Il Tirreno

L'opera e la sinergia

Da Massa ad Algeri, così la statua di Alì Piccinin «rafforza i legami»

Ivan Zambelli
Da Massa ad Algeri, così la statua di Alì Piccinin «rafforza i legami»

Inaugurata la scultura dedicata al ragazzo di Mirteto. Il sindaco: «Evento storico grazie all’unione del territorio»

25 gennaio 2022
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Massa. Da Massa ad Algeri, 400 anni dopo. Ieri mattina è stata svelata la statua dedicata ad Alì Piccinin, il ragazzo nato a Mirteto e che venne fatto prigioniero da pirati algerini. Di Alì Piccinin e della sua origine mortegiana si è iniziato a parlare grazie al romanzo di Riccardo Nicolai, che ha il merito di aver accertato l’origine massese di Alì Bitchin, un personaggio che ha avuto un ruolo di prim'ordine nella città di Algeri tra ‘500 e ‘600. Arrivato prigioniero, divenne prima corsaro, poi rais, ammiraglio e infine pascià d'Algeri. Ormai ricco e potente, per conquistare il cuore di una principessa il 4 marzo del 1622 eresse la Moschea che porta il suo nome, e che adesso, per i 400 anni dalla fondazione, vedrà tornare sotto forma di statua il “leone dei marmi”. L’opera è stata realizzata dagli studenti del liceo artistico F. Palma, sulla base del bozzetto della 18enne Giulia Vatteroni.

Ormai conclusa, all'inaugurazione erano presenti l’ambasciatore algerino Abdelkrim Touahria e la console generale di Algeria a Milano Nassima Hocine. Ad accoglierli all’interno della scuola, oltre che la dirigente Ilaria Zolesi, gli studenti, il docente Pier Paolo Della Pina e Nicolai, anche il sindaco Francesco Persiani, il presidente della provincia Gianni Lorenzetti e il consigliere regionale Giacomo Bugliani. Tante figure, istituzionali e non, che hanno contribuito a questo progetto, «dal percorso lento e a tratti faticoso», ha ricordato Lorenzetti, ma necessario per saldare le relazioni tra le due sponde del Mediterraneo. La scultura infatti non è solo un dono artistico, ma anche un modo per proseguire nella cooperazione tra Italia ed Algeria. Proprio della cooperazione ha parlato l'ambasciatore, spendendo elogi agli studenti e alla città, ed auspicando che «questa possa essere la prima pietra per un percorso di cooperazione tra l’ambasciata e la città di Massa. Le mie porte rimangono aperte, per favorire qualsiasi iniziativa per rafforzare i legami».

I legami sono molti, sia passati che presenti, basti pensare che la Moschea venne realizzata con marmo dalla Brugiana, e che ogni anno dal porto di Carrara transitano diverse navi algerine. Anche il sindaco Persiani, parlando di questo come di un «evento storico», ha rimarcato lo scambio interculturale, «e che darà sviluppi, anche economici. Ce lo auguriamo, per l'Italia e per Massa. Il tutto è avvenuto attraverso quell’unione del territorio che spesso lamentiamo non esserci ma che poi nei comportamenti vediamo essere presenti».

E il riferimento era ad esempio all'Autorità portuale di Marina di Carrara, alla Perioli spa che trasporterà la statua in Algeria, ed alla Fondazione marmo onlus, che ha sostenuto i costi per il percorso, «perché unisce due nostre priorità», ha commentato la presidente Bernarda Franchi: «La formazione delle giovani generazioni e la valorizzazione dell'identità del nostro territorio in una prospettiva internazionale».

La Fondazione Marmo Onlus, in particolare, ha sostenuto i costi per lo svolgimento del percorso di competenze trasversali e orientamento (Pcto), per la sbozzatura a robot e la realizzazione della scultura. «Gli studenti hanno avuto modo di sperimentare in prima persona come nasce un'opera, dalla documentazione ai disegni, dai bozzetti all'organizzazione di una mostra, fino alla realizzazione della scultura» ha spiegato Paolo Della Pina.

Fatti i saluti generali, conclusi con il dono di una copia dell’habus della Moschea di Alì Piccinin (un documento che rende inalienabile un immobile, ndc), il gruppo si è trasferito al laboratorio Mosti Art Sculptures, dove è stata realizzata la statua.

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