Sicurezza, sicurezza, e ancora sicurezza. A chi arriva da fuori città sembra incredibile che la nobile Pisa, città delle tre università (Statale, Normale, Sant’Anna) e di una delle Asl più grandi della Toscana, appaia ai suoi abitanti come una novella Gomorra. Eppure la campagna elettorale per le elezioni comunali si sta giocando per lo più su questo. Mentre nessuno si chiede perché, su dieci candidati a sindaco e 650 potenziali consiglieri comunali (in rappresentanza di ben 22 liste), siano poche le espressioni del mondo universitario in corsa per palazzo Gambacorti. Segno di uno scollamento profondo tra le forze accademico-intellettuali della città e quelle politico-amministrative.
Queste ultime, a parte rare e meritevoli eccezioni nella fascia mancina dello schieramento, e cioè i Diritti in Comune di Ciccio Auletta e la Sinistra Italiana di Simonetta Ghezzani, battono e ribattono sul presunto degrado, in particolare a causa della movida notturna. Sorvolando sul fatto che una delle ricchezze di Pisa è rappresentata proprio della decine di migliaia di studenti, in buona parte fuori-sede, che garantiscono un buon fatturato ad affittuari e commercianti. Gli stessi che poi si scagliano contro i giovani che ospitano – a caro prezzo – e a cui la sera danno da mangiare e bere. Riuscendo a far quadrare i conti dei loro locali.
Nel corto circuito securitario innescato dall’amministrazione uscente di centrosinistra del sindaco Filippeschi, demiurgo del “daspo urbano” per i marginali, ambulanti immigrati compresi, diventano più comprensibili i risultati delle recenti elezioni politiche. Segnate dall’affermazione della Lega che ha eletto tre dei suoi nei collegi uninominali, mentre il Pd ne ha contati solo due. Quanto alle percentuali, due mesi fa il Pd ottenne il 24,1% e 11.867 voti, appena duecento in più dei 5 Stelle (23,6% e 11.630 voti). Mentre il centrodestra ha visto in testa la Lega (17,8%), poi Forza Italia (8,5%) e Fratelli d’Italia (4,4%), per un complessivo 31% circa.
In città la sinistra di Leu era arrivata all’8,3%, e anche Potere al Popolo aveva portato a casa il 3,3%. Ma Leu non ci sarà: il suo portavoce (ed ex sindaco) Paolo Fontanelli ha disapprovato la scelta del Pd di affidarsi ad Andrea Serfogli, assessore uscente ai lavori pubblici, denunciando la mancata “discontinuità” di cui secondo lui Pisa avrebbe bisogno. “Ad ascoltare tutti i candidati – ha poi spiegato – non vedo una visione di città”. Quando ha presentato le sue idee sulla Pisa del futuro, in un convegno con Stefano Casini Benvenuti dell’Irpet regionale, e il “suo” ideale candidato Domenico Laforenza del Cnr, Fontanelli ha comunque invitato sia Serfogli che Ghezzani, lanciando secondo i media locali un segnale chiaro.
L’elettorato ha l’imbarazzo della scelta. Oltre a Serfogli, Auletta e Ghezzani ci sono altri sette candidati a sindaco. La triade Lega-Fi-Fdi presenta Michele Conti, direttore del Consorzio Agrario, e al centrodestra sono riconducibili i civici Antonio Veronese del “Patto Civico”, e Raffaele Latrofa di “Pisa nel Cuore”. Da segnalare poi “La nostra Pisa” dell’avvocato Maria Chiara Zippei, con cinque liste al seguito. In solitaria ci sono Paolo Casole del Partito Comunista, Veronica Marianelli del Partito socialista, e Gabriele Amore del M5S, che ad un affollato dibattito promosso dalla Confcommercio ha seguito il vento del governo nazionale giallo-verde: “Ci vogliono daspo urbani in tutta la città, e un nuovo patto sulla sicurezza con prefetto e questore”.
In direzione ostinata e contraria invece Ciccio Auletta: “Il daspo urbano colpisce gli emarginati e non i delinquenti”. Anche Simonetta Ghezzani: “La sicurezza deve essere garantita dallo Stato, mentre il Comune deve costruire interventi anti marginalità”. Per i sondaggisti, solo i Diritti in Comune di Auletta e il Patto Civico di Veronese possono competere, sia pure a distanza, con Serfogli, che ha l’appoggio di tre liste civiche fra cui quella personale dell’ex assessore Dario Danti, Conti e Amore. Tutti sono peraltro convinti che il nuovo sindaco di Pisa uscirà solo dal ballottaggio, e non dal primo turno di domenica.