Israele, palestinese uccide figlia di rabbino Netanyahu: «È un attentato terroristico»

Lunedì 11 Febbraio 2019
IL CASO
ROMA Un atroce delitto di una ragazza potrebbe essere classificato come «un attentato terroristico». O almeno così prospetta il premier Benyamin Netanyahu a Tekoa (presso Betlemme, in Cisgiordania) durante la visita di condoglianze alla famiglia di Ori Ansbacher, 19 anni, figlia di un noto rabbino uccisa in un bosco vicino a Gerusalemme.
LA CONFESSIONE
Il presunto assalitore - il palestinese Arafat Irfaya, 29 anni, originario di Hebron - è da venerdì nelle mani dei servizi di sicurezza israeliani. Ha ricostruito il delitto e ha descritto agli investigatori della polizia come abbia sorpreso la ragazza mentre passeggiava da sola nel bosco, come l'abbia sopraffatta e poi ripetutamente accoltellata. Lo ha tradito una traccia biologica lasciata sul terreno. «Un assassino disgustoso» ha affermato Netanyahu. Da parte sua la ministra della giustizia Ayelet Shaked ha affermato che per Irfaya sarà opportuno chiedere la pena di morte.
Si tratta di una misura prevista in teoria dalla legge per le Corti marziali che operano in Cisgiordania. Ma essa è condizionata ad una esplicita richiesta da parte della pubblica accusa e all'approvazione unanime di un collegio di tre giudici militari. Finora non ci sono precedenti.
L'immagine sorridente di Ori domina le prime pagine dei giornali. Cresciuta in una comunità di ebrei osservanti, svolgeva un periodo di servizio civile in un centro sociale per giovani disadattati. Nei momenti più difficili, hanno raccontato gli amici, amava camminare nella natura. Nell'insediamento di Tekoa non si sono sentite invocazioni alla vendetta.
ALLERTA
Ma i servizi di sicurezza israeliani restano egualmente in stato di allerta nel timore che coloni-ultrà siano indotti da questo delitto a compiere attacchi di ritorsione contro la popolazione palestinese. Netanyahu ha preannunciato che l'uccisione di Ori accelererà un provvedimento: la deduzione dai fondi che Israele versa mensilmente all'Anp (come restituzione di dazi doganali) della cifra che il governo di Abu Mazen versa ai palestinesi detenuti in Israele per crimini legati all'intifada. La famiglia di Ifraya (se sarà trovato colpevole) potrebbe ricevere assegni mensili da Ramallah. Un pensiero che indigna e che ha indotto il ministro delle finanze Moshe Kahlon a preannunciare che da marzo quella deduzione avrà effettivamente inizio.
R.Es.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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