Il viaggio dei migranti sbarcati dalla Diciotti non si arresta: ieri sera sono arrivati a Rocca di Papa, sui colli romani, ma sarà solo una tappa in attesa di una destinazione finale, in una delle diocesi che hanno dato disponibilità alla Cei. Sono partiti ieri mattina da Messina, dove sono stati accolti per quarantotto ore nell’hotspot locale, dopo essere rimasti fermi cinque giorni nel porto di Catania. In cento hanno fatto circa 12 ore a bordo di due bus privati, scortati dalle pattuglie della polizia, per arrivare al centro Mondo Migliore.

MATTEO SALVINI, sabato scorso, aveva annunciato con tono vittorioso la soluzione al caso attraverso l’intervento dei vescovi, che avrebbero «messo mano al portafoglio». Una soluzione che, nei fatti, segna la sconfitta della linea del Viminale, riaffermando invece le idee di papa Bergoglio su una chiesa anti spinte xenofobe, impegnata sul fronte degli ultimi. Ieri sull’Avvenire le immagini dei migranti torturati nei campi libici: «Ho visto un filmato in cui si vede cosa succede a coloro che sono mandati indietro – ha spiegato il papa ai giornalisti -, le torture più sofisticate». Alla soluzione ha lavorato don Aldo Buonaiuto, della Comunità Papa Giovanni XXIII (che si occupa della liberazione delle donne vittime della prostituzione) ma poi si è messa in moto tutta la struttura della Chiesa, con il presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il cardinale Bassetti, e la Caritas, che valuterà le adesioni che stanno arrivando dalle diocesi.

A ROCCA DI PAPA però monta la protesta, in linea con il clima politico che alimenta la fobia contro il migrante. Lunedì sera a piazza Roma è apparso lo striscione «France’ portateli a San Pietro». Sui social gli attacchi si sono moltiplicati: «Portano malattie e criminalità», «danno fastidio alle donne», «la città ha già tanti problemi: se li tenga il Vaticano». In serata i migranti ancora non si vedono, un gruppo di residenti è arrivato all’ingresso del centro con i cartelli «welcome refugist», fronteggiati da esponenti di Casapound e Forza nuova al grido «siamo dalla parte degli italiani». La macchina dell’accoglienza comunque non si è fermata. La struttura può ospitare fino a 500 persone, e ieri mattina era piena a metà: «Si tratta di una situazione temporanea – spiega don Ivan Maffeis, portavoce della Cei – . Si fermeranno qualche giorno in più quelli che hanno problemi di salute. E ci sarà da effettuare la piena identificazione di tutti. Le spese sono a carico della Cei».

NELLA STRUTTURA c’è un presidio medico e un’equipe di psicologi: i migranti, reduci da torture e prigionia, avevano chiesto un sostegno post trauma già a bordo della Diciotti. Agli attacchi arrivati dalla popolazione ribatte don Aldo Buonaiuto: «Si tratta di polemiche inopportune. Parliamo di persone che sono debilitate ed è giusto vengano fatti i controlli ma non è giusto strumentalizzare problemi di salute. I cittadini si possono allarmare ma poi, spiegata la situazione, si tranquillizzino, non ci sarà nessuna invasione».

IL SINDACO di Rocca di Papa, Emanuele Crestini, prima ha attaccato: «È Salvini che li ha mandati, certamente non li ho chiamati io, la notizia l’ho appresa dai Tg». E poi ha smorzato i toni: «Molti di quelli che hanno protestato non sono residenti qui. Posso essere d’accordo con il loro disappunto ma il centro ne ha accolti molti di più. Devo garantire un giusto equilibrio tra l’accoglienza e la sicurezza dei cittadini. I media parlano di Castelli romani in rivolta, invece non abbiamo avuto alcun problema». L’ex sindaco Pd Pasquale Boccia rincara la dose: «Non è tollerabile. C’è rancore nei residenti, che si sta trasformando in odio. È un problema di numeri, non si può tenere un gruppo così massiccio di migranti senza fare nulla. Quello è un centro già fortemente compromesso».

COSÌ VANNO IN SCENA due film differenti. Da un lato la Chiesa con la politica dell’accoglienza contro il sovranismo del governo a trazione leghista (e addirittura si diffonde la voce che oggi potrebbe arrivare papa Bergoglio), dall’altro sui social si moltiplicano le proteste e Casapound annuncia per oggi una manifestazione in paese contro i migranti. Già a marzo Cp aveva inscenato un blitz anti-migranti durante il consiglio comunale di Grottaferrata, altro comune dei Castelli Romani, per manifestare contro il piano di accoglienza.