“E’ molto probabile che gli animali selvatici a Chernobyl siano molti di più di quelli presenti prima dell’incidente”, precisa Jim Smith, coordinatore dello studio. ”Ciò non significa che le radiazioni siano una cosa buona per la fauna selvatica, ma solo che gli effetti degli insediamenti umani, inclusi caccia e allevamenti, sono molto peggiori”.
I primi studi sui 4.200 chilometri quadrati dalla zona di esclusione avevano mostrato gravi effetti dalle radiazioni e un’importante calo della fauna selvatica. I nuovi dati, basati su un censimento di lungo periodo e rilevazioni aeree, dimostrano che le popolazioni di mammiferi sono tornate. La relativa abbondanza di alci, caprioli, cervi rossi e cinghiali nella zona di esclusione è ora simile a quella riscontrata nelle quattro riserve naturali non contaminate della regione. Il numero di lupi che vive dentro e vicino il sito di Chernobyl è sette volte maggiore di quello presente nelle altre riserve. I rilevamenti fatti rivelano anche la progressiva crescita nelle popolazioni di questi animali da uno a 10 anni dopo il disastro.
”Questi risultati dimostrano per la prima volta che, indipendentemente dai potenziali effetti delle radiazioni sui singoli animali, la zona di esclusione di Chernobyl ospita un’abbondante comunità di mammiferi dopo quasi 30 anni di esposizione cronica alle radiazioni”, conclude lo studio.
il disastro di Chernobyl, trent’anni fa.
A.N.S.A., 18 aprile 2016
Cernobyl: trenta anni fa l’incubo nucleare. Testimone, di 350mila liquidatori ucraini solo 120mila sono vivi. (Giuseppe Agliastro) (http://www.ansa.it/sito/photostory/primopiano/2011/03/24/FOTO-25-anni-dopo-nel-villaggio-deserto_2ea4ae90-8691-11e3-9bb0-7333a5a34056.html)
Esattamente 30 anni fa – era il 26 aprile 1986 – il reattore numero 4 della centrale di Cernobyl esplose provocando il più grave disastro nucleare della storia. Ore 1:26 del mattino: una palla di fuoco fece saltare in aria il coperchio di 500 tonnellate del reattore sprigionando nell’aria 9 tonnellate di scorie radioattive. Cernobyl si trova in Ucraina settentrionale, poco più di 100 km a nord di Kiev, e se le radiazioni non si vedono, le conseguenze di quella tragedia sono ben visibili ancora adesso: tumori, leucemie, cardiopatie e malformazioni da queste parti sono una piaga fin troppo comune. I territori più colpiti sono quelli ucraini, bielorussi e di almeno due regioni della Russia occidentale. “Le zone contaminate lo saranno ancora per decenni. Ci sono elementi che resistono anche per secoli, ma la cosa più importante è che dobbiamo tenere d’occhio lo sviluppo del nucleare: pare che il mondo non prenda seriamente le conseguenze di Cernobyl dal momento che 25 anni dopo c’è stata la catastrofe di Fukushima”.
A parlare è il presidente dell’Unione Cernobyl, Valeri Makarenko, uno dei primi reporter a mostrare in tv cosa rimaneva del reattore 4 dopo l’esplosione. Lo abbiamo incontrato a Kiev, nella sede dell’associazione di cui è a capo e che aiuta chi è sopravvissuto a Cernobyl e ha spesso bisogno di costose cure mediche, e tra loro i liquidatori: coloro che hanno messo a repentaglio la propria vita per limitare i danni dell’incidente, mandati allo sbaraglio contro l’invisibile nemico radioattivo senza protezioni adeguate.
“Dei 350.000 liquidatori ucraini oggi solo 120.000 sono vivi: abbiamo pagato un prezzo altissimo e ancora lo paghiamo”, ci dice Makarenko. Il numero delle vittime del disastro di Cernobyl è difficile da quantificare, e le stime variano, anche di molto, da istituzione a istituzione: si va da alcune migliaia a centinaia di migliaia di decessi. Ma sono vittime di Cernobyl anche coloro che abitano nelle zone contaminate e si ammalano perché, vivendo in povertà, sono costretti a nutrirsi dei prodotti della loro terra inquinata dai radionuclidi. Persone a rischio come la piccola Lena, che viene dalla campagna attorno a Ivankiv, e ci racconta candidamente che i suoi coltivano un orto e hanno dovuto vendere la vacca per fare un po’ di soldi.
