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Salvini loda via social il vescovo Crepaldi sui profughi. Ma il presule si smarca

Il leghista rilancia l’intervista del prelato di Trieste intitolata: «Non esiste il diritto ad emigrare». Altolà della Curia: «Sintesi fuorviante, no a strumentalizzazioni»

1 minuto di lettura

TRIESTE «Non esiste alcun diritto di emigrare». Il virgolettato di monsignor Giampaolo Crepaldi, arcivescovo di Trieste, è apparso lunedì scorso a carattere cubitali come titolo di un’intervista rilasciata a “La Verità” di Maurizio Belpietro.

E ieri è stato rilanciato e postato a social unificati (Facebook, Twitter e Instagram), dal “capitano” Matteo Salvini con un “grazie” accompagnato dall’emoij “mani giunte”.

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Grazie

Un post condiviso da Matteo Salvini (@matteosalviniofficial) in data:

Migliaia i commenti, i like e le condivisioni dei fan del vicepremier, che ama giurare sul Vangelo con il rosario in mano.

».

Crepaldi, nell’intervista, aggiunge: «Accogliere e integrare può essere un obiettivo della politica, ma la Chiesa ha un obiettivo che va oltre: annunciare Cristo». Infine parole nette sul dialogo impossibile con l’Islam. «Non bisogna far finta - spiega Crepaldi - che nella teologia islamica non ci siano elementi che rendono difficile l'integrazione. L'idea di Dio come volontà, le sue leggi come decreti a cui obbedire alla lettera, l'impossibilità di un diritto naturale, la coincidenza tra legge islamica e legge civile». Un’incompatibilità pressochè assoluta. «Illudersi che queste e altre caratteristiche possano mutare è ingenuo, come pensare che un cattolico possa rinunciare alla Trinità di Dio e all’incarnazione di Gesù». —


 

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