«Questa Europa non è cresciuta e con le sue incertezze ha ridato fiato ai nazionalismi che erano stati sconfitti nel Novecento: promuovere l’Europa non significa difendere le politiche di questi anni, significa – all’opposto – chiederne un profondo cambiamento, fin dalle sue fondamenta democratiche. Ci impegniamo ad avviare una ricognizione dei sostenitori e dei possibili candidati, per un’unica lista progressista ed ecologista transnazionale e transpartitica, perché il mondo progressista non si disperda in mille rivoli: una lista plurale intorno a un programma e a parole chiare».
Venerdì, a Reggio Emilia, Beatrice Brignone ha aperto il «Politicamp», il tradizionale raduno estivo di Possibile, il primo con Pippo Civati non più segretario ma semplice militante.

Brignone insieme a Andrea Maestri, prossimo co-segretario, delineano un percorso non in contraddizione ma diverso rispetto quello di Liberi e Uguali, da cui Possibile si è sfilata, per evitare di «cristalizzare» in un partito gli errori commessi in campagna elettorale, dalla formazione delle liste all’ambiguità del programma, che hanno portato alla sconfitta del 4 marzo.

La segretaria e il co-segretario hanno invitato la loro comunità a non limitarsi a un «fare debole», a essere semplicemente osservatori critici delle politiche del governo giallo-verde ma a mobilitarsi su temi concreti trasformati in sei campagne già avviate nel paese. Si tratta di« Antifa», una campagna sul come riconoscere e monitorare i nuovi fascismi, «Basta amianto», una ricognizione sull’uso dell’eternit e di altri materiali pericolosi nel nostro paese, «Giusta paga», sulle condizioni dei lavoratori e in particolare dei riders, No emergenza, sulla gestione dell’accoglienza, «Alla base la scuola» su nuove politiche scolastiche che mettano al centro l’uguaglianza, la ricerca e l’innovazione, «Addio alle armi», sul contrasto alla vendita di armi agli altri paesi e a proposte contro la legittima difesa, «Voi sapete» sulle responsabilità politiche messe in atto per il controllo dei flussi migratori.

Ieri, presenti al «Politicamp», l’ex capogruppo di Sinistra Italiana, Giulio Marcon, e alcuni parlamentari eletti con Liberi e Uguali, come Luca Pastorino e Rossella Muroni, protagonisti dei dibattiti su partite Iva, pubblica amministrazione e economia circolare. L’ospite più attesa è stata Laura Boldrini la quale ha elogiato il Politicamp: «E’ un’iniziativa lodevole perché non parla politichese ma affronta temi concreti come la diseguaglianza e i diritti delle donne». Dal palco l’ex presidente della Camera dei deputati, scalda la platea, rigorosamente in maglietta rossa, invocando la solidarietà femminile e azioni comuni di uomini e donne per arginare la regressione culturale nel paese che ci ha trasformato nei «sauditi d’Europa», per difendere le conquiste fatte come la legge 194 dagli attacchi del governo, per approvare lo ius soli e perché ci siano leggi adeguate per il contrasto all’omofobia e alla discriminazione di genere.

Oggi, ultima giornata del camp, si entra nel vivo del tema dell’unica lista progressista alle prossime elezioni europee. Saranno presenti Ska Keller, candidata presidente della Commissione Europea per i Verdi alle scorse elezioni europee, di Isabelle Thomas, europarlamentare socialista francese, di Lorenzo Marsili di Diem25, il movimento transnazionale fondato di Yanis Varoufakis, di Ronnie Garattoni del progetto European Creative Hubs Network, la scrittrice Giulia Blasi, protagonista del movimento MeToo e di Enrico Panini, di DemA il movimento fondato dal sindaco di Napoli, Luigi de Magistris