Trentaquattro comuni al voto oggi in Sicilia, il leader della Lega Matteo Salvini non si è sottratto al tour elettorale per sostenere i suoi candidati. Il 25 aprile, piuttosto che festeggiare la Liberazione, ha preferito utilizzare la funzione di ministro dell’Interno per andare a Corleone a inaugurare un commissariato e poi ancora a fare propaganda a Monreale, Bagheria, Caltanissetta, Motta Sant’Anastasia, Gela, Mazara del Vallo. Piazze piene, ma l’accoglienza non è stata sempre e solo calorosa. A Monreale, ad esempio, il 25 aprile ha trovato i lampioni nelle strade ricoperti di adesivi con grandi classici della Lega prima che si scoprisse a vocazione nazionale.

Per rinverdire vecchi fasti, si legge: «Carrozze metro solo per i milanesi», una perla di Salvini del 2008. E ancora: «Sono troppo distanti dalla nostra impostazione culturale, dallo stile di vita e dalla mentalità del Nord. Non abbiamo nessuna cosa in comune. Siamo lontani anni luce» appena l’anno dopo. «Il tricolore non mi rappresenta, non lo sento come la mia bandiera. A casa mia ho solo la bandiera della Lombardia e quella di Milano», ancora Salvini nel 2011. Venerdì è stata la volta di Caltanissetta, dove è arrivato per sostenere la candidatura a sindaco di Oscar Aiello.

Niente installazioni creative, ad accoglierlo invece un gruppo di contestatori che gli hanno urlato «vergogna» per poi intonare «Bella ciao». Ma Salvini non ha fatto una piega e ha replicato con il suo stile da post sui social network: «Uno che crede nel comunismo nel 2019 va abbracciato come un panda. Saluto i comunisti che stanno contestando e ricordo che istituiremo di nuovo l’educazione civica nelle scuole. Se voi amate i clandestini ci lasciate il conto corrente e li mantenete voi». Stesso copione in serata a Mazara del Vallo dove, per lanciare la volata a Giorgio Randazzo, gli fa ha fatto i complimenti sfoderando il classico sessista: «Lo avessi a Milano un sindaco di 29 anni con le palle».

Dalla piazza, però, un gruppo ha intonato «Mazara non si Lega» e il ministro ha replicato «mia figlia di 6 anni sarebbe in grado di dirlo» per poi lanciarsi in uno show: «Dovreste vergognarvi di sostenere la sinistra che non fa uscire l’acqua dai rubinetti. Siete intonati, vi mandiamo a tutti a Sanremo, X factor, The voice». Quindi ha sfoderato il nuovo classico: «Sono razzista perché dico che in Italia arriva solo chi ha diritto ad arrivare. Prima gli italiani, prima i siciliani».
Gran finale ancora contro la parte della piazza che urla «vergogna»: «Andate tutti a casa a vedere il Grande fratello, siete 30 cretini».

Le contestazioni, però, non arrivano solo da sinistra. Ieri è stato il governatore della Sicilia, il forzista Gianfranco Miccichè, ad attaccare il leader della Lega: «Salvini è arrivato sull’isola a dirci che ci libererà dalla mafia. Mischino, non lo sa che dalla mafia ci stiamo liberando da soli. Grazie a Salvini e Di Maio, che sono arrivati insieme in Sicilia, ho finalmente capito il senso del detto «i co…i camminano in coppia».