La strage del fiume killer, il governo chiede fondi all'Ue ma è lite sul condono

La strage del fiume killer, il governo chiede fondi all'Ue ma è lite sul condono
di Marco Conti
Lunedì 5 Novembre 2018, 07:00 - Ultimo agg. 13:25
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Quando servono soldi, il governo diventa super europeista. Un miliardo per il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Quaranta per il ministro dell'Interno Matteo Salvini. D'altra parte l'Italia è da record anche per le spese per risarcimenti da danni per maltempo: 61,5 miliardi dal 92 al 2012, secondo le stime diffuse ieri da Legambiente.

Per mettere in sicurezza il Paese dal rischio idrogeologico serve comunque tempo, oltre che denaro, e il governo, dopo aver messo smantellato la struttura Italia-sicura e rinunciato ad un miliardo di fondi Bei, va ora in cerca di risorse dal bilancio pubblico. Il miliardo di cui ieri ha parlato il presidente del Consiglio rischia infatti di non bastare. Almeno a leggere i piani di intervento urgenti presentati a suo tempo dalle amministrazioni regionali. Ed infatti il ministro dell'Ambiente Costa parla di un piano di sei miliardi nel triennio.
 
Argini da sistemare, torrenti da scavare, strade da mettere in sicurezza, arenili da custodire. Una serie lunga di progetti che va ben oltre l'emergenza e che sono da tempo a palazzo Chigi. Salvini teme le «letterine» di Bruxelles, ma come è accaduto in occasione dei terremoti, le spese per eventi simili dovrebbero essere conteggiate fuori dal patto. Ciò che ora il governo intende fare, come suggerisce il presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani, è attivare nel giro di tre mesi il Fondo di solidarietà europeo presentando una lista dei danni e delle opere da effettuare.

Conte ieri a Palermo ha parlato della necessità di ripulire i letti dei fiumi cercando anche di superare «qualche intralcio burocratico perché, ad esempio, ci sono vincoli paesaggistici nella rimozione di un albero o ostacoli di questo genere». Concetto analogo lo ha espresso il ministro Salvini, ma con toni più duri, parlando di «troppi anni di incuria e malinteso ambientalismo da salotto che non ti fanno toccare l'albero nell'alveo ed ecco che l'alberello ti presenta il conto». Sembra però difficile poter sostenere che i morti in Sicilia siano dovuti a qualche «alberello» non tagliato. Piuttosto la regione Sicilia è una di quelle che non ha presentato un piano di interventi urgenti e stavolta, davvero, la natura ha presentato il conto. Lo hanno invece fatto il Friuli, dove oggi il ministro Costa firmerà l'accordo di programma con la regione (60) milioni), e a seguire toccherà a Veneto (159), poi ancora Liguria ed Emilia Romagna. Sotto Roma non sembrano invece esistere ancora piani nè di messa in sicurezza nè per la demolizione dei manufatti abusivi.

Ovviamente ciò che è accaduto in Sicilia, con i nove morti nella villetta abusiva, ripropone anche il tema del condono edilizio per Ischia che M5S e Lega stanno votando in Parlamento. Nell'isola ieri si è registrato l'ennesimo smottamento e ciò spinge il Pd a chiedere nuovamente il ritiro del condono edlizio. Ma se non si tratta solo di semplice maltempo ma di effetti perversi dei cambiamenti climatici, ha ragione il ministro Costa a ricordare gli accordi di Parigi sul clima. Ma su questo punto le sensibilità interne alla maggioranza divergonoo perché la Lega a Bruxelles ha votato contro la ratifica di quegli accordi e il governo non solo ha fatto saltare, come sottolinea Matteo Renzi, il progetto Casa Italia di Renzo Piano, ma ha anche archiviato la legge sul consumo del suolo come sottolinea il verde Angelo Bonelli.

Nel prossimo consiglio dei ministri verrà deliberato lo stato di emergenza per le zone colpite pesantemente dal maltempo nonchè verranno stanziate le risorse necessarie per l'emergenza e i primi provvedimenti utili a superare la situazione attuale. E' quindi probabile, come annunciato dallo stesso Salvini, che verrà deliberato il rinvio del pagamento delle tasse per le popolazioni colpite dall'ondata di maltempo. Sempre ieri il ministero dell'Ambiente ha messo a disposizione delle regioni sei miliardi di euro in totale - 900 milioni a triennio - per finanziare i progetti di messa in sicurezza dei territori contro il dissesto idrogeologico.

Entro l'anno il governo promette anche di presentare il Piano Nazionale Energia e Clima attraverso il quale affrontare i problemi derivanti dai cambiamenti climatici, ma su questi aspetti il contratto di governo è molto fumoso se non assente. Nel testo non si parla mai di clima ma di cambiamenti climatici e molto generico è il riferimento alle fonti rinnovabili che però in Italia scendono da tre anni mentre la siccità estiva fa rallentare l'idroeletrico favorendo carbone e termoelettrico.

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