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L’Anpi denuncia: apologia di fascismo quella cerimonia tenuta in Comune

La presidente locale Di Gianantonio: una città che accoglie i collaborazionisti non può aspirare a essere capitale europea della cultura

Marco Bisiach
2 minuti di lettura

Gorizia, il giorno delle tre manifestazioni: Decima Mas, Anpi e CasaPound

GORIZIA «Quanto accade in Municipio con la cerimonia dei reduci della Decima Mas è apologia del fascismo». È un messaggio forte quello che ieri si è alzato al cielo di piazza Vittoria, dove si è svolta la manifestazione antifascista promossa dall’Anpi.

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Erano circa in trecento, secondo gli organizzatori (molti di meno invece per le forze dell’ordine), e hanno fatto sentire la loro voce e la loro posizione in un clima complessivamente sempre rimasto molto tranquillo, con due soli fuori programma.

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È passato in realtà quasi inosservato che due automobilisti in transito ai lati della piazza hanno suonato un po’ di volte il clacson della loro vettura, non è chiaro se per coprire o per sottolineare gli interventi dei manifestanti.

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Il secondo, ben più incisivo, quando un gruppetto di persone ha contestato il Partito democratico, colpevole a loro dire di «essere il partito che ha fatto di più per sdoganare il fascismo»: innanzitutto quando a prendere la parola è stato il presidente dell’assemblea del Pd Alessandro Zanella, e in un secondo momento, direttamente con un intervento al microfono. Nel primo caso le forze dell’ordine hanno cercato di contenere il tono della protesta per evitare si alzasse la tensione, nel secondo gli organizzatori hanno tolto la parola a chi interveniva, spiegando che il senso della manifestazione era quello «di avere una piazza unitaria e unita».

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Tornando ai contenuti dell’iniziativa dell’Anpi, gli interventi più lunghi e articolati sono stati quelli della presidente della sezione di Gorizia Anna Di Gianantonio – che ha stigmatizzato «il tentativo del sindaco Ziberna di farci passare per dei facinorosi che rompono la pace cittadina, e di far diventare buoni invece i fascisti che manifestano tranquillamente in città», e ha detto che «una città che accoglie i collaborazionisti dei tedeschi nazisti non può aspirare ad essere capitale europea della cultura con Nova Gorica» –, e del presidente provinciale Ennio Pironi. Che, a sua volta, ha criticato duramente la scelta di impedire all’Anpi di manifestare davanti al Municipio, e ha ricordato che invece ci sono tutti gli strumenti legislativi per poter impedire cerimonie ed eventi pubblici che non rinneghino il fascismo riconoscendo la Costituzione. Ma l’iniziativa di piazza Vittoria è stata appoggiata da tantissime autorità, associazioni, forze politiche.

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Se l’attore, scrittore e musicista Moni Ovadia ha fatto pervenire all’Anpi un videomessaggio, c’erano tra i tanti i consiglieri regionali del Gruppo misto Furio Honsell e del Pd Diego Moretti, i rappresentanti di Ssk («Se i reduci della Decima possono venire a Gorizia è solo per chiedere scusa delle atrocità commesse», ha detto il segretario Julijan Caudek), Skgz, Cgil, il già citato Pd, Forum (il consigliere comunale Andrea Picco ha detto di essere stato fatto uscire dal Municipio mentre si svolgeva la cerimonia dei reduci, aggiungendo che «Gorizia non è fascista come il sindaco Ziberna»), Sinistra Italiana, Potere al popolo, Rc, Pci, Open Fvg e Verdi.

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Tra i molti interventi, anche quello della storica Claudia Cernigoi, che ricordando l’evento di presentazione al circolo della stampa di Trieste del suo ultimo libro sulle foibe ha denunciato che «il presidente della Regione Fedriga ha tacciato quell’evento come un convegno negazionista, aggiungendo pesanti giudizi politici su un lavoro di cui non conosce i contenuti. È molto grave, inaccettabile e anti democratico». —


 

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