Atripalda, ricatto hard anche al parroco, “Paga o diffondo il video”: Tre a processo

Paga o diffondo i nostri video hard”, era la frase che i tre ripetevano alle loro vittime.

Tra queste anche un sacerdote di Atripalda: “Li vedranno il vescovo e i parrocchiani. Tutti sapranno quello che fai”.

Ma il prete non si era lasciato intimorire.

Alla richiesta di somme di danaro, aveva risposto con una denuncia dalla quale sono partite le indagini.

Altre richieste del genere erano state fatte pure a commercianti dell’hinterland avellinese finiti nella trappola ma pronti a denunciare.

Pure perchè quella bastardata era veramente falsa e quindi le vittime hanno avuto la forza di opporsi al ricatto, avendo nulla da nascondere o farsi perdonare.

Infatti le scene per così dire hard venivano girate in modo ruspante, senza mettere in evidenza situazioni da cui si potesse immaginare qualcosa di sexy.

In una di queste, si vedeva una ragazza (era minorenne all’epoca dei fatti) in abiti succinti nell’esercizio commerciale della possibile vittima alla quale poi veniva richiesta una somma in danaro per non fare visionare le immagini, magari, a moglie e figli.

Non erano ruspanti invece le richieste di danaro e le intimidazioni nei confronti dei soggetti prescelti dai tre giovani improvvisati registi e sceneggiatori.

Le richieste venivano avanzate anche attraverso i social, con profili falsi.

I tre indagati, ad avviso degli inquirenti, avrebbero minacciato il prete, finanche in parrocchia, il quale non aveva ceduto al ricatto a luci rosse.

Così pure diversi commercianti.

Messi assieme gli atti investigativi, si è arrivati alla individuazione degli autori dell’azione criminosa.

Di questi tre soggetti, due uomini e una ragazza all’epoca minorenne, sono state rese solo le iniziali (A.R., S.J e C.D.) ma i loro nomi sono sulla bocca di tanti cittadini delle zone tra Aiello del Sabato, Cesinali, Atripalda.

Pare che i diretti interessati avessero minimizzato su quelle voci che parlavano di una inchiesta, di reati, di possibili problemi giudiziari.

Di sicuro non hanno fatto una bella figura quando si è saputo che l’inchiesta curata dal sostituto procuratore Fabio Massimo Del Mauro, ha portato alla richiesta di rinvio a giudizio per quei tre che dovranno comparire dinanzi al giudice per l’udienza preliminare, dottor Marcello Rotondi, il prossimo 10 luglio.

I fatti risalgono ai primi mesi del 2016. L’accusa è di truffa, tentata estorsione aggravata, minacce e molestie o disturbo a persone.

 

 

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