MOUNTAIN BIKE IN SARDEGNA 70 percorsi nel sud e centro

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MOUNTAIN BIKE IN SARDEGNA 70 percorsi nel sud e centro

Amos, Peter e Davide (ph. Mattia Vacca)

Peter Herold Amos Cardia Davide Deidda

Peter Herold Amos Cardia Davide Deidda

Peter Herold, inglese di nascita (1964) ma sardo d’adozione, è stato il promotore presso Versante Sud di questa guida alla MTB in Sardegna. Vive a Lotzorai sulla costa orientale dell’isola dove, assieme a sua moglie Anne, gestisce la guesthouse The Lemon House (www.peteranne.it), punto di riferimento per biker, escursionisti a piedi e arrampicatori. Peter ha contribuito a diverse guide sulla Sardegna, sia per fornire una chiave di lettura dell’isola a chi arriva da fuori (italiani nonché stranieri), sia in base alle sue conoscenze specifiche della zona dove abita. Amos Cardia è nato a Cagliari nel 1975 e vive a Sinnai (Ca). Operatore culturale, guida e maestro di MTB, ha al suo attivo una quindicina di pubblicazioni sulla Sardegna. Collabora con la società di cicloturismo e MTB IchnusaBike (www.ichnusabike.it) e nel 2005 ha promosso la TranSardinia, la traversata della Sardegna in mountain bike da Olbia a Cagliari in sette tappe, per complessivi 450 km e 11mila metri di dislivello. Qualche anno dopo ha ideato e realizzato la TranSardinia West, un’altra traversata in sette tappe da nord a sud ma lungo la costa occidentale, da Alghero a Pula, anche questa lunga 450 km ma con 8mila metri di dislivello (www.transardinia.it). Il suo sito personale è www.amoscardia.com/bike

70 percorsi nel sud e centro

ARRAMPICATA ALPINISMO BOULDER TREKKING CANYONING MOUNTAIN-BIKE

SUD

E 29,50

NTE

ISBN 978-88-96634-39-4

GUIDE ROMANZI MANUALI

MOUNTAIN BIKE IN SARDEGNA

A VERS

Una selezione di 70 itinerari da pedalare tutto l’anno vi accompagneranno per l’isola in lungo e in largo, offrendovi una inaspettata varietà di paesaggi e di esperienze fra i profumi della macchia mediterranea, i duri calcari dell’interno e le splendide spiagge che faranno da sfondo alle vostre escursioni. Scoprirete un territorio ancora in gran parte incontaminato e attraverserete i sentieri secolari, testimoni in passato dei transiti di famosi banditi o del lavoro duro dei minatori e dei carbonai, oggi aperti al divertimento dei biker più esigenti o alla curiosità dei cicloturisti inesperti. Una guida completa per organizzare la propria vacanza in sella alla MTB in Sardegna e per tutti coloro che visitano l’isola nella stagione estiva e non intendono rinunciare alla pratica della mountain bike.

COLLANA LUOGHI VERTICALI

Arco, secret spot. Climber Florian Riegler, photo Marco Spataro

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Davide Deidda, ingegnere nativo di Lanusei ma nuorese di adozione. Dopo una lunga esperienza in Spagna, dove ha praticato il MTB a livello agonistico, ha collaborato inizialmente con Peter nella mappatura dei percorsi mtb dell’Ogliastra per poi dedicarsi all’esplorazione dei sentieri del centro Sardegna e in particolare del Supramonte. Amante delle lunghe pedalate e dei percorsi impossibili, altrimenti monopolio dei camminatori, che tenta ostinatamente di percorrere in sella alla sua mtb.

UP annuario di alpinismo europeo www.up-climbing.com EDIZIONI VERSANTE SUD


Prima edizione: dicembre 2011 ISBN: 978-88-96634-39-4 Copyright Š 2011 VERSANTE SUD Milano via Longhi, 10, tel. 027490163 www.versantesud.it I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento, totale o parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Copertina

Lo spettacolare singletrack che scende a Cala Sisine dal Supramonte di Baunei sulla costa orientale della Sardegna (ph. Mattia Vacca)

Testi

Peter Herold, Amos Cardia, Davide Deidda mtbsardegna@versantesud.it

Foto

Peter Herold, Amos Cardia, Davide Deidda e tutti i loro amici biker che hanno donato preziose immagini

Mappe

Chiara Benedetto

Impaginazione

Chiara Benedetto

Simbologia

Iacopo Leardini, Chiara Benedetto

Stampa

Monotipia Cremonese snc (CR)

Nota La pratica della mountain bike è uno sport potenzialmente pericoloso, chi lo esercita lo fa a suo rischio e pericolo. Tutte le notizie riportate in quest’opera sono state aggiornate in base alle informazioni disponibili al momento, ma vanno verificate e valutate sul posto e di volta in volta, da persone esperte prima di intraprendere qualsiasi escursione.


Peter Herold Amos Cardia Davide Deidda

MOUNTAIN BIKE IN SARDEGNA 70 percorsi nel sud e centro

EDIZIONI VERSANTE SUD


Prefazione

Prefazione

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Sei anni fa ho raggiunto quest’isola famosa, le incertezze tante erano, ma il sentimento che mi ha portato era immenso e profondo. Ho lasciato la regione in cui vivevo, il Trentino, una terra con pochi difetti, ammirata e desiderata da tutti. Tra i miei ricordi e oggetti ho ancora una rivista di montagna, ben conservata, un numero di «Alp» di circa venticinque anni fa, di luglio del 1986. L’ho conservata perché all’epoca, da buon scalmanato ventitreenne giovane esploratore, percorrevo i fiumi con una vecchia muta, corde e moschettoni, ciò che ora si chiama canyoning. In questa rivista si parlava di un’esplorazione di due giorni in Sardegna, nelle gole di Gorrupu a bordo di piccoli canotti e calate in corda doppia. Mi affascinò e mi dissi: «Un giorno voglio andarci». Ora abito vicino a Cagliari, mi sono avvicinato a queste gole ma non le ho ancora percorse. La mia rivista c’è ancora ed è lì nel mio cassetto. Un sogno a portata di mano che forse non realizzerò mai, è come un portafortuna, intoccabile e da conservare bene. Per me la Sardegna è accoglienza. Sono partito da casa e sono arrivato a casa. In Sardegna ho trovato amici, gente cordiale, tutti pronti a offrirmi la loro essenza. Alcuni sono diventati i miei amici e i miei compagni di escursioni e tanti altri sono stati i miei maestri, che mi hanno fatto conoscere le bellezze di quest’isola e mi hanno fatto pedalare su questa enorme ragnatela di sentieri. Non mi sono mai sentito solo, perché mi sento come se fossi nato qui. Da sempre nella mia isola. Ho imparato molto stando vicino ai sardi. Il mio carattere curioso ed esuberante voleva assaporare e conoscere nel più profondo la storia di questa terra, le sue genti e le sue tradizioni. Forse non tutto condivisibile, ma è molto importante conoscere la storia per capirne le ragioni e la cultura. Mi sento un bracconiere di vita che ha bisogno di emozioni. Ho viaggiato molto con la mountain bike su piste e sentieri, in un ambiente ancora incontaminato, selvaggio, dove la solitudine fa da padrona. Che bello sentirsi come i primi esploratori, nessun segnale, nessun cartello, dall’Iglesiente al Campidano, dalla Barbagia al Supramonte, ho conosciuto luoghi diversi e sentito tante storie. Sono un esploratore e viaggio nel mondo, la Sardegna è la mia piccola palestra selvaggia. Faccio escursioni-esplorazioni in mountain bike che io chiamo Naturaid, è una filosofia, è un sogno che continua, che coltivo e posso realizzare tutti i giorni, è la mia esplorazione personale.

Mi sposto in bici, il mezzo più pulito e silenzioso per eccellenza, sarebbe un peccato non pedalare in questo ambiente, si possono percorrere molti km e si possono fare molti incontri speciali. Ho visto e camminato sui nuraghi abbandonati di 3500 anni fa e ho visitato le Tombe dei Giganti. Ho conosciuto la storia delle miniere e ne sono rimasto affascinato. Ho incontrato pastori in ovili arroccati e nascosti nelle gole, che conducono una vita dura. Ho conosciuto il vero rispetto dato a su tziu. Ho ascoltato le storie degli anziani, minatori, emigrati per lavoro e per la guerra. Ho partecipato alle feste dei paesi, addobbati con le bandierine colorate appese da un balcone all’altro e con le piazze profumate dall’arrosto dei maialetti cotti sulle braci all’aperto. Ho incontrato bracconieri e forestali. Ho saputo e letto del banditismo, del brigantaggio, dei rapimenti, di Mesina. Ho visto gli incendi. Ho conosciuto l’uso del coltello patadesa. Il Codice Barbaricino. Ho scoperto la tradizione profonda e antica de s’acabadora, che considero di elevato livello nel rispetto più intimo per la vita e per il dolore. Ho saputo della legge delle chiudende, ho conosciuto il mare e la tonnara, le spiagge e le golette. Ho scoperto la cordialità e la disponibilità dei sardi. Mi sono emozionato. Ecco, questa è la mia vera Sardegna, me ne sento veramente parte ed è il mio organo vitale. Conservo gelosamente le forti emozioni che regala assieme agli incontri piacevoli con i suoi abitanti cordiali, pronto ad accettare il loro giudizio perché comunque sono sempre il trentino venuto in terra sarda. Grazie Sardegna, mi hai regalato un’emozione per la vita. Buone escursioni a tutti, Maurizio Doro www.mauriziodoro.it


Un tipico sentiero calcareo dei Supramontes, sullo sfondo il Golfo di Orosei (ph. Mattia Vacca)

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Indice

Indice Mappa Introduzione La nascita di questa guida Lo sviluppo di questa guida Ringraziamenti Le aree geografiche Preparazione di un’escursione in MTB Rispetto Il paesaggio geologico della Sardegna Lettura degli itinerari e legenda I libri sulla Sardegna che gli autori consigliano Principali negozi di MTB nelle aree descritte dalla guida Toponomastica Glossario e frasario Sud-ovest

38

Sud-est

118

Guspinese 1 Montevecchio. Piscinas 2 Montevecchio. Arcuentu

40 44

Parteolla 20 Donori. Pran’’e Sànguni 21 Dolianova. Serra Mulanu

120 124

Fluminese 3 Da Capo Pecora a Scivu

48

Marganai 4 San Benedetto. Arenas 5 Domusnovas. Perdu Marras 6 Gùturu Farris. Corovau

52 56 60

Campidano di Cagliari 22 Foresta Campidano 23 Baca Mandra 24 Solanas. Capo Boi

128 132 136

Linas 7 Villacidro. Piscina Irgas 8 Vallermosa. Cucurdoni Mannu

64 68

Sarrabus 25 Sinnai. Tuviois 26 Geremeas. Mont’Arbu 27 Villasimius. Minniminni 28 Villasimius. Crabonaxa 29 Burcei. Ollastu 30 Garàpiu 31 Sette Fratelli 32 Brabaisu. Burcei 33 Olia Speciosa. Capo Ferrato 34 San Priamo. Bacu Arrodas 35 Anello San Vito

140 146 150 154 158 162 166 170 174 178 182

Gerrei 36 Villasalto “Genn’‘e Bentu” 37 Armungia

190 186

Sulcis 9 Villamassargia. Punta Orbai 10 Sulle colline di Carbonia 11 Rosas. Orbai 12 Ferrovia Bècia. Rosas 13 Santadi. Sèbera 14 Domus de Maria. Punta Sèbera 15 Chia. Strada Romana 16 Punta Porcili Mannu. Cala d’Ostia 17 Punta sa Crèsia. Perda Pertunta 18 S’’Enna de sa Craba. Monti Nieddu 19 Gùturu Mannu. Monte Arcosu

6

8 10 10 12 12 14 16 18 20 22 26 28 29 30

72 76 80 84 90 94 98 102 106 110 114


Centro-est Tacchi e Tonneri 38 Jerzu Rally di Sardegna Bike 39 Ulàssai - Sentieri dei Nuraghi e di “Su Marmuri” 40 Taccu Isàra 41 Perda ‘e Liana e Montarbu

198

Centro

200

Gennargentu 62 Perda Crapias (Punta La Marmora) la vetta più alta della Sardegna 330

208 216 220

Ogliastra costale e collinare 42 Monte Ferru 43 Punta Tricoli e Monte Armidda 44 Monte Elini, Tortolì 45 Lido di Lotzorai e il Lago di Santa Lucia 46 Santa Maria Navarrese, Osono, Genna Aramene e Monte Scoine 47 Mamutorco, Olinie e Dodoccori 48 Talana Villagrande “Strada Fantasma”

244 248 254

Gennargentu 49 Arzana Freeride 50 Monte Idolo da Santa Barbara 51 Bacu Su Orovigili e Monte Olinie 52 Talana Olinie Sorberine

258 262 266 272

Supramontes di Urzulei e di Baunei 53 Freeride Santa Maria 54 Pissu e Serra e Su Idile 55 Cala Sisine da Su Irove Longu, Cala Luna 56 Codula di Luna e Ovile de Scàrtari 57 Urzulei - GASAU 58 Urzulei Sentiero San Giorgio e Codula Sa Mela 59 Circuito Flumineddu 60 Genna Silana - Gola su Gorroppu 61 Genna Silana - Arco Suttaterra e Sa Portiscra

