Una specie di precursore dello psicanalista, «l’alienista» – nel vocabolario ottocentesco era: «alienato dalla sua stessa natura». The Alienist, il nuovo serial blockbuster appena sbarcato su Netflix dopo una premiére americana su Tnt – basato sull’omonimo romanzo di Caleb Carr, è ambientato nella New York del 1896 ricostruita fedelmente sul set allestito a Budapest. Al centro del racconto un serial killer che nella grande mela divisa tra le grandi ricchezze delle famiglie benestanti e la estrema povertà del sottoproletariato, costituito perlopiù da immigrati, uccide, sevizia ed evira giovani costretti a prostituirsi nei tanti bordelli della città.

Dieci episodi giocati su chiaroscuri, sulle personalità dei personaggi di finzione non sempre integerrimi, Sara Howard (Dakota Fanning) la prima donna ad essere impiegata nella polizia, il dottor «alienista» per l’appunto Laszlo Kreizler (Daniel Brühl) e l’illustratore alcolista e puttaniere John Moore (Luke Evans). Nel dipanarsi della trama – che procede a colpi di scena, alternando scene di impatto (il cadavere di un ragazzo ritrovato ai piedi della statua della libertà) e qualche colpo a vuoto, incrociamo personaggi realmente vissuti come Teddy Roosevelt (Brian Geraghty), all’epoca capo della polizia prima di intraprendere la carriera politica che lo porterà alla Casa Bianca.