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La maestra vieta al parroco di recitare il Padre Nostro per benedire la scuola

È successo davanti ai bimbi. La decisione adottata dagli insegnanti per non urtare chi ha abbracciato un’altra confessione religiosa

Alessandra Ceschia
2 minuti di lettura

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Niente “Padre nostro” per gli alunni della scuola elementare di Precenicco, nemmeno per la benedizione del nuovo istituto dopo l’intervento di restauro, per non urtare le sensibilità di chi che hanno un altro credo religioso. A interrompere don Cristiano Samuele Zentilin che, mercoledì, con una mano all’acquasantiera, si apprestava a recitare la preghiera è stata un’insegnante, spiegandogli che non era consentito farlo. Parole come pietre per il parroco, chiamato a inaugurare il rinnovato istituto con i crismi della tradizione, ma anche per i presenti, il presidente del consiglio regionale Piero Mauro Zanin, l’assessore regionale Graziano Pizzimenti, i consiglieri regionali Mauro Di Bert e Maddalena Spagnolo, i consiglieri comunali di maggioranza e i rappresentati delle associazioni locali, oltre ai tecnici e al corpo docente, tutti schierati di fronte a un parterre di un’ottantina di allievi dell’istituto intitolato ad duca d’Aosta Emanuele Filiberto seduti sul prato.

È bastato un attimo perché sul clima festoso che si era creato in occasione del primo giorno di scuola iniziasse a spirare un vento gelido dominato dal silenzio.

Ma il commenti non hanno tardato a manifestarsi, come pure le proteste. E se il parroco ora sceglie la via del silenzio, a farsi interprete del suo smarrimento è Di Bert. Ne fa «una questione di rispetto nei confronti del religioso che nel suo intervento aveva invitato al rispetto nei confronti degli altri, spiegando che l’ora di religione serve anche a educare alla convivenza. Ma – osserva Di Bert– chi ha chiamato il parroco lo ha fatto per un motivo preciso, fargli impartire la benedizione con rituali che tutti conosciamo, salvo poi fermarlo dinanzi a tutti».

Ne fa una questione etica Piero Mauro Zanin: «Recitare in pubblico il Padre nostro, la preghiera con cui tutti siamo cresciuti, viene ritenuto un atto “politicamente scorretto”, da proibire in pubblico – esordisce –. Non sono affatto d’accordo con questa impostazione culturale, che con la scusa di non urtare la sensibilità di persone che possono pensarla in maniera diversa rischia di estraniarci non solo dai nostri valori, ma anche dalle nostre tradizioni. Nessuno discute o contesta la laicità dello Stato e dell’istituzione scolastica pubblica – premette –, ma stoppare sul nascere la recita di una preghiera davanti a bambini di prima e seconda elementare mi pare davvero eccessivo».

Non una scelta che dipenda dall’amministrazione comunale, mette subito in chiaro il sindaco Andrea De Nicolò «per quanto ci riguarda quella preghiera non ledeva la sensibilità di chi abbraccia altre confessioni religiose, ma anzi, proprio per come era stata posta dal parroco poteva essere un arricchimento. Tutti, io per primo che sono cattolico praticante – aggiunge De Nicolò – siamo rimasti spiazzati tanto quanto il parroco, a breve inaugurerò la biblioteca e le tribune nel campo sportivo, con tanto di benedizione del parroco». Parla di «limitazioni ai valori fondanti della nostra società dai quali nessuno può ritenersi offeso limitato» il consigliere Spagnolo. E intanto si levano le voci sgomente dei genitori, esclusi dalla cerimonia per il rispetto delle norme Covid. —



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