IL CASO
CITTÀ DEL VATICANO La purga cilena continua con la cacciata di

Domenica 14 Ottobre 2018
IL CASO CITTÀ DEL VATICANO La purga cilena continua con la cacciata di
IL CASO
CITTÀ DEL VATICANO La purga cilena continua con la cacciata di due vescovi incriminati di abusi. Papa Francesco li ha dimessi dallo stato clericale.
Si tratta di due casi emblematici, ben conosciuti in Vaticano, visto che su di loro esistevano gonfi dossier e denunce e per questo erano già stati allontanati dalle rispettive diocesi. Uno dei due prelati Francisco Cox , attualmente 85enne, nel 1997 era stato costretto a dimettersi dalla sua diocesi ma nel Duemila venne chiamato a Roma per fargli cambiare aria e fu messo a lavorare per il Giubileo nel coordinamento tra la Radio Vaticana e la Rai. Condusse persino uno spazio di riflessioni mariane per l'emittente pontificia e poi fu spedito in Germania a vivere una vita di penitenza. Nel frattempo si sarebbe consumato un altro abuso.
Il Segretario di Stato di allora era il cardinale Angelo Sodano, precedentemente nunzio in Cile che secondo il sito Il Sismografo non sarebbe affatto estraneo alla promozione di quei due vescovi. Cox nel 1987 fornì il proprio contributo alla nunziatura per la visita in Cile di Giovanni Paolo II che, come si sa, si concluse con il famoso saluto dal balcone assieme al dittatore Pinochet, un passaggio infelice combinato dall'allora nunzio Sodano, estimatore del defunto Pinochet (nel 1993, in occasione delle nozze d'oro gli inviò un biglietto di auguri in cui gli manifestava amicizia e stima).
COPERTURE SISTEMICHE
Che il tema della copertura garantita a vescovi e cardinali abusatori o insabbiatori fosse sistemica lo hanno dimostrato altri casi. Il più clamoroso in assoluto resta quello di padre Maciel Degollado, fondatore dei Legionari di Cristo, che ha potuto resistere alle accuse fino alla vigilia della sua morte per l'amicizia con i cardinali Dziwisz e Sodano.
Ma il male sistemico è stato dimostrato di recente anche dalla vicenda di McCarrick. Papa Francesco ora sta correndo ai ripari tirando fuori dalla naftalina i casi più vecchi e ingombranti, probabilmente rendendosi conto che dalla pulizia delle gerarchie dipenderà la credibilità generale della Chiesa.
INAPPELLABILE
Francisco Josè Cox è stato a lungo protetto anche da un altro cardinale, il cileno Errazuriz, pure lui finito nella bufera in Cile per non essere intervenuto nella parrocchia dell'ex parroco Karadima, il pedofilo seriale ridotto allo stato laicale ma solo dopo una campagna martellante da parte delle vittime e della società cilena.
L'altro vescovo cileno che Francesco ha cacciato si chiama Marco Antonio Ordenes Fernandez. Nel 2010 lasciò la guida della sua diocesi per una vicenda di abusi. Ad entrambi è stato applicato l'articolo del Motu Proprio Sacramentorum Sanctitatis Tutela, che prevede pene più pesanti come conseguenza di atti evidenti di abuso di minori. La decisione adottata dal Papa non ammette appello.
Franca Giansoldati
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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