La parobola discendente del Partito Democratico ha raggiunto un nuovo minimo l’altra sera. Nella Bologna che fu laboratorio e culla della fusione di Democratici di Sinistra e Margherita – per non parlare della svolta della Bolognina – ieri sera è partita «Made in Parco Nord». È il nome di una delle tante rassegne estive in giro per l’Italia. Se non fosse per il luogo in cui si tiene e per i suoi organizzatori. Il luogo è il Parco Nord, storica sede delle Feste de l’Unità in città, spesso anche nella versione nazionale e spazio che per lungo tempo è stato di proprietà o in affito al partito. Gli organizzatori sono ex dirigenti del Pd – quello storico delle feste dell’Unità a Bologna Fabio Querci e il gestore dello spazio Red Matteo Cavalieri – che hanno voluto fare un bello sgarro a chi ha deciso il trasloco della Festa de l’Unità alla vicina Fiera, nei locali dove si teneva la vecchia fiera campionaria e dove i bolognesi erano abituati a comprare dolcetti e ad assistere alle presentazioni della Folletto o di improbabili prototipi.
La diaspora dirigenziale va di pari passo con quella elettorale. Chiuso il giornale, quasi spariti i volontari che rendevano possibili le Feste, la kermesse del partito da anni è in rosso ed è sempre più difficile da organizzare. Storico è anche il passaggio da un luogo aperto come il Parco Nord ad uno chiuso. Perfino il titolo utilizzato quest’anno non sembra riscontrare il favore del pubblico: «Romanzo popolare».
Per tutte queste ragioni la nuova rassegna «Made in Parco Nord» che durerà fino al 16 settembre va all’attacco e ambisce a rubare pubblico e attenzione. Non limitandosi a ristoranti, concerti, spettacoli, l’immancabile balera ed eventi sportivi, ma ambendo a dare voce anche a tematiche sociali. Anche perché Cavalieri è molto vicino al mondo Lgbt bolognese.
Come la Festa nazionale che si terrà a Ravenna, anche la Festa provinciale di Bologna che si terrà dal 23 agosto al 10 settembre sarà snobbata dagli esponenti del governo. Saranno solo due gli appuntamenti che vedranno protagonisti personalità politiche esterne al Partito Democratico. Il primo sarà sabato 25 agosto, quando a parlare di Regione e autonomie con il governatore emiliano-romagnolo Pd in scadenza e poco saldo Stefano Bonaccini ci sarà anche il leghista Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia. Il primo settembre, invece, con il dem Lorenzo Guerini a parlare del futuro del centrosinistra ci sarà Laura Boldrini, ex presidente della Camera.
Durante la preparazione per allestire il programma – che sul sito ieri non era consultabile – erano stati invitati i ministri M5s della Giustizia Alfonso Bonafede e dei Trasporti, Danilo Toninelli. Entrambi hanno declinato. Così come Luigi Di Maio alla Festa nazionale di Ravenna. Altri sondaggi sono stati fatti, ma senza successo. Dimostrando la difficoltà di dialogo del partito.
Il derby a distanza si gioca anche sui nomi ingaggiati per gli spettacoli e i concerti. Il Pd può schierare Ermal Meta, Fabrizio Moro (molto vicino in verità al M5s) e la Bandabardò, mentre Made in Parco Nord ci saranno Cristiano De Andrè, Loredana Bertè e la inaffondabile e anch’essa vicina al M5s Orietta Berti.
La partita più delicata si gioca però sugli sponsor, cooperative in testa. Gli organizzatori della festa del parco Nord contano di convincere quelli storici a non spostarsi, togliendo altre risorse al disastrato Pd bolognese.