Children of the Corn 4 (1996) Inferno a Grand Island

Quando i grandi della Z sono intenti a sfornare sequel come non ci fosse un domani, i ragazzini devono stare zitti e limitarsi a giocare con il grano…

Nell’agosto 1995 “Fangoria” annuncia che Greg Spence dirigerà Children of the Corn IV per la Miramax: ah però, addirittura una casa così importante si occupa di sequel-spazzatura?
Mentre tutti si chiedono chi diavolo sia ’sto Spence, intanto la Miramax passa a prodotti più “seri” – c’è Dal tramonto all’alba (1996) da tarantinare in giro – e come sempre lascia che sia la “figlia” Dimension Films a sporcarsi le mani.

Il logo dell’orrore

Oggi tutti amano Il Trono di Spade e lo salutano come uno dei grandi prodotti della modernità, ignorando che nasce su basi fatte di grano marcio. Perché fra i suoi produttori c’è il citato Greg Spence, che nel 1996 scalpitava perché da grande voleva fare il regista e lo sceneggiatore: Children of the Corn: The Gathering, il suo esordio in entrambe le professioni, ha dimostrato che per favore è il caso che favorisca l’uscita. Ciao, Greg, mandaci una cartolina da Fantasilandia o dove accidenti è ambientato il Giocotrono.

Uscito in patria l’8 ottobre 1996, solo nel 1999 la Cecchi Gori lo porta in VHS italiano con il fantasioso titolo di Inferno a Grand Island, privo di qualsiasi richiamo alla saga, e il 20 agosto 2003 a mezzanotte Italia1 lo trasmette con lo stesso titolo. Eagle Pictures e Miramax lo presentano in DVD dal 2012.

La prova che bravi produttori non sono anche bravi registi

Il grano sta marcendo, e un anno se ne va: sto diventando messia di Colui che Cammina tra i Filari, e sai che non mi va…
Purtroppo non sono queste le parole della sceneggiatura: ne usa di meno e molto più confuse.

Come sono lontani i colori accesi dei primi film

Siamo a Grand Island, capitale internazionale del chissenefrega, dove tutti sono dediti al lavoro nei campi e dove il medico del paese viene direttamente dalla Cabot Cove della Signora in Giallo: William Windom.

Una vita a fare il dottore per la Fletcher, e ora lo faccio per il grano…

Quando la signora Rhodes (una Karen Black stagionata che non si capisce quanto reciti e quanto sia davvero fuori di melone) non è più in grado di essere autosufficiente, torna in paese sua figlia, che anni prima aveva cantato «Paese mio, ti lascio: io vado via» come i Ricchi e Poveri.
Dopo la Charlize Theron esordiente nel terzo episodio, ora tocca alla giovane Naomi Watts lasciare la sua impronta nel grano.

La ragazza che lasciò il grano per la città

Essendo lei dottoressa nell’Ospedale di Vattelapesca, in automatico diventa primario di granologia di Grand Island, perché gli ospedali dei paesi sono contenti se la gente arriva, si infila un camice e comincia ad operare i pazienti. Così, sulla fiducia.
Ma in fondo c’è grossa crisi, in paese: un’ondata di strane febbri sta colpendo tutti i bambini, con perdita di denti e peggio ancora ambizioni attoriali che li spingeranno a fare filmacci come questo. Un pericolo da estirpare.

Bambini che crescono malati, con la voglia di recitare in filmacci targati Dimension

Alternando scene ospedaliere a scene casalinghe dove due vecchie – ma chi sono? – raccontano di quella volta, allora sì, signora mia, che qui erano tutti filari e ci si poteva camminare: oggi Colui che Prova a Camminare tra i Filari trova tutte antenne di cellulari.
Sbiascicando parole a caso, pare di capire che la città è maledetta da quando due predicatori cattivi hanno torturato un ragazzino che aveva la vedenza, che sapeva prevedere tutto tranne che due predicatori cattivi l’avrebbero maltrattato: e allora che ce l’hai a fare la vedenza? A predire l’arrivo di un qualsiasi Messia so’ boni tutti…

Prevedo che mi servirà un chirurgo plastico

Nel marasma confusionario di una sceneggiatura scritta su una pannocchia arrosto mi sembra di capire che la malattia dei bambini li stia trasformando negli adepti del predicatore col nome biblico – tipo Josiah, Vossia o Chiunque Sia – ma non è chiaro: sarebbe stata una bella trovata ipotizzare che la voglia dei ragazzi di uccidere gli adulti dipenda da una malattia del grano che li fa uscire di capoccia, ma gli sceneggiatori non arrivano a certe vette: sono più terra terra, anzi grano grano.

È un’altra grande giornata di omicidio, a Grand Island

Malgrado una buona fotografia, o almeno un tentativo di esserlo, e addirittura attori che potrebbero assomigliare a degli attori – cioè premesse insperate per un filmaccio Dimension – la sceneggiatura è un marasma così indigesto che non si riesce a salvare manco questo quarto episodio.

DVD Eagles Pictures 2012

Nessuna rivista dell’epoca spreca una sola parola per il film, ma la consueta recensione home video del Dr. Cyclops di “Fangoria” (gennaio 1997) è benevole: è un film che non si salva ma meno peggio del solito.

