Bertolissi: «Il Parlamento ne discuta Ma dopo la firma, scatta la ratifica»

Martedì 5 Marzo 2019
IL COSTITUZIONALISTA
VENEZIA Il governatore Luca Zaia rilancia la mobilitazione per il Veneto. È convocata stamattina a Venezia, per una seduta che significativamente sarà trasmessa in diretta su Facebook, la Consulta istituita subito dopo il referendum, composta dai rappresentanti delle categorie, «per aggiornare i componenti sullo stato del percorso per l'acquisizione dell'autonomia differenziata e sulla proposta di intesa». Un cammino su cui ieri è intervenuto il costituzionalista Mario Bertolissi, eminenza grigia della delegazione trattante veneta, per indicare quale dovrebbe essere la rotta giuridica: prima la discussione in Parlamento, poi la firma dell'accordo tra regione e Governo, infine la ratifica da parte di Camera e Senato.
IL QUESITO
Attraverso l'ufficio stampa di Palazzo Balbi, il professor Bertolissiha diffuso una nota che ha preso le mosse dall'interrogativo di queste settimane: «Ci si è chiesti e ci si sta chiedendo, da più parti, quale sia il ruolo, assegnato dalla Costituzione al Parlamento, nell'ambito della procedura, prevista dall'articolo 116, 3° comma, relativa all'autonomia differenziata, chiesta innanzitutto dalla Regione Veneto». Per rispondere al quesito, secondo il docente universitario è necessario premettere tre considerazioni. Punto uno: la norma in questione prescrive che il trasferimento di ulteriori funzioni e risorse avvenga «sulla base di intesa fra lo Stato e la Regione interessata». Annota l'esperto: «Stato, in questo contesto, equivale a Governo, essendo riservato alle Camere il compito di approvare la legge, che recepisce l'intesa, a maggioranza assoluta». Punto due: il Parlamento deve poter esercitare un potere sostanziale, di natura politica. «Tuttavia osserva il costituzionalista è bene non dimenticare che la sua asserita centralità è stata sconfessata, ripetutamente, dalle più diverse maggioranze parlamentari: da qui una ragione di sospetto a proposito della tesi di quanti lo vogliono ora senz'altro protagonista. Infatti, c'è chi ha dichiarato che Bisogna fermare il treno!: impedire che Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna ottengano quel che la Costituzione consente». Punto tre: «In passato il richiamo alla Costituzione è servito, il più delle volte, a neutralizzare le migliori intenzioni. E quando ha provveduto addirittura il Parlamento, con la legge costituzionale 3/2001, il Giudice delle leggi (la Corte Costituzionale, ndr.) si è incaricato di depotenziare la riforma, in senso antiautonomistico».
L'EQUILIBRIO
Detto questo, per Bertolissi c'è un equilibrio da rispettare, quello che riguarda «da un  lato, il ruolo del binomio Governo-Parlamento e, dall'altro, quello della Regione». Secondo la Carta, la legge parlamentare di approvazione è rafforzata in quanto è prevista la «maggioranza assoluta dei componenti», il che la distingue dai procedimenti ordinari. Con questa conseguenza, spiega il giurista: «Se, nell'ambito del procedimento normale, il Parlamento detta le norme di principio e quelle di dettaglio, articolo per articolo, nel procedimento rafforzato, il suo compito si risolve nell'indicare gli enunciati più generali e programmatici, di indirizzo, connessi ai principi costituzionali implicati. Il che esclude facoltà emendative, che potrebbero favorire, piuttosto che buona fede e correttezza, un deleterio ostruzionismo: come è accaduto, finora, assai di frequente in passato». Di qui lo schema immaginato da Bertolissi: «Il Parlamento discute la bozza di intesa ad esso sottoposta; dà, ove occorra, le proprie indicazioni di massima; Governo e Regione elaborano il testo finale; il Parlamento provvede a maggioranza assoluta». Stamani, a partire dalle 10, sul tema si confronteranno i rappresentanti di enti locali, associazioni imprenditoriali ed economiche, cooperazione, sindacati, terzo settore, Università.
Angela Pederiva
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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