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Il saluto di don Nadir Pigato «ha aiutato le persone deboli»

L’omaggio del sindaco Raugna. Tra i fedeli in basilica assenti i bambini dell’asilo a cui il sacerdote ha dedicato tanto impegno. In partenza anche il parroco Centomo

Antonio Boemo
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Antonio Boemo / GRADO

Solenne messa di commiato ieri in basilica a Grado del vicario parrocchiale don Nadir Pigato presente nell’isola da 12 anni e ora destinato a occuparsi, dopo un periodo di formazione, della pastorale diocesana della salute che lo porterà a essere anche il parroco della cappella dell’ospedale civile di Gorizia.

«Un compito delicato e particolare», ha sottolineato don Nadir durante la celebrazione che a tratti l’ha visto commuoversi. Ha detto di non essersi mai trovato solo a portare avanti la sua missione ringraziando chi gli è stato vicino in questi anni ricordando in particolare di aver seguito le persone più deboli e soprattutto stando vicino ai bambini dell’asilo parrocchiale, cosa che è assolutamente vera.

Ma ieri in basilica i piccoli con i loro genitori proprio non si sono visti (si è notata solo la presenza di alcune ex dell’asilo ormai diventate ragazze che hanno voluto salutare il sacerdote). Don Nadir ha ricordato altresì i momenti di difficoltà della vita e ha chiesto perdono se ha mancato verso qualcuno, se non ha sempre capito e accolto tutti come si dovrebbe. Ma, e l’ha detto chiaramente, ciò fa parte degli aspetti della natura umana.

Al termine dell’omelia c’è stato un applauso da parte dei soli circa 130 fedeli che hanno potuto accedere alla patriarcale basilica di Sant’Eufemia che come ben si sa continua a osservare strettamente le prescrizioni anti Cocvid.

A intervenire verso la fine della celebrazione è stato il parroco monsignor Michele Centomo, anche lui in partenza dopo 5 anni di presenza a Grado, che rivolgendosi a don Nadir ha esordito dicendo: «Come passa il tempo…». Lo ha poi ringraziato a nome della comunità ribadendo l’attenzione che ha avuto verso i piccoli dell’asilo e per essere stato vicino a chi ne aveva bisogno.

A nome della comunità gli ha consegnato un omaggio cosa che ha fatto, ma a celebrazione ultimata, anche il sindaco Dario Raugna che dai piedi dell’altare è intervenuto facendo riferimento a un sacerdote «che ha lavorato nell’ombra, discreto, e che ha portato conforto alle persone più deboli».

La solenne messa è stata accompagnata dal Santa Cecilia di Grado che dopo due anni si è presentato con il coro e in questa occasione anche con l’orchestra. È stata eseguita la splendida messa di Santa Caterina di Rota e a conclusione è stata cantata la “Madonina de la bricola” di Ilario Fanò (parole) e Giorgio Pastoricchio (musica). Al termine all’esterno del sagrato come sempre pieno di fedeli c’erano diversi gradesi che avrebbero voluto salutare don Nadir ma i due sacerdoti si sono diretti invece direttamente verso la sacrestia. —

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