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mercoledì, Maggio 1, 2024
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Il pentito su Don Michele Barone: “Sono più sacerdote di lui”. Si aggrava la sua posizione

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Non solo riti di esorcismo e sesso, ma anche un atteggiamento smaliziato che poco c’entra con la deontologia di un sacerdote. E’ quanto emerge dalle ultime rivelazioni rese pubbliche dalla trasmissione mediaset “Le Iene, che per prima ha puntato i riflettori sul “giro” di Don Michele Barone.

A peggiorare ulteriormente la posizione del sacerdote di Casapesenna sono stati i racconti dell’omonimo cugino pentito, ex uomo di Michele Zagaria, che ha deciso di collaborare con la giustizia e che ha parlato anche in merito alla figura del parente. Secondo quanto riferito, all’epoca in cui don Michele era cappellano del carcere, avrebbe portato le “ambasciate” dall’interno all’esterno della casa circondariale, e viceversa, per due personaggi di spicco della camorra dell’Agro Aversano. “Vista la sua disponibilità e vicinanza con il mondo della criminalità ero certo che potesse essere investito di “ambasciate” dal carcere verso l’esterno. So che Luigi Diana, detto “o’manovale” ha detto Michele Barone ai magistrati “e Nicola Panaro, hanno utilizzato don Michele per ambasciate all’esterno, me lo disse mio cugino stesso”.

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Un’ulteriore frase emblematica che emerge dai verbali riassumerebbe tutto quello che emerso in questi mesi di inchieste: “Per quanto possa apparire strano, viste le mie esperienze criminali, sono più sacerdote di lui. Lui portava solo la tunica del sacerdote, ma il sacerdote vero e proprio non l’ha mai fatto” ha riferito.

 

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