278 284 292 300 304 308 314 320 324

226 232 236 240

328

Supramontes di Orgosolo, Oliena e Dorgali 63 Supramonte di Orgosolo - Funtana Bona 334 64 Funtana Bona - Donanìgoro 338 65 Cala Gonone - Arco Suttaterra 342 66 Hotel Supramonte 346 Nuorese 67 Ortobene Bike Park 68 Orune - Nunnale

352 356

Baronia 69 Siniscola - Montalbo 70 Siniscola Terra&Mare

360 364

Tra i Tacchi e Tonneri del Centro-Est (ph. Ronald Jacobs)

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Mappa

Mappa

Qui trovate indicati chiaramente i punti di partenza di tutti i settanta itinerari proposti. Alcuni si prestano a essere collegati tra loro e in questo caso trovate ulteriori dettagli nelle descrizioni. La maggior parte degli itinerari sono ad anello, vale a dire che si concludono nello stesso punto dal quale si è iniziato e abbiamo deciso di considerare il centro e il sud della Sardegna per le seguenti ragioni: in queste zone si trovano le catene montuose più alte e importanti dell’Isola. Da sud verso nord, il Sulcis, il Marganai, il Linas, il Sarrabus, il Gerrei, i Tacchi d’Ogliastra, il Gennargentu, i Supramontes, il Monte Ortobene e il Monte Albo; vi si trovano percorsi di tutte le difficoltà, raggiungibili con brevi trasferimenti dai centri principali o talvolta direttamente in sella. Questo permette al biker di programmare una vacanza di una o due settimane in MTB e non a caso si tratta delle destinazioni maggiormente considerate anche nell’escursionismo a piedi; molte di queste zone sono vicine o contigue alle coste, per esempio una parte del Sarrabus o dell’Ogliastra, e ai loro centri turistici. Questo permette di abbinare alla MTB la classica vacanza al mare con la famiglia, anche se non bisogna sottovalutare le difficoltà dell’alta temperatura nei mesi estivi; sono le zone che conosciamo meglio, in base alle nostre dimore e alle nostre escursioni abituali. Il Monte Limbara in Gallura, nel nord-est dell’isola, è una delle vittime illustri insieme al Monte Arci, al Sarcidano, alla catena del Marghine-Goceano… Auspichiamo che una futura edizione possa includere i percorsi più caratteristici del resto della Sardegna. Buon viaggio e buone pedalate a tutti.

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Olbia

Sassari

69

NĂšoro 67

68 65

66

62 Oristano

60 61 63 6459 56 57 58 55 48 52 54 51 47 46 53 45 50 41 49 44 40 43 Lanusèi 39 38 42

Sanluri

12 3

70

20

7 4 56

21 22 25

8

9 11 10Carbonia

12

19

37 36

29 32 34 3031 33

Cagliari 23 26 18 24

13

35

27 28

17 16 14 15 9


Introduzione

Introduzione

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La nascita di questa guida Nella mia Ogliastra, nella parte centro-orientale della Sardegna, ho attrezzato vie di arrampicata, ho accompagnato in numerose escursioni alcuni autori di guide di trekking, e ho tradotto dall’italiano all’inglese guide di arrampicata e la guida al trekking Selvaggio Blu. Dopo anni da granfondista su strada, ho iniziato con la MTB nel 2008 ed fu naturale documentare gli itinerari per gli ospiti di The Lemon House, la guesthouse che possiedo e gestisco insieme a mia moglie Anne. Avendo pedalato soltanto in Ogliastra, ed essendo alle prime armi con la MTB, mi appoggiai all’inizio agli ospiti e amici esperti per la valutazione paesaggistica e tecnica dei percorsi. Devi trovare più singletrack - mi dicevano, quando risalivo faticosamente le piste sterrate non appena il fondo diventava sconnesso. La situazione si migliorò rapidamente nel corso del 2010. Provavo e riprovavo le discese tecniche fino a diventare abile e… a rompere il carro in carbonio della mia prima frontina. Passai a una full da 140 mm, conobbi Amos Cardia e Davide Deidda e insieme documentammo alcuni itinerari in Ogliastra. Fu co-fondatore dell’associazione Mountainbike Ogliastra, organizzai escursioni attraverso www.mtb-forum.it e i partecipanti ne rimasero entusiasti. Lavoravo per Versante Sud alla traduzione di guide e articoli e, avendo visto che realizzavano guide alla MTB, nell’autunno del 2010 chiesi a Bruno Quaresima: Vi va fare una guida alla MTB in Sardegna? Mi ripose: Sì, ci interessa. Quanti itinerari ci sono? Dove? Riusciresti a coordinare tu il lavoro con altri bikers dell’Isola? Assumere la responsabilità per una guida alla MTB alla Sardegna un po’ mi spaventava. Potevo fornire io gli itinerari in Ogliastra, ma mi servivano collaboratori per le altre zone. Mi rivolsi di nuovo ad Amos e Davide, che si dimostrarono entusiasti fin dall’inizio. Il loro entusiasmo e la loro volontà mi tranquilizzarano e decidemmo di iniziare, nonostante fossimo soltanto in tre. Bruno mi spedì una copia della guida di Lecco e Bergamo e, leggendo le poesie di Maurizio Panseri, mi chiesi come io, che sono un ingegnere che ha imparato l’italiano soltanto a trent’anni, avrei fatto a scrivere testi simili. Il mio italiano non bastava neanche per

le descrizioni, come mi confermò Bruno, suggerendomi di chiedere una mano a Maurizio Panseri per correggere i testi. Quando Davide e Amos seppero che stavo pensando di rivolgermi ad altri per questo aiuto, non ne vollero sentir parlare. Quindi, grazie a Davide, il mio italiano scarno si è arricchito di numerosi sinonimi e quando alle undici di notte mia moglie Anne mi pregava di spegnere il PC, facevo un’ultima sincronizzazione della posta elettronica e vedevo arrivare le mail di Amos e Davide. Tutti e tre stavamo lavorando fino a tardi alla guida e questo mi faceva sentire tranquillo e in buona compagnia. Questa guida nasce grazie alla nostra collaborazione, diventata poi amicizia, ma devo riconoscere anche il grande aiuto che gli altri biker sardi ci hanno dato. Nessuno si è mai rifiutato di inviare delle foto o di aiutarci. Si vedeva che il desiderio di far conoscere questa meravigliosa Isola contava più di qualsiasi altra cosa. Oltre alle descrizioni tecniche e alle foto, che speriamo possano convincervi da sole a venire in Sardegna a pedalare questi itinerari, abbiamo inserito alcune esperienze vissute mentre preparavamo questa guida. Abbiamo incluso alcuni commenti, a volte quasi delle provocazioni, sulla storia della Sardegna, sullo stato attuale del territorio e sugli aspetti caratteristici per chi lo esplora in mountain bike. Consapevoli del fatto che tocca a voi, lettori e utilizzatori di questa guida, confermare le nostre valutazioni sul valore paesaggistico e tecnico degli itinerari, in ogni caso speriamo di essere riusciti a trasmettere il senso di ciò che è unico della Sardegna insieme alla nostra passione per questa terra così bella e poco valorizzata. Peter Herold


Perda ‘e Liana, un monumento naturale della Sardegna (ph. Ronald Jacobs)

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Introduzione

Lo sviluppo di questa guida I settanta itinerari proposti sono stati percorsi in prima persona dagli autori nell’arco di quattordici mesi, da aprile del 2010 fino a giugno del 2011, con la concentrazione del lavoro nei mesi invernali e primaverili. Pertanto dovreste trovare i sentieri e le sterrate nelle stesse condizioni riscontrate dagli autori e non è da escludere che le troviate più facili da pedalare, perché ogni inverno le piste sterrate vengono danneggiate ed erose dall’acqua piovana ma d’estate, almeno alcune, vengono ripristinate. Amos ha avuto la parte del leone, per quantità e clima, con gli itinerari sia del sud-ovest che del sud-est, per questo alcuni percorsi meridionali sono stati documentati da Davide e Peter per bilanciare almeno in parte il carico di lavoro. Per il resto Davide ha battuto il centro e Peter il centro-est. Le foto sono state scattate dagli autori stessi o delle persone che li hanno accompagnati nel documentare i percorsi, tranne nei casi in cui non è stato possibile documentare il percorso fotograficamente (per esempio, per maltempo) ci si è serviti di fotografie scattate in altre occasioni da altre persone. Nello scegliere i percorsi ci siamo dati le seguenti regole: non esistono chilometraggi o dislivelli standard; preferenza a percorsi ad anello della durata di almeno due ore, per poter conoscere ogni zona in modo soddisfacente; individuiamo percorsi omogenei dal punto di vista dello stile e della difficoltà tecnica (XC, AM o FR), altrimenti saranno scontenti sia i biker XC che i discesisti; in ciascuna zona geografica cerchiamo di offrire un ventaglio completo di possibilità in termini di stile, durata, difficoltà tecnica e fisica; puntiamo a disegnare itinerari completamente pedalabili o, se il territorio merita e non c’è altra possibilità, in gran parte pedalabili. Il nostro è stato un lavoro quasi pionieristico, visto che esistono pochissime guide alla MTB in Sardegna e la più nota è probabilmente Sole, sale, salita, di Antioco -Chicco- Porcu ed Enzo Pascalis, pubblicata nel 1991 e da tempo fuori catalogo. Contiene soltanto ventisei itinerari in tutta l’Isola, più alcune varianti, e Porcu ne ha messo in rete una sua copia scannerizzata. L’unica guida attualmente disponibile è quella pubblicata della Regione Sardegna nel 2009 (Guida al mountain biking della Sardegna - www.sardegnadigitallibrary. it/documenti/17_81_20100119153458.pdf) alla cui realizzazione ha collaborato anche Amos Cardia. 12

Si tratta essenzialmente di un roadbook per alcune lunghe traversate della Sardegna da realizzare in prevalenza su sterrati facilmente pedalabili, con poche indicazioni e nessuna descrizione, per un totale di 25 tappe di circa 50 km ciascuna. Ogni autore ha utilizzato un approccio diverso per costruire i suoi percorsi. Peter è partito dagli itinerari che aveva già esplorato nei dintorni di Lotzorai e documentato e testato con gli ospiti di The Lemon House. Li ha adattati per creare dei percorsi omogenei, con punti di partenza/arrivo nei paesi vicini. A questi itinerari si sono aggiunti i sentieri escursionistici nel centro-est dell’Isola del progetto dell’Ente Foreste Un’Isola di Sentieri (www.sardegnaambiente.it/foreste/foreste_parchi/ sentieri.html), alcuni dei quali erano stati già pedalati, ma altri, come quelli nella zona dei Tacchi e di Tonneri, sono stati documentati per la prima volta in sella alla MTB. Alcuni biker locali hanno contributo alla definizione di altri itinerari, accompagnando Peter che volontieri faceva loro delle foto. Tra i volenterosi merita una menzione speciale il gruppo GASAU di Urzulei, che ha realizzato due itinerari ormai conosciuti e apprezzati. Infine, prendendo spunto da sentieri percorsi a piedi e studiando i collegamenti sulle carte IGM e su Google Earth, Peter ha effettuato vere e proprie esplorazioni, spesso in diverse riprese e in solitaria, per creare percorsi inediti o cercare la chiusura dell’anello rispetto a una sezione già conosciuta ma di tipo A-B. Tra queste la discesa a Gorroppu da Genna Silana con risalita a Sa Pruna, il circuito del Flumineddu, e il percorso del Rally di Sardegna a Jerzu. Amos ha effettuato il lavoro in sei mesi, da gennaio a giugno 2011, iniziando dai percorsi del sudest nei quali pedala abitualmente, quasi sempre partendo in bici da casa, che ha integrato con quelli delle escursioni della società IchnusaBike. Arrivato a un buon numero di itinerari nel sud-est è passato allo studio del sud-ovest, un territorio più distante dalla sua abitazione e che conosceva soltanto in parte, per averlo studiato ed esplorato per tracciare la TranSardinia West. Per arrivare a una conoscenza diffusa e capillare è stato determinante ancora una volta l’aiuto di Mauro Boscolo della società IchnusaBike, che gli ha fornito un’altra bella cartella piena zeppa di tracce GPS, e di tanti bikers che gli hanno dato altre tracce e altra consulenza, sia con contatti privati che tramite www.mtb-forum. it. Gran parte dei sostenitori citati nei ringraziamenti si riferiscono al sud-ovest ma ogni file GPS e ogni informazione andava verificata su carta IGM, su


Google Earth e ponderata attentamente, per scoprire se il tracciato sarebbe stato adatto a un turista che l’avrebbe percorso soltanto con la descrizione e il ciclocomputer e non necessariamente col GPS. Viste le ore di auto che Amos doveva sobbarcarsi ogni volta per giungere sul posto e poi per tornare a casa, l’obiettivo primario era andare a colpo sicuro e, per i tratti più incerti (perché non pedalabili, chiusi dalla vegetazione, interni a campi recintati…), si preparava da prima qualche alternativa. Il fascino dell’esplorazione, spesso in solitaria, si legava così alla sfida nel riuscire a chiudere il percorso nella stessa giornata o, per dirla in gergo, nel portare a casa l’itinerario, ovviamente completo di foto scattate con l’autoscatto se era solo. Il massimo l’ha raggiunto quando, per minimizzare i costi e i tempi di spostamento, è riuscito a percorrere e a portare a casa due itinerari nello stesso giorno, pedalandone uno la mattina e l’altro il pomeriggio. D av i d e h a c o n c e n t r a t o l a s u a a t t i v i t à nell’esplorazione del Supramonte, un territorio selvaggio, inaccessibile in auto e in buona parte sconosciuto al mtb. La natura agreste e inesplorata dei luoghi ha richiesto un attento lavoro preliminare di documentazione cartografica che ha permesso di individuare i punti di accesso all’altopiano e i guadi sul rio Flumineddu che permettono il collegamento con i territori di Talana e Urzulei. Per la documentazione dei percorsi di Siniscola è stato indispensabile il supporto dei biker locali, Franco Tucconi e Marco Deledda, esperti conoscitori dei luoghi e ottimi compagni di avventura. L’itinerario Ortobene Bike-Park non sarebbe così divertente senza il lavoro di sistemazione dei sentieri realizzato dall’associazione Monte ‘n Bike di Nuoro. L’unico rammarico è l’aver lasciato nel cassetto tanti altri progetti di itinerari, vittime delle esigenze professionali che mal si conciliano con la pratica assidua del mtb.

