«Qui no, vai via, vai in fondo, sei di un altro colore e di un’altra religione». Ripetetele queste parole, masticatele tra i denti. Se sentite il bisogno di abbassare la voce e di dimenticarle al più presto possibile è perché siete umani. Appartenete alla società civile, quella che è alla base della democrazia che garantisce la quiete e vi permette di costruire il futuro futuro, giorno per giorno. Eppure, questi sono tempi cupi. Neri, senza luce. Come in un tunnel che, però, non ha alcuna uscita. E’ l’anno 2018, questo qui, e accade che una signora sui 45 anni vada in escandescenza perché il posto accanto a lei è stato comprato da un ragazzo come tanti. Con l’unica colpa, sempre e solo per la signora in questione, di essere di colore. Il ragazzo si chiama Mamadou ed ha 25 anni: vive e lavora a Bolzano ed ha tutte – ma proprio tutte – le carte in regola.
Dopo il vergognoso atto di razzismo della signora è scoppiato in lacrime. E’ riuscito solo a farfugliare che non aveva alcuna colpa, che aveva acquistato il biglietto per la tratta Trento-Roma e che voleva solo riposare durante il viaggio. Ma non è stato sufficiente. Alcune passeggere ci hanno messo una pezza, accettando il cambio posto. Intanto, all’autista del bus della compagnia Flixbus è venuto il voltastomaco. Ha chiamato la Polizia che, arrivata alla fermata del bus, ha denunciato la signora. Sul caso, anche la compagnia ha voluto dire la sua, per censurare il vile comportamento della passeggera. “Ci rincresce che un simile episodio si sia verificato a bordo di un nostro autobus, come operatori della mobilità, da sempre ci impegniamo a garantire a chiunque la possibilità di viaggiare e ricongiungersi coi propri cari, e così continueremo a fare”, hanno scritto attraverso un comunicato stampa.
