Riepilogo dei crolli e dei furti a Pompei a marzo

Marzo è stato un mese terribile per Pompei. Si sono registrati diversi crolli e addirittura un furto.

1 marzo

Tra sabato e domenica si verificano due crolli a causa del maltempo.

A cadere è il muretto della tomba di Lucius Publicius Syneros, nella necropoli di Porta Nocera, vicino l’antica strada. Il muretto, alto circa 1,70 metri e della lunghezza di circa 3,50 metri, serviva da contenimento del terreno in cui erano state poste le sepolture ed era pertanto costruito contro-terra.

(ANSA)
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Sono poi cadute alcune pietre dalla spalletta del quarto arcone sottostante il tempio di Venere. La muratura, interessata da alcune lesioni, era già stata puntellata. L’area è interdetta al pubblico.

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3 marzo

A venire giù questo giorno è un muro di due metri in un’area non scavata di via Nola. Si tratta del costone di una bottega chiusa al pubblico nella regione V, insula 2, civico 19. Il costone di terra aveva pressato l’area a causa delle piogge provocando il cedimento.

Il rischio di crollo del muro di contenimento della Bottega di Via Nocera era stato segnalato dai custodi già da una settimana. «Stavamo appunto provvedendo alla messa in sicurezza di questa muratura, che è una muratura di restauro realizzata proprio per evitarne il crollo. Ma non abbiamo fatto in tempo», spiega archeologa Grete Stefani, direttore degli Scavi, che aggiunge: «La necessità di un progetto di drenaggio si pone per le Regioni V, IX e III, che pongono lo stesso problema. Ma mentre per la IX e la III sarà più facile trovare una soluzione, perché è possibile dirigere l’acqua nel canale Conte di Sarno, per la Regione V non si può, quindi bisognerà studiare più attentamente come procedere».

Il muro in via Nola (Pressphoto)
Il muro in via Nola (Pressphoto)
(ANSA, Fusco)
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20 marzo

Una piccola parte di muro si è sfarinata in una domus che si trova nella Regio V degli scavi archeologici. Ad ogni modo, in base al primo sopralluogo effettuato stamane, disposto dal ministero di Beni culturali, il crollo riguarderebbe «un tratto di muro ‘in opera incerta’ lungo e alto circa un metro, di un ambiente all’interno di un’area interdetta al pubblico, interessata da interventi di messa in sicurezza nell’ambito del Grande progetto Pompei che saranno realizzati entro il 2015».

Il soprintendente Massimo Osanna ha precisato: «Il crollo non è avvenuto questa notte, le prime analisi archeologiche dimostrano che non si tratta di un evento recente. Adesso saranno le autorità competenti e gli esperti a valutare il caso».

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A peggiorare la situazione, sono stati commessi due furti a Pompei, uno risolto l’altro no.

Il primo: un pezzo di pittura muraria (15 per 13 cm) che raffigura un festone vegetale di foglie di edera su fondo giallo tolto dalla Casa dei Cubicoli floreali, meglio nota come Casa del Frutteto, che era in restauro. Il frammento è stato restituito via spedizione da un ufficio della posta di Firenze. Impossibile, anche al controllo delle telecamere, accertare chi abbia rispedito dalla Toscana l’oggetto.

Il secondo è un altro pezzo di pittura muraria nella Casa di Nettuno. È stato scoperto dal custode mentre controllava la zona – isolata e fino a pochi anni fa invasa dai rovi e coperta dall’edera – dell’insula VI dove sorge, diroccata ed esposta alle intemperie, la domus. Nella pittura, piuttosto illegibile perché all’aperto, era stata tagliata con un cacciavite o un temperino la figura della dea Artemide, la sola ancora chiara. Manca, dunque, un quadratino in alto di venti centimetri. Di questa, al momento, nessuna traccia.

(ANSA)
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Dopo i crolli di inizio mese, una riunione convocata al Mibact aveva deciso l’avvio di tutti gli interventi ”di somma urgenza” e in particolare aveva destinato subito 2 milioni di euro alla Soprintendenza speciale di Pompei, Ercolano e Stabia per la manutenzione ordinaria del sito.

In seguito al trafugamento di due frammenti di due affreschi, al Mibact erano invece state prese le seguenti misure straordinarie:

  • rafforzamento degli standard di sicurezza del sito archeologico anche ricorrendo ad istituti di vigilanza specializzata;
  • sottoscrizione della convenzione con la società Ales per l’acquisizione di 30 nuove unità di personale per l’accoglienza e di supporto alla vigilanza;
  • sollecito espletamento delle gare per la videosorveglianza all’interno dell’area archeologica e per la nuova recinzione e illuminazione;
  • consulenza specializzata sulle misure di protezione interna da parte del Comando Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale (CCTPC);
  • utilizzo delle competenze tecnico scientifiche dell’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro (ISCR) al fine di verificare lo stato delle aree danneggiate dal furto.

È stata infine definita una convenzione tra Mibact e Finmeccanica per fornire servizi e tecnologie sperimentali di rilevamento satellitare. Attraverso le società Selex ES e Telespazio, Finmeccanica offrirà gratuitamente la propria tecnologia seguendo tre priorità: rischi da dissesto idrogeologico, gestione dell’operatività del sito, e diagnosi dei manufatti e delle strutture. Fornirà inoltre smart app per coinvolgere i visitatori nella tempestiva segnalazione di situazioni potenzialmente critiche all’interno dell’area archeologica.

Gli ultimi crolli a Pompei risalivano allo scorso dicembre 2013, quando era stata registrata la caduta di uno stucco in una domus della Regio V, Ins II, n° 14.

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