Ringraziamenti Ringraziamo tutti quelli che ci hanno aiutato con simpatia ed entusiasmo. Per aver indicato percorsi: Antonio Cocco (www.esplorasardegna.it), il Club Piccalinna di Guspini e il suo presidente Nino Vaccargiu (http://piccalinna.blogspot.com), Mauro Boscolo (www.ichnusabike.it), Pierpaolo Sulis, Giorgio Pupillo, Danilo Piras, Fabrizio Follesa, Manolo Bachis (www.mtbexperience.it), Simone Scalas (www.anfibia.it), Marcello Usala (www.anfibia.it), Lino Cianciotto (www.fluminimaggiore.org), Alessandro Boi (www.montenbike.it).

Per averci accompagnato a effettuare i rilievi e/o essersi fatti fotografare: Luigi Olla, Massimo Carboni, Andrea Zedda, Pierpaolo Sulis, Fabrizio Follesa, Rich Allsop, Noortje Janssen , Willeke Trompers, Dave Barter, Kari Lämsä, Bill Roger e Doug Baker, Pierpaolo p78, Roberta Carta, Gabriele Fabrizio Nalin, Giuseppe Loddo, Giovannni Falchi (Johnny Hawks), Stefan “Alpenzorro” Stuntz, gfavier, Michele Pinna, Marco Melis, Massimo Moro, Gianni Stochino, Manuel Gherardi, Karsten Lieberkind, Mette Simonsen, Paola Scremin, Michele Pinna, Paola Scremin, Stefano Garelli, Malcom ToopRose, Mauro Atzori, Dario Tuveri. Per aver fornito fotografie: Roberto Bertinelli, Mario Madeddu, Francesco Olla, Agide -Gege- Piras, Francesco Olla, Mauro Boscolo (www.ichnusabike.it), Marcello Meloni (www.ichnusabike.it), Antonio Cocco ( w w w. e s p l o r a s a r d e g n a . i t ) , A n g e l o To r o (www.arestis.com), Jackie Gregory, Mattia Vacca (www.mattiavacca.com), Antonello Pintus, Maurits Janssens, Franco Tucconi, Gavino Pintus, sardrock Gian Matteo, Dave Barter, Rich Allsop, Ronald Jacobs, Gian Domenico Nieddu, Clait Pintus, Sardinia Mountain Bike (www.sardiniamountainbike.com). Per aver contributo alle schede sulla Sardegna: Antonello Cannas (Università di Sassari), Elena Lucia Piras (archeologa, Barisardo), Orlando Mereu, Vittorio Pinna e Pietro Perra (Acadèmia de su Sardu - http://academiadesusardu.wordpress.com). Per averci aiutato in altro modo, dalla pulizia dei percorsi alla ricerca della MTB di Peter smarrita, dall’offerta di cioccolate calde all’impegno di mantenere in buono stato i percorsi documentati: I sindaci e le amministrazioni comunali di Armungia, Arzana, Baunei, Talana e Urzulei, l’Ente Foreste, il GASAU (Gruppo Archeologico, Speleologico e Ambientale di Urzulei) e in particolare Antonio Murru e Sebastiano Cabras, Sebastiano Pusole del bar Belvedere di Baunei, Michele e Agostino Fancello del bar Sa Carrera di Talana, Luisella Lorrai di Sa Portiscra di Urzulei, Antonio Piras e Lucia Serra di Barisardo, Juliane Hielscher per aver aiutato Davide nel controllo delle descrizioni. Carmine Rosone per il suo impegno nello sviluppo della zona di Baunei. Anne McGlone, moglie di Peter, che l’ha soccorso più di una volta e supportato nelle lunghe ore di lavoro e traduzione. Sperando di non aver dimenticato nessuno! Peter, Amos e Davide 13


Introduzione

Le aree geografiche In Sardegna la divisione amministrativa del territorio in province ha poco a che fare con le caratteristiche del territorio e con la conseguente articolazione in zone storiche e geografiche. Per questo abbiamo preferito distinguere quattro macro-aree (Sud-Ovest, Sud-Est, Centro-Est e Macro-aree

Zone storiche

Province

Sud-ovest

Sulcis, Iglesiente, Marganai, Linas, Guspinese

CA (Cagliari), VS (Medio Campidano, Villacidro-Sanluri), CI (Carbonia-Iglesias)

Sud-est

Campidano di Cagliari, Parteolla, CA (Cagliari) Sarrabus, Gerrei

Centro

Supramontes di Orgosolo, Oliena NU (Nuoro) e D o rg a l i , N u o re s e, B a ro n i a , Gennargentu

Centro-est

Tacchi e Tonneri, Gennargentu, Supramontes di Urzulei e di Baunei

Il Sud-ovest è composto da due principali aree montuose, quella del Sulcis, all’estremo sud, e quella dell’Iglesiente, Marganai, Linas e Guspinese più nord. Queste due aree sono divise dalla pianura del Cixerri, una valle stretta e lunga che taglia questa parte di Sardegna da ovest a est, collegando facilmente i due grandi centri di Iglesias e Cagliari. Oltre che nei massicci montuosi citati, numerose escursioni si sviluppano tra la costa e i contrafforti meridionali del Sulcis, con frequenti panorami sul mare e alcuni passaggi in spiaggia. Le zone dell’Iglesiente, Marganai, Linas e Guspinese sono interessate da importanti centri abitati e sono da sempre battute dai biker, che hanno contribuito a fare la storia della MTB e del DH in Sardegna. L’interesse per il Sulcis si è sviluppato più tardi, sia per le maggiori difficoltà di accesso sia perché, essendo molto meno popolato, non c’è stata una presenza forte di biker locali. Oggi l’interesse per il profondo Sulcis, come molti Sardi chiamano scherzosamente questa zona, è in crescita costante per il suo valore tecnico, paesaggistico e anche antropologico, visto che il Sulcis e la Gallura sono le uniche zone della Sardegna in cui si è affermato il modello abitativo dell’insediamento sparso. Dal punto di vista amministrativo il Sud-ovest è distinto in tre province: Cagliari (CA), Carbonia-Iglesias (CI) e Medio Campidano, la cui sigla VS deriva dalle iniziali dei due capoluoghi (Villacidro e Sanluri). Il Sud-est è caratterizzato da tre tipologie di 14

Centro) e, all’interno di ciascuna di queste, abbiamo indicato le zone storiche, che spesso gli stessi abitanti della Sardegna non distinguono con sufficiente chiarezza, perché a scuola non si insegna la storia né la geografia della Sardegna.

OG (Ogliastra)

territorio, quello costiero, quello montano boscoso e quello montano spoglio. L’area boscosa più nota è quella del massiccio dei Sette Fratelli, chiamato così per le cime rocciose allineate (sette o più a seconda del punto di osservazione) che formano la sua cresta. Anche questa è una località che, per la facilità con la quale può essere raggiunta da Cagliari, ha fatto la storia prima del trekking e poi della MTB in Sardegna. Come nel Sud-ovest, alcune escursioni si sviluppano sui versanti meridionali che arrivano fino al mare, alcuni spogli ma altri ancora boscosi. Nel Sud-est le zone montane spoglie sono conosciute non per l’altitudine, che arriva al massimo a mille metri, ma per gli incendi e il sovraccarico di bestiame. Tra queste l’area del Sarrabus, una vasta zona disabitata che si estende in larghezza per metà Sardegna, dal centro fino alla costa orientale. Rispetto alle aree boscose vi si trovano pochi sentieri ma in compenso dispone di una rete immensa di sterrate e mulattiere, tuttora in uso agli allevatori. A metà degli anni Novanta a Sinnai, uno dei paesi al margini del massiccio, il biker locale Vittorio Serra fondò un gruppo agguerrito che ne fece la principale zona di allenamento e vi organizzò con successo la prima granfondo della Sardegna, chiamata Serpilonga, dal nome del monte Serpeddì, la cui cima supera i mille metri ed è la più alta di tutto il Sud-est. Oggi vi si svolge anche una marathon e il paese continua a produrre atleti organici a questo territorio, portati


per le lunghe distanze, ma in realtà fondisti forti si trovano in tutta la Sardegna. Il Centro è senza dubbio dominato dall’altopiano dei Supramontes di Orgosolo, Oliena e Dorgali, limitato a sud dalla profonda valle del rio Flumineddu, che divide i versanti Orgolese-Olianese dal territorio Ogliastrino. Nel suo estendersi verso la costa si affaccia in territorio di Dorgali, al limite delle falesie del Golfo di Orosei, disegnando scenari impervi e improbabili sentieri al confine fra la terra e il mare. Spostandosi di pochi chilometri in direzione di Nuoro si cambia completamente scenario ed era geologica. Il calcare cede il passo alle morbide forme di granito e ai fitti boschi di leccio del Monte Ortobene. In questo contesto il Montalbo si presenta come un biancone calcareo isolato, strettamente imparentato con il fratello maggiore del Supramonte. Nel territorio di Siniscola le docili colline scivolano verso la costa e regalano piacevoli escursioni o rilassanti passeggiate a pochi metri dalle onde. Appartiene alIa macro-area Centro il massiccio Gennargentu nel versante Desulese della Punta La Marmora, in quanto ci si arriva da Nuoro procedendo in direzione Fonni.

Provincia d’Ogliastra (OG), scorporata dalla provincia di Nuoro nel 2005. L’Ogliastra, con neanche 60.000 abitanti, è la provincia meno popolata d’Italia ed è delimitata a sud-ovest dal Salto di Quirra e dal Lago di Flumedosa, a ovest dalla catena del Gennargentu fino all’arco di Corr’‘e Boi passando per la cima più alta della Sardegna (Punta La Marmora, 1834 m slm), e a nord-ovest dalle vallate del Flumineddu e della Codula di Luna. Il Centro-est comprende quattro principali zone storiche: 1. i Tacchi e Tonneri di Jerzu, Ulassai, Osini, Ussassai, Gairo, Seui e Perdasdefogu. Quest’ultimo paese, chiamato comunemente Perdas, è ubicato su un altopiano di rocce vulcaniche; 2. il Gennargentu con il suo circostante altopiano a quota 1000 m slm che si estende fino ad Arzana, Villagrande e Talana, con i suoi scisti, graniti e rocce arenarie; 3. l’Ogliastra costale e collinare, a bassa quota, dove si pedala su fondo prevalentemente granitico. È la zona più popolata, con i due capoluoghi Lanusei e Tortolì, Lanusei e Tortolì, e i Comuni di Barisardo, Cardedu, Elini, Girasole, Lotzorai, Ilbono, Loceri, e Triei; 4. i Supramontes calcarei di Urzulei e di Baunei.

