Una tassa patrimoniale non colpisce coloro che hanno soldi all'estero. Incentiva però altri a portarli

Sabato 6 Aprile 2019
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Egregio Direttore, 
ho letto la lettera del signor Carlo Pavan sul Gazzettino di ieri in merito all'ipotesi ventilata da Landini su una patrimoniale per il recupero delle risorse necessari per favorire la crescita. Non entro nel merito dell'equità di una eventuale tassazione sul patrimonio, che nulla ha a che fare con l'incentivazione alle attività d'impresa, che va sempre fatta, premiata e favorita. Vorrei solo fa osservare che sul tema specifico la sinistra, almeno quella di oggi, non c'entra niente ed è quindi arbitrario e fuorviante tirarla in ballo e forse è anche comodo. Inoltre mi permetto di far notare che i paradisi fiscali sono gonfi di soldi, anche di italiani e che recentemente il governo ha pensato bene di tagliare gli adeguamenti delle pensioni all'indice del costo della vita. I pensionati si sono visti decurtare le pensioni, e non è la prima volta. Ciascuno faccia le proprie riflessioni.


Giancarlo Locatelli
Dosson di Casier (Tv)


Caro lettore, 
le scelte di politica economica di questo governo sono da molti punti di vista discutibili. Ma una tassa patrimoniale non toccherebbe in alcuno modo chi ha capitali occultati all'estero. Anzi incentiverebbe qualcuno a portare oltreconfine i propri soldi per evitare di vederli falcidiati da altre tasse. Non so come sarebbe declinato il contributo di equità vagheggiato da Landini, se cioè andrebbe a colpire solo i patrimoni o anche i redditi e in quale misura. Di sicuro a subirlo sarebbero cittadini che denunciano correttamente al fisco i loro redditi e i loro beni, mobiliari e immobiliari e che già sopportano una tassazione tra le più elevate del mondo occidentale. Come molti economisti hanno spiegato un'elevata tassazione determina un freno agli investimenti e al rischio d'impresa e un incentivo all'evasione fiscale. Mi sembra dunque paradossale che un Paese come l'Italia che ha nella vitalità del sistema delle imprese uno dei suoi punti di forza e nell'evasione delle tasse uno dei suoi fattori di maggiori criticità, si proponga di introdurre nuove tasse patrimoniali. Che a farlo sia un segretario della Cgil come Maurizio Landini non sorprende più di tanto. Meraviglia invece che anche personaggi come l'ex ministro Damiano o l'ex segretario del Pd Epifani non escludano un intervento fiscale come quello suggerito da Landini. A riprova che, mentre una larga parte della sinistra italiana ha maturato un approccio diverso su temi come le tasse e la crescita, in alcuni settori certe suggestioni tardano a morire.
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