Grande difetto della storia è l’assenza totale di un “cattivo”. Scomparso Colui che Cammina tra i Filari – che ho citato per ricordarlo ai lettori ma in realtà mai nominato nel film – scomparso il predicatore bambino, almeno fino alla “resurrezione” finale (scena dimenticabilissima), cosa rimane della vicenda? Dei bambini con la febbre e un ragazzino che uccide la madre, mentre una dottoressa compie analisi del sangue per capirci di più: davvero poco, anche per gli standard di questa triste saga.
Non c’è niente a cui aggrapparsi, solo scene che lentamente portano ad un fiacchissimo finale senza senso: non c’è nulla da salvare in questo film.

L’unica cosa buona del quarto episodio… è che non è odioso come il quinto, che ha scatenato le furie di Evit, come vedremo la settimana prossima.

L.


Bibliografia

  • The Terror Teletype, da “Fangoria” n. 145 (agosto 1995)
  • The Video Eye of Dr. Cyclops, da “Fangoria” n. 159 (gennaio 1997)

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25 risposte a Children of the Corn 4 (1996) Inferno a Grand Island

  1. Evit ha detto:

    Mi fa ridere che io diventi parte della recensione 😄
    Il 5 mi ha fatto letteralmente impazzire e ancora ne parlo con odio. Comunque per questo 4, come osi immaginare sottotrame intriganti nelle quali è coinvolta la sci-Enza??? I bambini ucciso perché sì! Ebbasta!

    Molto divertente come sempre, Lucius.

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  2. Evit ha detto:

    Ho guardato il trascritto dei dialoghi originali per capire se la rimozione di COLUI CHE CAMMINA TUTTO TRAFELATO DIETRO I FILARI DI GRANTURCO MARCIO PERCHÉ NESSUNO LO RACCOGLIE (era così il nome no?) è una cosa della versione italiana e invece no, anche in inglese non lo nominano mai, chissà se non avevano ottenuto i diritti per menzionarlo. Questo ha dato la scusa alla CG per dargli un titolo slegato dagli altri.

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  3. Evit ha detto:

    Mi ricordi quale di questi film ha la scena dell’ambulanza al buio nel campo di grano? Lo confondo con un episodio di X-Files o questa scena c’è davvero nella serie dei bambini agricoltori?

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  4. Conte Gracula ha detto:

    Hanno mai fatto un Children of the Corn in cui dare la colpa di tutto alla Monsanto? Sarebbe una svolta incredibile!

    Temo invece il giorno in cui qualcuno si accorgerà che da corn a porn cambia solo una consonante 😛

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  5. Willy l'Orbo ha detto:

    Per descrivere le sensazioni che mi suscita la pellicola (non vista) userò le tue illuminanti nonché magnifiche parole: un film davvero grano grano! 🙂
    Soprattutto, attendo spasmodicamente la recensione del quinto e l’ira funesta di Evit! 🙂 🙂 🙂

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  6. The Butcher ha detto:

    Sono rimasto sconvolto per tre cose:
    Motivo numero uno: quattro capitoli?!
    Motivo numero due: Naomi Watts?!
    Motivo numero tre: Charlize Theron nel precedente?!

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  7. Giuseppe ha detto:

    Beh, io ho imparato istintivamente a NON amare questa saga già dal secondo capitolo, ragion per cui non credo che l’ira di Evit (potrebbe essere il titolo per uno spin-off: “Children of the corn: The last days – L’ira di Evit”) mi sorprenderà 😀
    Granturco mio ti lascio e vado via
    Un buon popcorn tu non sei stato mai
    Sai di tutto e sai di niente
    Nessun film cambiare ti farà
    Ormai per te sarà quel che sarà 😉

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  8. Cassidy ha detto:

    Dal grano esce a sorpresa anche Evit, questo si che è un colpo di scena! 😉 Ora tutti si lamentano del finale di “Giocotrono” (grazie per la citazione!) ma qui hai dimostrato che fin dalle basi era tutto marcio, però bisogna dire che almeno questi film sono stato l’inizio della carriera di un paio di bionde di livello, ben venga anche Naomi, un’altra che non ha mai avuto paura di sporcarsi le mani, per un po’ è stata “Miss Remake” 😉 Cheers

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Appena ho visto un volto noto nel film mi sono sfregato le mani: sicuramente appena Naomi è diventata famosa per “Ring” (2002) e “King Kong” (2005) avrà rilasciato interviste a valanga dove avrà raccontato chissà quanti aneddoti sui set dei suoi film precedenti…. ZERO carbonella, invece.
      Nelle riviste dei primi Duemila è la “nuova Fay Wray”, la bionda di King Kong (già era dimenticata la Jessica Lange del ’76!) e i giornalisti per descrivere la sua carriera citavano “Children of the Corn 4” senza mai andare oltre. E sì che l’attrice britannica aveva già un curriculum lungo un braccio, e addirittura era stata protagonista dell’americano “Mulholland Drive” (2001) di Lynch: possibile fosse una totale sconosciuta nel 2005? Per i giornalisti cinematografici sì, quindi interviste con il contagocce e niente aneddoti sul set: Naomi Watts nasce con King Kong, e probabilmente ci muore pure, per i giornalisti americani…

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