Cacciato dalla chiesa per pedofilia, prete vicentino ucciso dall'amante

Lunedì 5 Febbraio 2018
Cacciato dalla chiesa per pedofilia, prete vicentino ucciso dall'amante
L'OMICIDIO
PADOVA Prima un'accesa discussione per motivi sentimentali, poi l'aggressione e la coltellata fatale. «Venite qui, l'ho ucciso». Così un ragazzo colombiano di 18 anni ha confessato alla Polizia di Medellín l'omicidio di Dino Cinel, ex sacerdote originario di Rossano Veneto (Vicenza) molto noto nel Padovano perché i sindaci di Cittadella e San Martino di Lupari quasi dieci anni fa gli negarono la residenza, con uno strascico di querele e polemiche.
Cinel era stato allontanato dalla Chiesa Cattolica dopo esser stato coinvolto negli anni Novanta assieme ad altri preti in uno scandalo legato ad accuse di pedofilia. Accadde negli Stati Uniti, dove viveva: si parlò di una grande quantità di materiale pedopornografico trovato in suo possesso. L'eco di quei fatti arrivò forte anche in Veneto, dove nel 2010 i due Comuni respinsero la sua richiesta proprio tenendo a mente il suo passato.
Ora il nome dell'ex sacerdote di Rossano rimbalza nuovamente in Italia perché Cinel, 76 anni, è stato ucciso giovedì sera in un appartamento della capitale colombiana da un ragazzino appena maggiorenne. I due vivevano assieme a Medellìn da tre mesi. La notizia è stata diffusa dal sito di informazione colombiano El Tiempo: pare che i due avessero una relazione e che lo stesso Cinel avesse deciso di troncare il rapporto. Da qui la discussione poi degenerata nel sangue, fino alla morte di questo ex sacerdote con un passato macchiato e tormentato. La Polizia avrebbe pure salvato il giovane che stava per farla finita lanciandosi dal sesto piano del palazzo dove la coppia omosessuale abitava.
La notizia ha suscitato un certo clamore anche nel Vicentino e nel Padovano: qui molti ricordano Cinel per le sue feroci polemiche contro chi lo poneva di fronte allo scandalo pedopornografico che lo aveva travolto in passato. Lui avrebbe voluto cancellare quella macchia, almeno in Italia, ma ormai era impossibile.
LA STORIA
Don Dino Cinel, una laurea in Teologia a Roma e un successivo dottorato a New York, negli anni Settanta volò dal Veneto agli Stati Uniti per celebrare messa e per insegnare. Apprezzato professore di storia americana, divenne noto nel 1984 quando con il suo libro Dall'Italia a San Francisco vinse il prestigioso Merle Curti Social History Harvard. Negli anni Novanta fu però pesantemente implicato nello scandalo dei preti pedofili, mentre era sacerdote alla parrocchia di Santa Rita a New Orleans, in Louisiana. Venne espulso dalla Chiesa perdendo la condizione di sacerdote. Tornato a casa si stabilì nel Padovano, decidendo di vivere come scrittore e traduttore, trovandosi però al centro di un nuovo calderone di polemiche.
LE POLEMICHE
Quasi dieci anni fa, infatti, prima il Comune di San Martino di Lupari e poi quello di Cittadella gli negarono la residenza sia per l'assenza di requisiti burocratici sia per il suo passato colmo di ombre inquietanti. Le carte del processo americano non sono mai arrivate in Italia, ma tutti conoscevano una storia - quella dei preti pedofili - che suscitò sgomento anche dall'altro lato dell'oceano. «Non vogliamo saperne nulla» dissero i sindaci Gerry Boratto e Massimo Bitonci. Cinel querelò entrambi per diffamazione: chiese un maxi-risarcimento ma perse la causa. Emersero anche incongruenze sul suo passaporto visto che figurava anche con il nome di Dino Carlo Orsolini. Alla fine il ricorso di Cinel alla Prefettura per ottenere la residenza a Cittadella venne accolto, ma lui intanto era nuovamente volato in America, per vivere con la donna che aveva sposato e con i due figli.
IL LIBRO
Dino Cinel tornò a far parlare di sè nel 2012 presentando un libro (edito dal gruppo Albatros Il filo) che fece discutere. Perché in quelle 260 pagine analizzò il tema dell'eros nel mondo ecclesiastico raccontando le proprie esperienze e riconoscendo le proprie debolezze, ma riavvolse anche il nastro della propria vita andando alla radice dei suoi problemi. Raccontò un abuso sessuale subìto per quattro anni all'interno dell'istituto Scalabrini di Bassano e denunciò pubblicamente «la responsabilità delle autorità ecclesiastiche per un passato che a loro appartiene».
Garantì che avrebbe portato ancora avanti la sua battaglia e le sue riflessioni da ex uomo di Chiesa. Ma la sua vita è finita in un appartamento di Meddelín, ucciso da un ragazzino con 58 anni meno di lui.
Gabriele Pipia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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