Lena (nome di fantasia) ha 10 anni e vive a soli 50 km da Cernobyl, appena fuori dalla Zona d’Alienazione che si estende per 4.300 kmq attorno alla centrale. A complicare le cose, nel 1986, fu sicuramente l’atteggiamento del governo sovietico, che nascose l’emergenza. Mentre in Scandinavia si registrava con preoccupazione un aumento della radioattività, Mosca il 28 aprile – quindi più di 2 giorni dopo l’esplosione – negava ancora l’accaduto. Solo quella sera la Tass pubblicò finalmente la notizia dell’incidente. Ma non venne di certo rivelata la reale gravità della sciagura, causata da errori umani e difetti costruttivi in un test durante il quale il reattore 4 fu fatto funzionare in condizioni instabili al di fuori delle procedure previste. Ad appena 5 km da Cernobyl sorge Pripjat. Era una città modello costruita per i lavoratori della centrale. Adesso è una città fantasma: i suoi 45.000 abitanti vennero evacuati nel pomeriggio del 27 aprile, quando la fuga radioattiva andava avanti già da 36 ore; centinaia di autobus arrivarono da Kiev e prelevarono tutti in fretta e furia, decine di migliaia di persone abbandonarono le loro case convinte che sarebbero tornate dopo pochi giorni, come promettevano le autorità. Tra questi sfollati c’era anche Svetlana Nazarenko, che lavorava alla centrale come ingegnere. “Non capivamo che stavamo lasciando la città per sempre perché ci dicevano che era solo per 3 giorni”, racconta. Anche il marito di Svetlana, Petro, lavorava a Cernobyl, la centrale sarà chiusa solo nel 2000, e lui dopo l’incidente si occuperà della messa in sicurezza delle scorie radioattive. E’ morto 16 anni fa per un tumore. “Però io non ci credo ancora, lo sento ancora vicino”, ci confida Svetlana. Per contenere le fuoriuscite di materiale radioattivo, tra il luglio e il novembre del 1986 fu rapidamente costruito un “sarcofago” di cemento armato sopra il reattore 4. Adesso questa struttura è piuttosto malandata, e se ne sta costruendo un’altra più moderna, in acciaio, alta come un palazzo di 30 piani: si chiama New Safe Confinement e sarà piazzata sul reattore esploso per limitare le fughe radioattive. Per 100 anni dicono.
Il nostro incubo sono i veleni anche radioattivi che industrie sulcitane scaricano dove gli pare.È Di questi giorni il controllo dell’ISPRA dell’area marina da anti al SIN e i date sono devastanti.Metalli pesanti nelle lagune e logicamente in Pesci,molluschi,ricci e tutto quello che riguarda la vita marina.Tutti sanno che ci avvelenano quotidianamente con cadmio,piombo,zinco ma nessuno fa nulla,anzi si organizzano sagre con I prodotti alimentari del territorio.Chernobyl non è tanto distance…..
in Francia.
da La Stampa, 23 novembre 2016
Francia, stop a 18 reattori nucleari.
L’Autorità per la sicurezza: “Acciaio inadeguato e documenti falsificati”. Fermati anche i tre impianti a ridosso del confine italiano: http://www.lastampa.it/2016/11/23/esteri/francia-allarme-dellauthority-sui-reattori-nucleari-scoperti-dossier-su-anomalie-nascoste-RztOBsCx1WgSj51EvREEiL/pagina.html
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da Il Fatto Quotidiano, 23 novembre 2016
Francia, Sicurezza nucleare: “Situazione delle nostre centrali preoccupante”. Il rischio per l’Italia? Bollette più care.
Pier-Franck Chevet, presidente dell’Autorità di sicurezza nucleare francese (Asn), ha sottolineato l’esigenza di “ripensare” l’intera catena di controllo per rendere l’atomo più sicuro. Ricotti (Politecnico Milano): “Nessuna preoccupazione. I reattori che hanno problemi saranno tenuti fermi”. Meregalli (Energia felice): “Conferma che il nucleare è pericoloso”. L’unico rischio per il nostro Paese, che importa energia, sono i costi dei consumi. (Luigi Franco): http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/11/23/francia-sicurezza-nucleare-preoccupante-la-situazione-delle-nostre-centrali-il-rischio-per-litalia-bollette-piu-care/3213411/
in Svizzera.
A.N.S.A., 28 novembre 2016
Svizzera: bocciato stop a centrali nucleari.
Referendum da Verdi respinto dalla maggioranza dei cantoni: http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/europa/2016/11/27/svizzera-bocciato-stop-a-centrali-nucleari_fe171642-97ff-476a-a4db-bc64f4e97733.html