Il Centro-est corrisponde a grandi linee all’odierna

Sguardo a nord, dalla zona dei Tacchi e Tonneri verso il Gennargentu (ph. Ronald Jacobs)

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Introduzione

Preparazione di un’escursione in MTB Il primo passo della preparazione di un’escursione in MTB, dopo la consultazione di questa guida per scegliere un percorso in base allo stile e alla zona di interesse, è il controllo del meteo. Il sito più utilizzato dai Sardi per consultare le previsioni è www.ilmeteo.it, che risulta abbastanza affidabile, almeno entro due o tre giorni, e consente di consultare le previsioni per ogni Comune della Sardegna. Se il tempo è incerto o si prevede pioggia è meglio optare per un’escursione a bassa quota su fondi di scisto, granito o arenaria e possibilmente non troppo tecnica. Con la pioggia evitate le rocce calcaree, che diventano scivolose soprattutto se sporche di fango. Altro problema del maltempo può essere la bassa visibilità in montagna, che rende difficoltoso l’orientamento e priva di bei panorami. Gran parte degli itinerari, vista la quota e l’esposizione, sono percorribili in tutte le stagioni. In Sardegna la neve è presente da novembre ad aprile soltanto sui pendii settentrionali del Gennargentu e col bel tempo si può pedalare d’inverno anche oltre i mille metri di altitudine. Lo dimostrano le foto della guida, scattate tra novembre e marzo, ma a queste altitudini non è raro trovare la neve e quindi preparatevi di conseguenza. In inverno, con la pioggia e/o il vento maestrale, che può soffiare molto forte, è meglio evitare le quote più elevate. Da maggio a ottobre il tempo è generalmente stabile e soleggiato e molti visitatori si chiedono: Come fanno ‘sti Sardi a pedalare ad agosto con il caldo? La risposta è semplice: rispetto alle coste, sopra gli 800 m di quota si registra una notevole differenza di temperatura, ventilazione e umidità, ma serve portare tanta acqua con sé. Molti arbusti e alberi, tra i quali il lentisco e il leccio, sono sempreverdi e pertanto non vi è una grande differenza nello sviluppo della flora tra l’inverno e l’estate. In Sardegna le piante, dopo che sono riuscite ad attecchire, crescono tutto l’anno! Abbiamo segnalato nella guida i percorsi nei quali indossare pantaloni lunghi e protezioni per gli avambracci per evitare i graffi dovuti alla vegetazione. Per tutti i percorsi abbiamo fornito la traccia GPS che, per chi la carica nel proprio GPS, semplifica

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molto l’orientamento, ma siate sempre consapevoli del fatto che il GPS potrebbe smettere di funzionare. Più che alla mancanza del segnale, considerate che le pile si possono esaurire (pertanto portatene una scorta e, se ricaricabili, assicuratevi che siano effettivamente cariche) o che una caduta può facilmente rompere il GPS. Portate sempre con voi una mappa topografica e la sera prima dell’escursione studiate il percorso, magari evidenziandolo sulla carta. Nel corso dell’escursione identificate di tanto in tanto la vostra posizione e aggiornate la stima del tempo ancora necessario alla conclusione. Se non lo fate prima, potrebbe essere troppo tardi quando il vostro GPS è morto! Orientamento e cartografia Come cartografia di riferimento per le zone trattate suggeriamo le tavole dell’Istituto Geografico Militare (www.igmi.org), che si possono acquistare anche on-line (www.igmi.org/ vendite/e-shop.php). Per ciascun itinerario abbiamo indicato i relativi fogli della serie 1:50000, che per il biker rappresenta il compromesso ideale tra dettaglio, leggibilità e area coperta. La serie IGM 1:50000 deriva da una elaborazioni dei dati dei fogli 1:25000, creati con le riprese aereofotogrammetriche e con le ricognizioni della fine degli anni Ottanta. Dunque i dati delle cartine IGM risalgono ad almeno vent’anni prima della data di pubblicazione di questa guida e, se alcuni dati come i rilievi, le quote e l’idrografia non cambiano nel tempo, negli ultimi vent’anni sono state costruite nuove strade, altre sono state asfaltate e molti sentieri non sono più praticabili. Se potete affidarvi alle cartine per alcuni dati di massima, meglio con l’ausilio di una bussola, sappiate che la percorribilità in bici non è garantita non soltanto sui tracciati indicati come sentieri e mulattiere, ma anche su alcuni indicati come strade sterrate. Altre carte citate per alcuni itinerari sono quelle realizzate dall’Ente Foreste per il progetto Un’Isola di Sentieri. Le cartine IGM e quelle dell’Ente Foreste utilizzano due datum differenti – rispettivamente Europa 1950 e Roma 1940 – che dovete ricordare nel caso vogliate georeferenziarle per l’utilizzo col GPS. Gli autori hanno descritto gli itinerari in modo accurato, per evitare che il biker-lettore si possa smarrire. In condizioni di buona visibilità, con l’ausilio di mappe e con un minimo di intuito e di senso dell’orientamento, chiunque può tornare a


casa soddisfatto per aver seguito un itinerario senza perdersi. Per chi utilizza il GPS il rischio di perdersi è ancora minore ma in ogni caso, soprattutto alle quote più elevate, prestate molta attenzione poiché in montagna le condizioni meteo cambiano velocemente ed in brevissimo tempo ci si può ritrovare in condizioni di scarsissima visibilità, senza nessun riferimento per orientarsi. Per questo motivo è necessario munirsi della migliore cartografia esistente e di una buona bussola, anche se si è dotati di GPS. Prima di partire scorrete l’itinerario sulla carta, memorizzando la posizione di abitazioni, salite, discese, la successione dei fondi, i guadi etc. Notate che, in particolare per gli itinerari XC, i km percorsi costituiscono un dato fondamentale per l’orientamento, e pertanto, se non si ha con sé un GPS, i ciclocomputer è da considerarsi d’obbligo. Tutti e tre gli autori hanno utilizzato il GPS (Amos il Garmin Map 60 CSx, Davide il Dakota/Oregon con cartografia opensource - http://openmtbmap.org - e Peter l’eTrex Legend/Legend HCx senza cartografia), sia per caricare l’itinerario pianificato e seguirlo, che per documentare la traccia attiva a posteriori. Le tracce GPS di tutti gli itinerari della guida sono scaricabili dal sito di Versante Sud, seguendo il link nella pagina dedicata a questa guida e inserendo il codice univoco che trovate stampato in questa guida, nella prima pagina sotto al titolo. Oltre all’utilizzo del GPS sul manubrio, esistono strumenti di pianificazione pre-escursione e analisi post-escursione, con programmi come Google Earth, MapSource® o BaseCamp™ della Garmin (MapSource® è solo per PC, mentre BaseCamp™ ha anche una versione per Macintosh), scaricabili dal sito Garmin alla pagina www8.garmin.com/ support/mappingsw.jsp. Questi strumenti, utilizzati singolarmente o in combinazione, permettono di visualizzare ed effettuare operazioni con le tracce GPS, come calcolare le distanze, avere maggiori informazioni sul territorio, tracciare profili altimetrici, rilevare tempi di percorrenza e altro. Riferimenti web Si potrebbe fare un lunghissimo elenco di siti web più o meno utili ai biker ma siamo convinti che abbiate già i vostri siti di riferimento per ogni esigenza, acquisti compresi. Oggi con un clic si comperano pneumatici in Inghilterra o sistemi frenanti in Germania e qualche giorno dopo, il postino suona e ti consegna la merce. Un sito cui

tutti noi, autori della guida, dobbiamo molto, è www.mtb-forum.it, oggi il sito di riferimento per la mountain bike in Sardegna e in Italia. Tutti hanno contribuito alla sua crescita e proprio in questo forum ci siamo virtualmente conosciuti per iniziare a pedalare fianco a fianco. Non intendiamo fare alcuna lezione sulla funzione aggregativa dei siti internet ma molte fra le persone con cui oggi giriamo in mountain bike le abbiamo conosciute attraverso le pagine di mtb-forum. Marco Toniolo dieci anni fa aveva visto giusto e quando era partita la prima versione del forum, frutto delle sue idee e della sua perspicacia, era l’unico ad avere chiaro quali fossero le potenzialità di questo strumento. La varietà di interventi e proposte dei singoli biker e i gruppi che si creano sarebbero impensabili con qualsiasi altro mezzo di comunicazione. Gli indirizzi funzionali all’organizzazione della singola escursione e alla conoscenza dei luoghi attraversati li troverete annotati direttamente nella scheda dell’itinerario. Per tutto il resto esistono ottimi motori di ricerca. Numeri utili Eventuali numeri utili, per ogni itinerario, dovrebbero essere annotati e portati al seguito nel proprio zainetto, insieme a guida, carta e bussola. Nelle schede troverete alcuni numeri di strutture ricettive oppure l’indirizzo web da cui ricavarli. Avere nella rubrica del proprio cellulare i numeri dei punti d’appoggio locali può essere importante. Le esigenze possono essere anche le più banali. Ad esempio comunicare che si arriva in ritardo, in una struttura dove si vuole pernottare, è segno di buona educazione e rispetto del lavoro altrui. Oppure comunicare al gestore che si sta arrivando in dieci, al pranzo delle 14.00, permetterà a lui di organizzarsi e a voi di evitare fastidiose attese. Ovvio che se vi trovate in una zona dove i cellulari non hanno copertura dovete pensarci per tempo. Aree impervie e isolate e numero di emergenza (118) La Sardegna, nonostante sia conosciuta soprattutto per le sue coste e nonostante la sua cima più alta raggiunga soltanto 1.834 m d’altitudine, presenta molte zone completamente disabitate, dove passano soltanto i pastori la mattina presto, i cacciatori i giovedì e le domeniche da ottobre a gennaio e, neanche sempre e dappertutto, gli uomini del Corpo Forestale e Vigilanza Ambientale. Solitamente queste zone non hanno copertura

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Introduzione 18

telefonica né indicazioni sulle strade sterrate e sui sentieri, a parte qualche ometto o sasso incastrato tra i rami degli alberi. Dimenticate la segnaletica delle Dolomiti. Questa caratteristica wilderness del territorio rappresenta un forte richiamo per chi ne è affascinato, ma richiede una congrua consapevolezza nel comportarsi nonostante spesso queste zone si trovino anche a pochi km dalle coste. I Supramontes rappresentano in assoluto le zone più impervie e all’isolamento e alle difficoltà di orientamento si aggiunge la difficoltà di muoversi sul terreno accidentato e la mancanza di fonti d’acqua, dovuta al suolo carsico. Pianificate molto bene il vostro fabbisogno idrico, tenendo presente che d’estate si possono consumare 4 litri d’acqua al giorno per persona. Se si fa tardi, non pensate di muovervi di notte. Usate l’ultima ora di luce per cercare un ricovero e aspettate l’alba. Forse soffrirete il freddo, ma nulla di più, mentre se tentate di pedalare di notte è quasi certo che cadrete e vi farete male. Chi va in Supramonte ha una regola: Se sono da solo e non torno la sera, attivate i soccorsi; se sono in compagnia aspettate fino a mezzogiorno dell’indomani. Prima di avventurarvi nel Supramonte provate gli itinerari vicini, per abituarvi al terreno e all’ambiente. Per qualsiasi incidente chiamate il 118. Gli operatori vi manderanno un’ambulanza ma, se siete in una zona impervia dove l’ambulanza non potrà arrivare, dovete specificare che si tratta di un intervento tecnico in montagna, per coinvolgere gli uomini e i mezzi del Soccorso Alpino e Speleologico. Ricordate che l’operatore del 118 non è uno degli autori della guida e può non avere a disposizione le mappe IGM. Dovete specificare in dettaglio dove vi trovate, partendo dai paesi e dalle strada principali, spesso facendo lo spelling dei toponimi. Le coordinate, dalla cartina o dal GPS, possono essere utili, quindi imparate a leggerle. Rispondete senza fretta alle domande dell’operatore, affinché i servizi di soccorso possano impostare al meglio il loro intervento. Vi è copertura cellulare in vista dei paesi e delle strade importanti. Generalmente non c’è copertura sui Supramontes né all’interno delle codule, ma dall’imbocco della Gola di Gorroppu si vede la SS125 e i telefonini funzionano. In Sardegna il servizio di elisoccorso è in via di potenziamento ma, per il momento, l’elisoccorso è assicurato attraverso convenzioni con i Vigli del Fuoco e con l’Aeronautica, e la priorità viene data agli interventi più urgenti. Quindi, se non siete gravi, non è detto che l’elicottero venga a prendervi subito.

Rispetto I sentieri, le mulattiere e gli sterrati non sono la nostra pista da gara personale e anche le persone che si muovono senza bicicletta hanno il nostro stesso diritto di goderne in tranquillità e sicurezza. Tutti, indipendentemente dal mezzo utilizzato, hanno il dovere di essere rispettosi verso l’ambiente che attraversano e le persone che incontrano. Quindi, cari biker, soprattutto in discesa, prestate attenzione alla presenza dei camminatori, siate rispettosi e gentili, date la precedenza e ringraziate. Niente di trascendentale ma semplici norme che costituiscono la base del vivere civile, con o senza la bicicletta sotto il sedere. Non si tratta di consigli inutili e quindi preferiamo ricordarli, come leggerete anche nei singoli itinerari, a volte in modo pedante. Purtroppo, più volte, siamo stati testimoni di situazioni dove la maleducazione e l’arroganza di alcuni biker hanno messo in pericolo la sicurezza di altre persone, gettando così discredito sull’intera comunità degli appassionati di mountainbike. Nelle singole proposte segnaliamo se i sentieri sono particolarmente frequentati dagli escursionisti, quindi nei giorni festivi e nei periodi delle ferie, quando la frequentazione è massima, prestate molta cautela. Gli Stati Uniti d’America, luogo d’origine del fenomeno mountain bike, sono stati il Paese che per primo si è posto il problema del comportamento da tenere alla guida di una bicicletta da montagna, del suo impatto sull’ambiente e dei rapporti con le autorità e l’opinione pubblica. Di queste problematiche si è fatta carico la NORBA (National Off Road Bycicle Association), che ha stilato un codice di comportamento. Si tratta di una serie di consigli di ordine generale che, se rispettati, contribuiscono a fornire un’immagine positiva e a favorire un’ulteriore diffusione di questa straordinaria e piacevolissima pratica sportiva. Date la precedenza agli escursionisti a piedi, anche perché la gente giudica la mtb dal vostro comportamento, rallentate e usate cautela nell’avvicinare e superare altri escursionisti in bicicletta o persone che fanno trekking, controllate sempre la velocità e affrontate le curve prevedendo di poter incontrare qualcuno. L’andatura deve essere commisurata all’esperienza di ciascuno e al tipo di terreno, restate sui percorsi già tracciati ed evitate di tagliare per terreni molli, c’è il rischio di danneggiare la vegetazione e di accentuare l’erosione al suolo. Non lasciate rifiuti, portate con voi i vostri e, se possibile, raccogliete


quelli abbandonati da altri. Non spaventate gli animali e date loro il tempo di spostarsi dalla strada, rispettate le proprietà e lasciate i cancelli così come li avete trovati. La meta da raggiungere e la velocità media devono essere sempre stabilite in funzione dell’abilità personale, dell’equipaggiamento, del terreno e delle condizioni meteo. Non viaggiare da soli in zone isolate e, se dovete coprire lunghe distanze, comunicate sempre la destinazione e il programma di viaggio. Rispettate la filosofia del cicloescursionismo, tesa al minimo impatto con la natura; limitatevi a scattare fotografie e a lasciare impronte leggere, portando via solo bei

ricordi. Tenete il vostro mezzo in perfette condizioni e portate con voi abiti di scorta per eventuali mutamenti di tempo. Un’escursione ben fatta deve essere una soddisfazione per voi, senza diventare un peso o un’offesa per altri. Proteggetevi e prendete ogni precauzione per la vostra sicurezza personale, indossate guanti, occhiali e caschetto. Dopo che la NORBA ha rivolto il proprio interesse esclusivamente alle gare, la campagna per la responsabilità ambientale è passata all’IMBA (International Mountan Bicycling Association).

