Omicidio di Chiavari, la pista dell'oro

Gli inquirenti indagano sui contatti ed affari del presente di Orazio Pino, l'orefice ed ex collaboratore di giustizia freddato martedì a Chiavari

Omicidio di Chiavari, la pista dell'oro
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Proseguono le indagini sull'omicidio di Orazio Pino, pentito di mafia, avvenuto martedì scorso in un parcheggio di Chiavari. E se, naturalmente, non si abbandona quella relativa al suo passato di collaboratore di giustizia e pentito di mafia, come riporta ampiamente il Secolo XIX di oggi si esamina anche il presente dell'uomo, la sua attività e contatti di orefice, anche al netto della burrascosa separazione con l'ex compagna e socia Adriana Hernandez Escobar, che nei confronti di Pino aveva sporto una denuncia (poi archiviata) e che, ha riferito, da lui riceveva frequenti minacce. Sulla donna, il fratello e nuovo compagno di lei, fra gli altri, è stato effettuato lo stub - l'esame per cercare tracce di polvere da sparo, che lascia residui dopo l'eventuale uso di un'arma da fuoco - per cui ora si attendono i risultati: e, secondo le dinamiche ricostruite, si rafforza anche l'ipotesi che a compiere il delitto possa non essere stato un killer solitario bensì più persone, uno scenario che appare più compatibile, al momento, agli inquirenti. I legali della vittima, da canto loro, escludono che attraverso il negozio d'oreficeria Orazio Pino potesse aver imbastito dei traffici illeciti: questo in quanto, pur non essendo più all'interno del programma di protezione da pentito, l'uomo era ancora controllato dalle Forze dell'Ordine e sottoposto all'obbligo di firma: uno scenario complicato in cui imbastire qualsiasi attività illecita. Ma tutte le ipotesi, al momento, restano percorribili.

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