Il Casino dell’Aurora all’asta: la residenza barocca romana, adornata dalla pittura murale di Caravaggio, torna sul mercato e accende la fantasia dei collezionisti

La storia millenaria di Roma si è incarnata nel volto di una città che presenta oggi una stratificazione urbanistica unica nel suo genere. Le vie della Capitale trasudano un’estetica variopinta e poliedrica capace di raccontare le epopee personali che si sono consumate in un palcoscenico dall’eccezionale scenografia. 

Roma è un vero e propio teatro a cielo aperto e tale aspetto, sviluppatosi prevalentemente  tra la fine del XVI e XVII secolo, diventa più dirompente che mai con l’ingresso del movimento Barocco. La spettacolarizzazione dello spazio cittadino diventa strumento di narrazione ideologica e religiosa, voluta dai signori della Chiesa che rendono Roma il vocabolario iconografico di una revisione ecclesiastica ritenuta necessaria dopo la frattura tra l’istituzione romana e quella protestante, nata dalla riforma Luterana.

«L’esaltazione dei moti fisici e spirituali oltre ogni norma di classica contenutezza», così Benedetto Croce descrive un movimento nel quale si rintraccia la ricerca del prestigio da parte dei Papi e dei Cardinali che, grazie a questa categoria estetico-stilistica capace di irrompere nello spazio e non rimanere rinchiusa nei canoni tipici di ciò che osserviamo nella precedente produzione rinascimentale, vogliono proiettare la propria influenza. Di questa idea è infatti anche il Cardinale Scipione Borghese, grande collezionista e finanziatore dell’arte e della bellezza in ogni sua forma, che nei primi anni del ‘600 commissiona all’architetto Fiammingo Jan Van Santen, conosciuto in Italia come Giovanni Vasanzio, il Casino dell’Aurora, residenza signorile unanimemente riconosciuta oggi come un gioiello del barocco romano, che sorge sul colle del Quirinale, nel cuore della città eterna, all’interno del prezioso complesso architettonico di Palazzo Pallavicini Rospigliosi in Via XXIV Maggio, 43.

Casino Aurora Pallavicini

La notizia della sua messa all’asta accende la fantasia collettiva ma soprattutto esalta il desiderio di amatori e collezionisti di possedere una dimora dall’evidente prestigio che si mostra come un vero scrigno di capolavori; il valore dell’immobile, solo apparentemente inestimabile, sale vertiginosamente grazie alle splendide decorazioni che fregiano le sue pareti e i suoi soffitti. All’interno del Casino è infatti presente l’unica pittura murale, ad oggi conosciuta, che porta la firma di uno dei maestri assoluti del barocco e dell’intera arte italiana, Michelangelo Merisi, il Caravaggio.

L’opera viene riconosciuta come frutto del lavoro e del genio di Caravaggio solo nel 1969 dalla storica dell’arte Giuliana Zandri che ne data l’esecuzione tra il 1597 e il 1600. Dopo molti secoli di buio l’opera viene restaurata, facendo tornare alla luce la sua magnificenza. Le tre divinità protagoniste della scena descritta dal Caravaggio sono state ispirate proprio dalle fattezze dello stesso artista che inserisce tre differenti autoritratti nei volti di Giove, Plutone e Nettuno, facendoli interagire in una scena in cui è centrato un grande globo lunare, immerso in un nebuloso cielo notturno. 

Non è certo la prima volta che il Casino dell’Aurora è soggetto a un passaggio di proprietà: infatti già nel 1708 la struttura, nonostante la disarmante bellezza dei suoi interni, viene ceduta dal Cardinale Borghese alla famiglia Pallavicini-Rospigliosi, da cui deriva la sua attuale denominazione. Resta ora da attendere fino al 17 gennaio 2022, data dello svolgimento dell’asta, per sapere chi sarà il nuovo proprietario della residenza, che ancora oggi custodisce, oltre alla pittura di Caravaggio, decine di manufatti capaci di meravigliare allo stesso modo un pubblico che, si auspica, avrà modo di contemplare tale bellezza, almeno in occasione delle operazioni di vendita.

Caravaggio
Veduta del parco di Villa Ludovisi (Claude Joseph Vernet, 1749, olio su tela, Ermitage, San Pietroburgo)