I sentieri secolari diventano singletrack da sogno! (ph. Ronald Jacobs)

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Il paesaggio geologico della Sardegna

Il paesaggio geologico della Sardegna

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Nel percorrere il territorio della Sardegna, è possibile riconoscere una grande varietà di paesaggi e dunque riconoscere panorami e forme che caratterizzano aree ben definite, che non a caso storicamente sono state delimitate in sub regioni. Queste aree sono caratterizzate da condizioni geologiche differenti e contornate da confini paesaggistici ben definiti e riconoscibili; questo fatto ha permesso di suddividere l’isola da nord a sud in un gran numero di sub-regioni caratterizzate oltre che da differenti paesaggi geologici anche da notevoli caratteristiche linguistiche e culturali. La configurazione orografica del territorio sardo è caratterizzata da una media altimetrica di 334 metri; solo il 15% del suo territorio si eleva ad altezze superiori ai 500 metri. La sua maggior vetta, Punta La Marmora, supera di poco i 1800 metri. L’isola dunque si presenta con un alternarsi di catene montuose separate da piccole pianure e profonde valli caratterizzando il paesaggio anche con piccoli e grandi altipiani. La Sardegna insieme alla Corsica costituisce un unico blocco facente parte della placca europea, si è separata durante il periodo OligoceneMiocene dal continente iberico provenzale come

conseguenza dell’apertura del mediterraneo occidentale e successivamente ruotata con un movimento antiorario. Infatti circa 28 milioni di anni fa, durante l’Oligocene medio,un estesa attività vulcanica interessò l’isola dando luogo ai fenomeni e ai movimenti che porteranno la Sardegna a staccarsi dal continente iberico nel corso di un tempo durato molti milioni di anni, consentendo al blocco sardo-Corso di assumere la posizione geografica attuale, orientata Nord-Sud. La sua storia geologica pertanto è simile a quella di alcune aree dell’Europa occidentale fino ad un certo momento della sua evoluzione, assumendo successivamente caratteri propri e sempre diversi dalla penisola Italiana e dalla vicina regione del Nord Africa. L’ossatura geologica della Sardegna é costituita da terreni dell’Era Paleozoica, che rappresentano un arco di tempo che va da 540 a 245 milioni di anni fa. E’ forse nei pressi di Capo Spartivento che affiorano le rocce più antiche della Sardegna, che i geologi definiscono blastomiloniti. Su queste rocce il mare del Cambriano depose i suoi sedimenti fossiliferi (rocce arenarie, calcaree, argilloscistose, scistoso-arenacee). Successivamente vi si sono deposti anche sedimenti di origine vulcanica tra il

Nella Sardegna non mancano i laghi: qua, il Lago Alto Flumendosa (ph. Ronald Jacobs)


Permiano e il Quaternario. Tali rocce occupano uno strato profondo fino ad un massimo di mille metri. Pertanto, la Sardegna vanta la presenza degli strati fossiliferi più antichi d’Italia, appartenenti al Cambrico, il primo periodo dell’era paleozoica. Non è da escludere, tuttavia, che essa annoveri anche formazioni geologiche cristalline precambriche, di età però incerta e tuttora discussa dagli studiosi. Soprattutto nel Sulcis (Capo Spartivento e Monte Filau, presso Chia), in Gallura (altopiano di Buddusò e Alà, settore di Olbia), in Baronia di Lodè e poco lontano da Oristano (Monte Grighini), affiorano gneiss e micascisti, che si ritiene possano rappresentare parti di una infrastruttura sulla quale i sedimenti cambrici si sono deposti. L’evento tettonico più importante dell’intera storia geologica dell’isola è senza dubbio la messa in posto dei graniti durante la fase orogenetica ercinica. Questi sono responsabili delle intense deformazioni seguite da un’intensa attività magmatica intrusiva ed attività vulcanica durante il consolidamento. Tutto ciò lo possiamo constatare ad esempio a Capo Teulada, dove si notano gli strati piegati e verticalizzati, o nelle rocce scistose del Sulcis o della Barbagia meridionale. Durante questa fase si è formato il batolite granitico, che costituisce l’intera ossatura del blocco sardocorso. Queste rocce granitiche, bianche e rosate, intercalate da porfidi rossi, sono ampiamente rappresentate in diverse parti dell’isola. L’era successiva, cioè il Mesozoico, si estese per un arco di tempo di circa 160 milioni di anni durante il quale la Sardegna è stata interessata da ripetute trasgressioni del mare, sempre in condizioni di bassa profondità, le cui testimonianze oggi si ritrovano soprattutto nella parte occidentale e in quella orientale. Quasi esente da movimenti e da disturbi di tipo orogenetico, la sedimentazione consisterà in massima parte di calcari per lo più organogeni, ricchi di resti conchigliari di molluschi. Gli affioramenti principali di questi calcari, potenti fino a 500-600 m, si trovano nella Nurra, nel Supramonte di OlienaOrgosolo, nelle Baronie, nel M.te Albo, nell’Isola di Tavolara, nel Sarcidano, in Ogliastra, nell’isola di S.Antioco e a M.te Sari, nel Sulcis. Alla fine dell’era Mesozoica e dunque durante l’Era Terziaria ( 65 – 1,8 Milioni di anni) il mare inizia lentamente a ritirarsi e la Sardegna diventa terra emersa; si giunge ad una nuova fase dell’evoluzione dell’isola in cui fu molto intensa l’attività orogenetica in tutto il pianeta, attività testimoniata dalla lenta crescita di nuove catene montuose in quasi tutti i continenti della terra.

(Catene alpine) In questa era le caratteristiche geologiche della Sardegna incominciano ad assumere una fisionomia che differenzia sempre di più la nostra Isola dal resto dell’Europa. L’Isola viene interessata anche da un intensa attività magmatica che ha dato spesso luogo ad imponenti colate laviche fuoriuscite da importanti sistemi di fattura intersecanti l’intera Sardegna. Il nuovo ciclo alpino ebbe una significativa ripercussione nell’isola e creò le premesse per quello che sarà l’assetto geologico e geomorfologico definitivo del territorio sardo fino ai giorni nostri. É durante l’Era Quaternaria (1,8 Milioni di anni – attuale) che si determina l’attuale configurazione dell’isola, già impostata nelle sue grandi linee durante la fine dell’era Terziaria. Nonostante la sua relativa breve durata, in quest’era si sono verificati importanti eventi di ordine biologico e geologico. I più significativi sono la comparsa dell’uomo sulla terra e le glaciazioni, che hanno fortemente condizionato il livello dei mari, il clima e dunque la flora e la fauna. Numerosi centri vulcanici, di cui alcuni attivi fino a 140 mila anni fa, danno luogo a campi di lava basaltica e a piccoli coni di scorie in Logudoro. Questa attività eruttiva si è manifestata a partire da circa 4 milioni di anni dal presente con periodiche attività effusive che hanno interessato un arco di tempo di circa 2 milioni di anni. Questa attività vulcanica oggi è ampiamente rappresentata nel distretto della Marmilla - Sarcidano, dove le manifestazioni basaltiche sono note e definite “giare”; nel distretto di Orosei e Dorgali dove la fascia costiera compresa tra Orosei e Cala Gonone con tutto l’immediato entroterra comprendente i territori di Dorgali e della Baronia di Galtellì, dove gli altopiani basaltici sono noti con il termine di “Gollei” e dove sono presenti oltre 60 centri di emmissione vulcanica; nel distretto di Abbasanta-Campeda dove sono presenti due vasti espandimenti basaltici: quello di Campeda e quello di Abbasanta. Almeno una trasgressione marina, quella tirreniana, da 150 mila a 70 mila anni fa, invade le coste della Sardegna e le due estremità del Campidano fino a 10-15 m d’altitudine, isolando il Sinis e qualche altra piccola penisola. Il livello attuale del mare può considerarsi ormai pressoché stabile da almeno 5000 anni. Dott.ssa Geol. Elisabetta Anna Pusceddu Dott. Geol. Orlando Antonio Mereu

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Lettura degli itinerari e legenda

Lettura degli itinerari e legenda Gli itinerari sono organizzati per aree geografiche omogenee. Ogni itinerario, con eventuali varianti, viene descritto in una scheda numerata progressivamente e grazie all’organizzazione dei dati e delle informazioni sarà possibile per il lettore inquadrare velocemente le caratteristiche della proposta e verificare se è adatta alle proprie aspettative, possibilità e preparazione. Verificate innanzitutto lo stile dell’itinerario che, combinato alla difficoltà tecnica e fisica, unitamente al dislivello e al tempo di percorrenza, vi permetterà con immediatezza di inquadrare il tipo di proposta e comprendere se il tracciato è alla vostra portata. COLONNA VERTICALE DI SINISTRA Titolo itinerario. Prende spunto dai toponimi del punto o Comune di partenza e dei luoghi attraversati e a volte dallo stile dell’itinerario. Si tratta di un parametro soggettivo, * Bellezza. può dare un’idea sulle caratteristiche dell’iti* ma sui paesaggi e sulla soddisfazione che * nerario, proverete al termine del giro. * Stile itinerario. Il numero delle ruote, che troverete insieme alle stelline, non indica la difficoltà dell’itinerario ma lo stile del percorso nonché la predisposizione psico-fisica con cui affrontarlo. È un parametro importantissimo per inquadrare la proposta e per poter leggere correttamente gli altri valori, soprattutto quelli legati alla difficoltà tecnica e fisica. Strade secondarie, piste ciclabili e percorsi sterrati che non richiedono alcun impegno tecnico, anche se non escludono un minimo di allenamento per essere effettuati. Non sono richieste un’attrezzatura ed una bicicletta particolare, il casco però è sempre consigliato. Meglio essere allenati. Itinerario di tipo cross country, che richiede prevalentemente polmoni e gambe, e presenta ostacoli impegnativi solo occasionali. Meglio avere una bicicletta robusta sia hard che front, il casco è d’obbligo. Meglio non improvvisare. Itinerario che potremmo definire free ride. È richiesta abilità nella guida su terreno tecnico, sia in salita che in discesa, alcune salite non escludono tratti a piedi. Si consiglia una bicicletta full, meglio se dotata di buone escursioni degli 22

ammortizzatori. Il casco integrale è facoltativo e si consigliano vivamente ginocchiere e gomitiere. Questi sono gli itinerari che prediligeranno i discesisti che tollerano (male) la salita per godersi al massimo la discesa. Molto meglio non improvvisare. Itinerario ciclo alpinistico, per dirlo all’inglese all mountain (AM), che richiede abilità ed esperienza nel sapersi muovere ed orientare in ambiente alpino. Come esposto nella sezione sulle emergenze, la Sardegna presenta zone con caratteristiche alpine, ma senza la segnaletica delle Alpi! Questo tipo di proposta richiede gambe, polmoni e abilità nella guida, sia in salita che in discesa. I tratti da affrontare a piedi, con la bici da spingere e/o portare, possono essere frequenti in salita e occasionali nella discesa. Si consiglia una full non eccessivamente pesante e, come al solito, casco e zainetto. Affrontate gli itinerari in base alle vostre capacità, in modo da non trovarvi in condizioni pericolose o che comunque pregiudicherebbero il divertimento nell’affrontare il percorso. La scala di difficoltà è riferita a un biker abituato a percorrere itinerari di mountainbike in ambiente montano. Se siete abituati a tracciati collinari è consigliabile iniziare dai percorsi più facili, così avrete tempo e modo di farvi un’idea del grado di difficoltà. Tipo di fondo. Abbiamo definito le percentuali dei tipi di fondo del percorso, in modo da permettervi di inquadrare ancora meglio le caratteristiche dell’itinerario. Ad ogni tipo di fondo corrisponde un colore, che viene utilizzato nella planimetria e nel profilo. In alcune situazioni dove vi è una continua alternanza di fondi differenti troverete indicato il tipo predominante. ciclabile in sede propria strada asfaltata strada cementata strada sterrata mulattiera sentiero Punto di partenza. Viene indicata la località di partenza e la sua altitudine. Per la localizzazione geografica rimandiamo alla mappa d’unione con l’indicazione di tutte le località di partenza.


Quota massima raggiunta. La quota massima raggiunta, assieme alla quota del punto di partenza, consentono di prevedere le variazioni di temperatura, clima e vento rispetto a una località a quota diversa. D’estate l’aumentare della quota comporterà un rifugio dal caldo delle coste, mentre d’inverno potreste trovare la neve in quota e allora meglio scegliere itinerari a quote più basse. Dislivello. Il dislivello totale di ogni itinerario si riferisce alla somma reale di tutti i metri di salita, compresi quelli dei saliscendi: per questo motivo il dato è spesso superiore alla somma dei dislivelli delle salite principali. Per il calcolo si è utilizzato il dato fornito dal GPS, debitamente arrotondato. Il dislivello reale, assieme al tempo medio di percorrenza, è tra i dati più indicativi per valutare la durezza di un tracciato. Lunghezza totale. Lunghezza in chilometri del tracciato, dal punto di partenza a quello di arrivo. I dati sono stati calcolati con l’ausilio del GPS. Lo sviluppo chilometrico del percorso è facilmente riconoscibile dall’altimetria che accompagna la descrizione di ogni itinerario. Chi utilizzasse il ciclo-computer, tenga presente che le misurazioni con questo strumento possono differenziarsi da quelle rilevate con il GPS anche del 10%. Tempo di percorrenza. Tempo che un biker mediamente allenato impiega per percorrere l’itinerario, comprese pause per fotografare, ammirare il paesaggio e ristorarsi velocemente. In alcuni casi abbiamo individuato un intervallo con un valore minimo e massimo. Si tratta di valori indicativi; biker veloci ed allenati possono impiegare meno del tempo minimo stabilito, così come col fondo bagnato e condizioni meteo avverse questo valore può aumentare sensibilmente. Difficoltà tecnica. Il parametro si articola su tre valori: bassa, media ed impegnativa. Questo parametro è da leggere insieme allo stile dell’itinerario: uno stesso tratto può risultare impegnativo all’interno di un percorso XC ma medio o facile all’interno

di un percorso AM. In ogni caso la valutazione si riferisce a condizioni di fondo asciutto. Con pioggia o terreno umido, soprattutto su rocce calcaree, le difficoltà aumentano in modo esponenziale. Difficoltà fisica. Il parametro si articola su tre valori: facile, media ed impegnativa. Si tratta del livello di allenamento fisico, richiesto a un biker mediamente esperto, per affrontare il percorso proposto. Il dato è legato alla durata dell’itinerario, alla difficoltà tecnica delle salite e delle discese e allo stile dell’itinerario. Ciclabilità in salita e in discesa. Il valore, espresso in metri e in percentuale rispetto alla lunghezza totale delle salite e delle discese, si riferisce a quanto è possibile percorrere in sella per un biker mediamente abile ed allenato nello specifico stile del percorso. Abbiamo ritenuto che in salita spingere e/o portare la bici in spalla sia accettabile anche per lunghi tratti, purché la discesa sia remunerativa. Ci sono itinerari con valori di ciclabilità in salita imbarazzanti, ma non scandalizzatevi, andate a provarli e diteci se la discesa è stata di vostro gradimento. Mappe. Carte in commercio in cui è inserito l’itinerario Dove dormire. Si trovano informazioni su strutture ricettive, punti di ristoro ed eventuali rifugi occasionali lungo l’itinerario. Dove possibile vengono indicati i recapiti ma generalmente non abbiamo indicato bar, ristoranti e negozi incontrati nei paesi attraversati. In Sardegna non ci sono rifugi alpini come nelle Alpi, col gestore pronto a preparare pasti anche all’ultimo momento. Fonti d’acqua. Sono indicati i punti di approvvigionamento idrico. Località attraversate. Principali località attraversate dall’itinerario con relativa quota altimetrica. Ad ogni località, elencate in successione, corrisponde un numero che ritroverete sia nella planimetria che sul profilo.

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Lettura degli itinerari e legenda

TESTO PRINCIPALE

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Planimetria. Permette di visualizzare lo sviluppo del percorso e l’alternarsi dei differenti tipi di fondo, i numeri evidenziano le località attraversate. Ovviamente non può essere esaustiva per la preparazione e l’effettuazione dell’escursione e quindi consigliamo di utilizzare la cartografia o, meglio ancora e in addizione alle cartine, per chi fosse dotato di GPS, di scaricare la tracce dal sito www.versantesud.it, di rielaborarle come meglio credete sul vostro computer e di caricarle sul vostro GPS.

Note storico-artistiche-paesaggistiche. Informazioni riguardanti la presenza di punti panoramici interessanti, di siti artistici, di luoghi che hanno avuto un ruolo importante per la storia della località attraversata. Commenti sull’importanza storica e odierna della zona. Descrizione itinerario. Lo spazio maggiore è occupato da una descrizione accurata del percorso. In tal modo, con l’ausilio di una buona cartografia, anche chi non è dotato di GPS può seguire l’itinerario senza perdersi.

Profilo altimetrico. Permette di apprezzare la lunghezza e le pendenze del percorso, nonché la distribuzione delle salite e discese. Note tecniche. Consigli, note e avvertimenti utili per affrontare i singoli percorsi proposti. Vengono evidenziati i punti pericolosi, la tipologia del fondo incontrato, la possibilità di effettuare varianti interessanti e ogni altra informazione degna di nota.

Gli itinerari proposti spesso seguono i sentieri del progetto “Un’Isola di Sentieri” (ph. Ronald Jacobs)


A mille metri sul Supramonte, in linea d’aria a soli 7 km dal mare (ph. Mattia Vacca)

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I libri sulla Sardegna che gli autori consigliano

I libri sulla Sardegna che gli autori consigliano Bepi Vigna, Gianfranco Liori Sardi. Quelli con la testa dura Edizioni Sonda, Casale Monferrato (AL), 1999, edizione aggiornata 2004. Autoritratto irriverente dei sardi, scritto da due sardi. Memorabile la descrizione della prova di bevuta: da una tua scelta di bibite errata sarai giudicato non degno di rispetto e/o di fiducia. Leggilo per capire come ti devi comportare in Sardegna. Enrico Clemente Gennargentu. La natura e l’uomo Fabula, Cagliari, 2002. Bellissimo libro che descrive l’Ogliastra con stupende foto di Mattia Vacca, fotografo per professione e biker, che ha fornito alcune delle foto in questa guida. Massimo Carlotto Il mistero di Mangiabarche Edizioni E/O, Roma, 1999. Il primo libro che Massimo Carlotto (veneto trasferitosi in Sardegna) ha ambientato nell’Isola e che ne descrive maggiormente il paesaggio e le tradizioni. Giuseppe Fiori Vita di Antonio Gramsci Edizioni Laterza, Bari, 1995. Peter sapeva di Gramsci prima di venire in Sardegna e possiede una maglia, comprata alla Casa Gramsci di Ghilarza, con la scritta «Odio gli indifferenti». Gli piaceva indossarla alla riunione condominiale. Un’impiegata delle Poste di Lotzorai un giorno gli ha chiesto: «Signor Herold, vedo che sa di Gramsci… Secondo Lei è cambiata la Sardegna dai tempi di Gramsci ai giorni d’oggi?». Ha risposto: «Secondo me poco o niente, i sardi non riuscivano allora e non riescono oggi a ottenere ciò che gli spetta, anche in termini economici.» Giuseppe Fiori Il cavaliere dei Rossomori. Vita di Emilio Lussu Edizioni Il Maestrale, Nuoro, 2010. Peter venne a sapere di Emilio Lussu quando si documentò sui partiti sardi (IRS, PSd’Az, RossoMori…) in occasione delle elezioni provinciali del 2010. Gli fece impressione il fatto che Lussu si rese conto delle specificità della Sardegna 26

soltanto quando andò a combattere la Prima Guerra Mondiale nel Nord Est dell’Italia. Poi ha scoperto che nacque ad Armungia, un piccolo paese del Gerrei dove abbiamo descritto un itinerario, e decisi de leggere la sua biografia. Magari i politici odierni avessero i valori e le palle di Lussu! Aldo Nieddu Andalas & Caminus del Supramonte di Baunei Poliedro, Nuoro, 2004. Due volumi Aldo Nieddu Urzulei Terre selvagge. Sentieri nel Supramonte Poliedro, Nuoro, 2008. Tre volumi di racconti di escursioni, della vita dei pastori e di proposte per esplorazioni a piedi o in sella della MTB sui Supramontes di Baunei e Urzulei. Da leggere e rileggere man mano che si inizia a conoscere questa zona selvaggia. Michelangelo Pira Isalle AM&D Edizioni, Cagliari, 1996. L’autobiografia di un grande antropologo sardo, vissuto dalla nascita in un contesto rurale fortemente caratterizzato in senso comunitario. Le fasi successive della sua vita nelle città sarde comunque ricche nella loro identità. Un ottima prosa. Coinvolgente. Michelangelo Pira La rivolta dell’oggetto Giuffrè, Milano, 1978. La grande opera dell’antropologo sardo che raccoglie e mette a sistema decenni di studio e di lavoro sociale concreto. L’oggetto è la Sardegna, che si rivolta per diventare, dopo secoli di subalternità, nuovamente soggetto. Un libro scomodo che - come deve essere - non fa sconti a nessuno. Pino Arlacchi Perché non c’è la mafia in Sardegna. Le radici di una anarchia ordinata AM&D Edizioni, Cagliari, 2007. Se la società sarda vi sembra piena di difetti, sappiate che a poche centinaia di chilometri, nel Sud Italia, sono messi decisamente peggio. Un libro rivelatore della cultura sociale sarda e delle sue origini. Un linguaggio accessibile a tutti e una trattazione ricca di riferimenti letterari e scientifici.


Giacomo Mameli La squadra Cuec Edizioni, Cagliari, 2000. Una descrizione della Sardegna fuori dagli schemi tanto cari alla cattiva stampa. Nessuna celebrazione del buon selvaggio e nessuna ricerca di esotismo. Soltanto resoconti su chi lavora molto e bene per creare valore nella propria terra. Giacomo Mameli Sedici ore al giorno Cuec Edizioni, Cagliari, 2003. Prosecuzione della ricerca iniziata con La squadra. L’autore è il giornalista economico più apprezzato della Sardegna e, diversamente da tanti altri intellettuali di estrazione rurale, non ha rinnegato le proprie origini malgrado il grande successo professionale (è stato addetto stampa del Ministro degli Esteri seguendo in presa diretta le riunioni per il Trattato di Maastricht). Maurice Le Lannou Pastori e contadini di Sardegna Edizioni della Torre, Cagliari, 2006. Geologia, geografia, botanica, storia, economia, società e cultura della Sardegna degli anni Trenta e ancora, in parte, della Sardegna attuale. Tutto in una sola opera del grande ricercatore francese, uno dei maggiori geografi europei del Novecento. Indispensabile per chi voglia davvero conoscere il territorio della Sardegna.

Pietro Picciau Un uomo in fuga. Cent’anni di ciclismo in Sardegna Demos Editore, Cagliari, 2000. Girardengo, Bartali, Coppi, Merckx, Moser, Saronni e Bugno hanno spesso gareggiato in Sardegna e nel libro le loro vicende sportive si incrociano con quelle di tanti corridori sardi, campioni solitari di coraggio e umanità. Al centro della narrazione le fatiche e gli slanci di uomini che il ciclismo, praticato senza l’inganno del doping, ha reso un po’ speciali. Salvatore Satta Il Giorno del Giudizio Adelphi Edizioni, Milano, 1990, 12ª ediz. Una narrazione cruda e dissacrante delle vicende familiari e cittadine della città di Nuoro dei primi del ‘900. Un’utile chiave di lettura per comprendere la mentalità e le origini di una comunità che conserva a distanza di tanti anni i propri elementi identitari. Grazia Deledda Tutte le opere! I romanzi della Deledda hanno dato una dignità letteraria alle tradizioni e ai luoghi della Sardegna, portandoli alla ribalta internazionale con il conferimento del premio Nobel per la Letteratura nel 1926.

Giampiero Marras Simon Mossa visto da vicino Alfa Editrice, Quartu Sant’Elena, 2005. La biografia del grande architetto sardo, poliglotta e teorico dell’indipendentismo, scritta dal suo delfino. Un libro per conoscere e capire la Sardegna degli anni Sessanta e Settanta e i cambiamenti che la hanno portata all’identità attuale. Massimo Carlotto, Mama Sabot Perdas de Fogu Edizioni E/O, Roma, 2008. Un’opera letteraria collettiva, coordinata da Carlotto, per descrivere in forma romanzata il disastro ambientale, economico e sociale portato dal grande poligono militare della Sardegna. Nel 2011, dopo decenni di denunce e di mobilitazioni, la magistratura avvia una poderosa inchiesta che sembra confermare le peggiori previsioni. Per questa ragione in quest’area, alla quale alla data di stampa l’accesso è ancora interdetto, non abbiamo proposto nessun itinerario.

Le caratteristiche pecore sarde

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Principali negozi di MTB nelle aree descritte dalla guida

Principali negozi di MTB nelle aree descritte dalla guida Gli autori di questa guida non possono conoscere personalmente tutti i negozi di quest’elenco, perciò invitano i lettori-biker, che eventualmente se ne servissero, a comunicare il loro grado di soddisfazione scrivendo a mtbsardegna@versantesud.it Se non specificato diversamente, il servizio offerto consiste in vendita e assistenza.

Ichnusa Bike, di Marcello Meloni Via Sassari n. 26 - tel. 070.85.70.370 329.44.82.419 www.ichnusabike.it - (soltanto noleggio)

SUD-EST

SUD-OVEST

Monserrato, Hg Performance, di Enrico Colombo Via Deroma, 84 - tel. 348.22.94.735 www.hgperformance.it

Assemini, Technobike, di Giorgio e Marcello Carta Via Carmine n. 214/L - tel. 070.35.10.918 347.54.73.491 - 346.31.63.480 www.technobike.net

Quartucciu, Bici Center, di Giovanni Pistidda Via delle Serre, 32/E - tel. 070.84.30.92 www.bicicenter.com - (anche noleggio)

Carbonia, Gp Bike, di Giuliana Paderi Via Dalmazia n. 70 - tel. 0781.62.193

Quartu Sant’Elena, Due Ruote, di Giuseppe Solla Viale Colombo s.n. - tel. 070. 86.12.73 (anche noleggio)

Gonnosfanadiga, Per mari e monti, di Salvatore Ollosu Via Nazionale n. 99 - tel. 070.97.94.005

Quartu Sant’Elena, 2000 Ricambi, di Massimo Solla Via San Benedetto n. 79 - tel. 070.86.18.64 www.2000ricambi.com

Iglesias, Rema Cicli, di Renzo Marcia Via Corsica n. 17 - tel. 0781.25.91.01 www.remacicli.com

Quartu Sant’Elena, Planet Motors KTM, di Zaira Pitzalis Via Marconi n. 113 - tel. 070.88.02.63

Pula, Pro Bike, di Simone Picci C o rs o V i t to r i o E m a n u e l e n . 1 1 8 - t e l . 070.920.80.77 www.probikeinresort.com - (anche noleggio)

Quartu Sant’Elena, Bike Park, di Francesco Stara Via Marconi n. 45 - tel. 070.83.73.01 www.bikeparkshop.com

Sant’Antioco, Euromoto, di Gianluca Aiò Via Nazionale n. 57 - tel. 0781.84.09.07 347.88.03.875

San Vito, Bike Green, di Daniele Frau Via Nazionale n. 11 - tel. 070.23.59.237

CENTRO-EST

Sinnai, Back flip, di Rosella Bacichet Via Mara n. 35/A - tel. 070.85.75.808 www.backflipmtb.com Ussana, Alton Cicli, di Antonio Pili Via Roma n. 170 - tel. 070.91.89.027 www.altoncicli.com CAGLIARI Bc, di Luca Cannas Via Cavaro n. 6 - tel. 070.45.21.037 Extreme, di Alessandro Melis Via Giudice Chiano n. 43 - tel. 070.49.03.80 www.extremebikes.it - (anche noleggio) 28

Runner, Corso Vittorio Emanuele n. 296 - tel. 070.66.92.18

PORRA’ COMMERCIALE 08048 Tortoli’ (OG) - v. Baccasara tel: 0782 625000 - Vendita ricambi Melina Virdis 333 2585096 e Clait Pintus 338 3554721 Girasole - Noleggio bici da strada e MTB front, riparazioni CENTRO Nuoro, Demurtas Giovanni ciclo-motosport Via Martiri Della Libertà n. 104 - tel: 0784 39050 Nuoro, Soddu Tonino S.R.L. via Resistenza n.1 - tel: 0784 200750


Compiere un’escursione, fosse anche di mezza giornata, in un territorio che non si conosce significa imbattersi in dei toponimi, vale a dire in nomi di luoghi, che possono risultare di difficile comprensione. Questo vale dappertutto ma vale ancora di più in Sardegna, perché i toponimi sono quasi sempre in Sardo e questa è una lingua a sé stante, che non rientra in nessuno degli altri sistemi linguistici dei territori oltre il mare. Numerosi toponimi sono di difficile comprensione per gli stessi abitanti della Sardegna, perché derivano non dalla lingua sarda attuale ma da quella prelatina, per esempio dalla lingua sarda dell’età nuragica, i cui significati si sono persi o comunque si tratta di termini non più esistenti nell’uso corrente, rimasti soltanto, da più di duemila anni, a indicare il nome di un territorio. La presenza di toponimi preistorici segna uno dei tanti primati della Sardegna, che ne ha la più alta percentuale in Europa, con punte del 50% in alcuni territori, come la Barbagia di Ollolai, contro una media europea dell’1,5%. Se la vostra fonte toponomastica sono le mappe IGM allora il discorso si complica ulteriormente, perché a tutte queste difficoltà si aggiungono gli strafalcioni compiuti dai compilatori delle carte, spesso italiani con poca conoscenza della lingua sarda, col risultato che i nomi dettati dai locali venivano riportati senza cognizione della struttura della lingua e quindi senza l’osservanza di alcuna norma ortografica che potesse rendere il toponimo trasparente, come si dice nel gergo della linguistica, cioè di immediata comprensione. Così la stessa parola, anche entro la stessa tavoletta, si trova molte volte scritta in modo diverso o, per un problema di aggiornamento, altri toponimi non corrispondono più a quelli attualmente in uso. Per venire incontro alle esigenze dei biker che seguono il percorso sulle mappe IGM, gli autori di questa guida hanno tenuto ogni volta possibile il toponimo riportato nella stessa carta o, se questo non è più praticato, nella descrizione hanno comunque affiancato i due toponimi, quello in uso e quello registrato in IGM: es. Siete a Mamenga (Canali Àcuas in IGM)…

caso l’hanno corretta ma, per coloro che seguono il percorso sulla carte IGM, nella descrizione hanno ugualmente affiancato i due toponimi, quello scritto correttamente in sardo e quello registrato in IGM: es. Arrivati in località Sa Nuxi Manna (Sa Nusci Manna in IGM)…

Toponomastica

Toponomastica

Considerate, in ogni caso, che numerosi toponimi possono essere conosciuti soltanto da pochi soggetti del territorio, da coloro che ancora lo praticano e ne hanno una conoscenza approfondita, come i pastori, gli agricoltori o i cacciatori. Sarebbe stato interessante affiancare a ogni itinerario una scheda con la spiegazione dei toponimi delle zone percorse ma sarebbe stato un lavoro che esula dagli obiettivi di questa pubblicazione. Per chi volesse saperne di più indichiamo una breve bibliografia, non esaustiva, sui principali dizionari studi di toponomastica sarda, con tesi spesso contrastanti sui toponimi più antichi, compresi quelli riconducibili alla lingua nuragica, e dunque più difficili da indagare. Salvatore Dedola Toponomastica sarda Grafica del Parteolla, Dolianova, 2004 Giulio Paulis I nomi di luogo della Sardegna Carlo Delfino Editore, Sassari, 1987 Massimo Pittau I nomi di paesi, città, regioni, monti e fiumi della Sardegna. Significato e origine Gasperini Editore, Cagliari, 1997 Heinz Jürgen Wolf Toponomastica barbaricina Edizioni Papiros, Nuoro 1998 Heinz Jürgen Wolf La toponymie préromaine de la Sardaigne In «Revista de Filología Románica», n. 17, Universidad Complutense, Madrid, 2000.

Per la stessa ragione gli autori hanno mantenuto l’ortografia delle carte IGM purché questa non risulta troppo distante dalla struttura della lingua da oscurare il significato del toponimo. In questo 29


Glossario e frasario

Glossario e frasario La lingua sarda è composta da due grandi varietà, quella campidanese, parlata nel sud e nel centrosud, e quella logudorese parlata nel centro-nord. Ragioni storiche hanno impedito che queste due macrovarietà si fondessero in una sola o che si affermasse in tutta l’Isola una varietà sola almeno con funzione letteraria e/o amministrativa. Probabilmente sarebbe successo se la Sardegna fosse rimasta per più tempo uno Stato indipendente, con il Sardo come lingua ufficiale, ma questa fase storica si è interrotta alla fine del Medioevo. Da allora lingue ufficiali sono state sempre quelle degli altri Stati di volta in volta dominanti, nell’ordine il Catalano, il Castigliano e l’Italiano. Relegato il Sardo nella dimensione locale, le due macrovarietà non hanno finora avuto possibilità di fondersi e ciascuna ha sviluppato autonomamente una propria variante letteraria, utilizzata anche oggi nella scrittura. Dal glossario e dal frasario sotto riportato si evince il carattere comunque unitario della lingua sarda, con le differenze tra queste due macrovarietà che sono minime rispetto a quelle con la lingua

italiana. Ognuna delle due macrovarietà è composta al proprio interno di tante altre sottovarietà, fino ad arrivare alla parlata del singolo del paese, ma è ovvio che qui possiamo presentare soltanto le varietà letterarie, ognuna della quali è considerata “lingua franca” nel rispettivo territorio. Per la posizione mediana tra centro-sud e centronord, in molti paesi dell’Ogliastra si parlano sottovarietà che sono un’amalgama di campidanese e logudorese, così che qui varranno entrambe le varietà letterarie. Tendenzialmente il campidanese prevale nel versante sud del Gennargentu e il logudorese nel versante nord. Per quanto tutti i Sardi oggi capiscano e parlino l’italiano - ma ben pochi capiscono e parlano l’inglese o un’altra lingua straniera - scoprirete quanto fa loro piacere se uno straniero si sforza di imparare e di usare qualche frase in sardo. Il glossario e frasario sotto riportato è un piccolo contributo per continuare nella conoscenza dell’Isola e serve a risolvere alcune necessità – pochissime, in confronto a tutto quello che vi può servire – in modo amichevole nei confronti della popolazione locale.

Sardo campidanese

Sardo logudorese

Salve!

Saludi!

Salude!

Mi scusi…

Scusit-mì…

Perdonet-mì

Permesso?

Potzu intrai?

Poto intrare?

Come sta?

Cumenti stait?

Comente istat?

Bene, grazie

Beni, gràtzias

Bene, gràtzias

E Lei?

E Fustei?

E Bostè?

Come si chiama?

Ita ddi nant?

Ite si narat?

Mi chiamo…

A mei mi nant…

Mi giaman…

Piacere di averla conosciuta

Prexeri de dda ai connota

Praghere de lu aer connotu

Vengo dall'Italia

Bengu de Itàlia

Benzo dae Itàlia

Abito a …

Bivu in…

Bivo in…

Arrivederci

A si biri

A nos bìere

Ho bisogno do un medico

Mi serbit unu dotori

Mi serbit unu mèigu

Dov'è l'ospedale/dentista/farmacia più vicino/a?

Innui est su spidali/dentista/potecaria prus acanta?

Inue est s’ispidale/dentista/apotecaria prus acanta?

Italiano Saluti e presentazioni

Salute e sicurezza

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Mi fa male qui

Mi dolit innoi

Mi dolet innoghe

Mi sono ferito

Mi seu fertu

Mi soe fertu

Mi sento male

Stau mali

Isto male

Ho bisogno di aiuto

Mi serbit agiudu

Mi serbit azudu

Posso usare il suo telefono?

Potzu imperai su telèfunu de Fustei?

Poto impitare su telèfonu de Bostè ?

Mi sono perso

Mi seu pèrdiu

Mi soe pèrdidu

Quanto costa il biglietto per…

A cantu est su billetu po…

Cantu benit su billete po…

Un biglietto per…, per favore

Unu billetu po…, po prexeri

Unu billete pro… pro piaghere

Dove è diretto questo treno/autobus?

A innui andat custu trenu/postali? A inue andat custu trenu/postale?

Da dove parte il treno/autobus per… ?

De innui partit su trenu/postali po… ?

De inue tucat su trenu/postale pro…

Quando parte il treno/autobus per… ?

A ita ora partit su trenu/postali po… ?

A ite ora tucat su trenu/postale pro…

Quando arriva il treno/autobus da… ?

A ita ora arribat su trenu/postali a… ?

A ite ora arribat su trenu/postale a…

Mi porti a … , per favore

Mi-nci portit a… , po prexeri

Mi che leat a… , pro praghere

Quanto costa fino a… ?

Cantu costat fintzas a... ?

Cantu costat fintzes a... ?

Si fermi qui, per favore!

Firmit-sì innoi, po prexeri!

Firmet-sì innoghe, pro praghere!

Attenda qui un attimo, per favore

Abetit pagu pagu innoi, po prexeri

Isetet azigu azigu innoghe, pro praghere

Vorrei noleggiare una macchina

Ia a bolli pigai una màchina a pesoni

Dia chèrrere leare una màchina a pesone

distributore di benzina

distribudori de benzina

distribuidore de benzina

diesel

gasollu

gasozu

semaforo

semàfuru

semàfuru

piazza

pratza

pratza

marciapiedi

marciapei

marciapede

Come arrivo a… ?

Cumenti lompu a… ?

Comente lompo a… ?

la stazione dei treni

sa statzioni de su trenu

s’istatzione de sos trenos

la stazione degli autobus

sa statzioni de su postali

s’istatzione de su postale

in centro paese/città

in mesu de bidda/tzitadi

a intro de bidda/tzitade

all’aeroporto

a s’àiri-portu

a s’areoportu

all’hotel

a sa posada

a s’istera

Dove ci sono molti...

Innui ddoi at medas…

Inue bi at medas…

ristoranti

posadas

isteras

bar

tzilleris

tzilleris

luoghi da visitare

logus de biri

logos de bìere

Trasporti

Orientarsi

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Glossario e frasario

Mi può indicare sulla mappa…

Mi podit fai biri in sa mapa…

Mi podet inditare in sa mapa…

strada/via

bia

carrela

Giro a sinistra

Pigu a manu manca

Leo a manu manca

Giro a destra

Pigu a manu dereta

Leo a manu destra

avanti dritto

annantis deretu

addenanti deretu

verso…

faci a…

cara a…

passando per…

passendi de…

passende de…

davanti a…

annantis a…

addenanti a…

incrocio

ingruxada

grughe de bia

in sù

a pitzus

a susu

in giù

a bàscius

in bàsciu

Avete una camera?

Teneis un’aposentu?

Azis una càmara?

Qual è il prezzo di una camera singola/doppia?

A cantu est un’aposentu po unu/ po duus?

A cantu est una càmara a sa sola/ po duos?

La camera ha...

S’aposentu tenit…

Sa càmara at…

il bagno

su còmudu

su banzu

il telefono

su telèfunu

su telèfonu

Posso vedere la camera?

Ddu potzu biri s’aposentu?

Poto bìere sa càmara?

Avete una camera ...

Teneis un’aposentu…

Azis una càmara…

più grande?

prus mannu?

prus manna?

più economica?

prus baratu?

prus barata?

Va bene, la prendo

Andat beni, ddu pigu

Andat bene, la leo

Mi fermerò per … notte/i

Mi firmu … noti/is

Mi firmo … note/es

Avete la cassaforte?

Teneis sa casciaforti?

Azis sa casciaforte?

armadietti a chiave?

armadieddus criaus

armarieddos a crae?

acqua calda

àcua callenti

abba caente?

È inclusa la colazione/pranzo?

Ddoi est su smurzu de a mangianu/su pràngiu?

Bi est fintzas s’irmurzu/su pranzu?

A che ora è la colazione/pranzo/ cena?

A ita ora est su smurtzu de a mangianu/su pràngiu/sa cena?

A ite ora est s’irmurzu/su pranzu/ sa chena?

Potete svegliarmi alle … ?

Fait a mi ndi scidai bosatrus a is … ?

Mi nde podides ischidare a sas …?

Un tavolo per una/due persone, per favore

Una mesa po unu/po duus, po prexeri

Una mesa po una/duas pessones, pro praghere

Mi può portare il menù?

Mi dda portat sa lista de sa cosa de papai?

Mi che batit sa lista de su màndigu?

Avete qualche specialità di casa?

Teneis cosa de domu?

Azis cosa de domo?

Avete qualche specialità locale?

Teneis cosa de custu logu?

Azis cosa de custu logu?

Sono vegetariano

Petza no ndi papu

Petza non nde màndigo

In albergo

Al ristorante

32


Non mangio carne suina

Petza de porcu no ndi papu

Petza de porcu non nde màndigo

Voglio

Bollu

Cherzo

pollo

petza de pudda

petza de pudda

bovino

petza de baca

petza bula

pesce

pisci

pische

prosciutto

presutu

presutu

salsiccia

sartitzu

sartitza

formaggio

casu

casu

uova

ous

obos

insalata

insalada

insalada

verdura (fresca)

birdura (frisca)

birdura (frisca)

frutta

fruta

fruta

pane

pani

pane

pasta

macarronis

macarrones

riso

arrosu

arrosu

fagioli

fasolu

basolu

Posso avere un bicchiere/tazza/bottiglia di… ?

Mi dda donat una tassa/cìcara/ ampudda de … ?

Poto aer una tatza/cìchera/ampulla de … ?

caffè

cafeu

gafe’?

the

tei

te’

succo di…

suci de…

sutzu de…

acqua (gassata)

àcua (gasada)

abba (gasada)

birra

birra

birra

vino rosso/bianco

binu nieddu/biancu

binu nieddu/biancu

Posso avere un po' di… ?

Mi ddu portat unu pagu de… ?

Mi lu dat acalaizu de… ?

sale

sali

sale

peperoncino

pibireddu

pibireddu

burro

butirru

butirru

Cameriere!

Su camareri!

Su camareri!

Ho finito

Apu acabau

Apo agabadu

Era ottimo

Fiat bonu meda

Fit bonu meda

Il conto, prego

Su contu, gràtzias.

Su contu, gràtzias.

Quando chiudete?

A ita ora serrais?

A ite ora serrades?

Accettate carte di credito?

Pigais cartas de fidu?

Leades cartas de fidu?

Può cambiarmi i soldi?

Fait a mi cambiai su dinai?

Faghet a mi cambiare su dinare?

Dove posso cambiare il denaro?

Innui ddu potzu cambiai su dinai?

Inue lu poto cambiare su dinare?

Dov'è la banca/il bancomat

Innui est sa banca/su bàncomat

Inue est sa banca/su bàncomat

Ha questo della mia taglia?

Custu ddu tenit de sa mesura mia?

Custu lu azit de sa mesura mia?

Denaro e shopping

33


Glossario e frasario

Quanto costa?

A cantu est?

A cantu est?

Troppo costoso

Est caru che fogu

Est caru che fogu

costoso

caru

caru

economico

baratu

baratu

Non posso permettermelo

No ddu potzu pigai

Non mi lu poto leare

Questo non lo voglio

Custu no ddu bollu

Custu non lu cherzo

Posso provare il vestito?

Su bistiri ddu potzu provai?

Su bistire lu poto proare?

Va bene, prendo questo

Andat beni, pigu custu

Andat bene, leo custu

Posso avere un sacchetto?

Una busta mi dda donat?

Una busta mi la dat?

Ho bisogno di...

Mi serbit…

Mi serbit…

Che ore sono?

Ita ora est?

Ite ora est?

Sono le nove

Funt is noi oras

Sun sas noe oras

A che ora ci vediamo?

A ita ora si bieus?

A ite ora nos bidimus?

Alle due

A is duas

A sas duas

Quando ci vediamo?

Candu si bieus?

Cando nos bidimus?

Ci vediamo lunedì

Si bieus lunis

Nos bidimus lunis

Quando parti?

Candu partis?

Cando tucas?

Parto domani mattina

Partu cras a mangianu

Tuco cras a manzanu

adesso

imoi

como

più tardi

prus a tardu

prus a tardu

prima

innantis

innantis

mattino

mangianu

manzanu

mezzogiorno

mesudii

mesudie

pomeriggio

meigama

a pustis bustadu

sera

merii

a sero

notte

noti

note

mezzanotte

mesunoti

mesanote

oggi

oi

oe

ieri

ariseru

deris

domani

cras

cras

questa settimana

custa cida

custa chida

settimana scorsa

cida passada

chida passada

prossima settimana

cida chi benit

chida chi intrat

Ora e data

34


In Sardegna non troverete i sentieri affollati! (ph. Ronald Jacobs)

35


VERSANTE SUD MOUNTAIN BIKE MTB - VTT


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MOUNTAIN BIKING IN THE AOSTA VALLEY Arco, secret spot. Climber Florian Riegler, photo Marco Spataro

Arco, secret spot. Climber Florian Riegler, photo Marco Spataro

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61 itinéraires au pied des grands sommets

ph. VisaMultimedia, Paolo Rey

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www.versantesud.it Une sélection de 61 itinéraires de VTT au pied des plus hauts sommets de la chaîne des Alpes vous révèleront des coins cachés de cette magnifique région qu’est la Vallée d’Aoste. A travers bois, pâturages et cols, du fond de vallée jusqu’à la haute www.versantesud.it montagne,Aen suivant sentiers des chemins agricoles, choice of de 61 simples mountain bikingouitineraries at the foot of the most les itinéraires proposés sauront captiver aussi bien qui s’initient beautiful mountains of the alpine arc ceux will help you discover the au VTT quehidden les experts à laofrecherche de sensations fortes. corners this beautiful region: Val d’Aoste. La description des tours du Mont Fallère, Montfrom Blancvalley et du bottoms Grand to the Through woods, pastures andducols, Combin complètent ce et permet d’entreprendre untrack véritable heights ofUna theguide the mountains, followingin single or farm roads, selezione di 61 itinerari mountain bike ai piedi delle più alte voyage en the VTT itineraries autourcime de ces magnifiques sommets de plus de 4000 m. offnascosti offered willalpino, satisfy beginners starting as well di questa dell’arco viboth faranno scoprire angoli Il ne vous as reste plus bellissima qu’à vous regione: mettre votre vélo et partir seasoned mountain bikersen looking for a thrill. la selle Valle de d’Aosta. à la découverte de cette région de ses The guide bookextraordinaire finishes off with a description ofplus thebeaux tours ofall’alta Fallère,montagna, Attraverso boschi, pascoli eetcolli, dal fondovalle sentiers! Mont Blanc and Gran Combin possibility of undertaking percorrendo single offering track o the strade poderali, gli itinerari proposti a real mountain bikeappagare journey around magnificent sapranno sia il these principiante che 4.000 si sta metre avvicinando al peaks. mondo della mountain bike che il biker esperto alla ricerca di All you have to do isforti. jump on to your saddle and set off to discover sensazioni this extraordinary region and its beautiful paths!del Monte Bianco e del Grand La descrizione dei tours del Fallère, Combin completa questa guida e offre la possibilità di intraprendere un vero e proprio viaggio in mountain bike intorno a questi magnifici 4.000. Non vi resta che saltare in sella alla mountain bike e partire alla scoperta di questa straordinaria regione e dei suoi sentieri più belli!

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Fabrizio Charruaz, né à Aoste le 22 Janvier 1975, est depuis l’en fan de VTT. En 1997, il devient moniteur de VTT premier niveau d Italienne de cyclisme. En 2001 il reçoit l’habilitation régionale et il le régistre régional des moniteurs de VTT. En 2008, il obtient la F.C.I de l’enseignement de la discipline du downhill. Il est «l Charruaz Fabrizio, was born indeAosta 22nd de l’Association valdôtaine des moniteurs VTT »on. Ilthetravaille a young has always had a great passion for mou municipalités pour laage réalisation de parcours de VTT et organise d becomes a level 1 MTBLainstructor (Italian cycling etfed excursions pour jeunes et adultes. passion pour le freeride l his regional qualification and becomes a registered incité à prendre part à diverses compétitions, en particulier dans lem instructors in Val d’Aoste and in 2008 gets his specia de Maxi et Mega Avalanche. Charruaz Fabrizio, nato adofAosta 22 ge downhill. He is one of the founders Val ild’Aoste appassionato mountain bike.195 Ne with various local administrati Gianfrancocollaborated Sappa estgrande né Ormea (CN), le dicouncil 1er Septembre dellahe federazione ciclistica italiana, biking itineraries and organizes MTBsescourses an enfance, la passion de lalivello montagne l’amène à gravir premiers regionale, èguide iscritto regionale dei m and adults. Hisdevenu passion for freeriding and downhill les Alpes Maritimes. Enfin denell’albo montagne en 1983, i ottenuto la specializzazione F.C.I. part in many competitions especially thenell’inseg FrenchA passion en un véritable métier qu’il exerce encore àon plein temps. È uno fondatori dell’Associaz millénaire, ilAvalanche. se rapproche du dei VTTmaestri et en 2005 il devient monite collaborato ses conclients varie àamministrazioni com VTT, commençant à accompagner travers les montag di mountain bike einorganizza corsion edthe escu1 was born Ormea (CN) pied, mais àSappa vélo. Gianfranco per ild’un freeride il downhill lo hat a young age passion for mountains brings him À l’heure actuelle, il passione esthistitulaire site ewww.bikeandmou particolare nel circuito franCm Hecompetizioni ainMountain Guide in Grand 1983 organise dessummits. excursions à becomes VTT autour du Mont Blanc, du profession whichque hedans still les carries full time. With toute la Vallée d’Aoste ainsi Alpesout Maritimes et en Sa Gianfranco è nato ad Ormea (CN)ai approaches Sappa mountain biking and in 2005 becomes per1969, laup montagna aque salire accompanying his clients mountains not on Daniele Herin est né àpassione Aoste en qualifié loenporta tantonly mo Finalmente diventa GuidaPassionné Alpina nel 19 is currently thedeowner of en www.bikeandmountain.co par la fédération italienne cyclisme 2003. de spo unal’école vera edepropria cheCombin tuttora mountainamis, bike around Mont Blanc, 2004, avec quelques vélo deprofessione VTT duGrand Cervin en vue millennio siasavvicina alla mountain bike e as well theterritoire Maritime and in Sa la pratique d’Aoste du vélo region tout-terrain dans le duAlps Cervin. Toujo MTB, accompagnare propri c organise pour la première foisiniziando en Italie, ad la Maxi Avalanche,i marath ma bicicletta. Attualmente è titolare di bu Herin Daniele was born faisant in Aosta in 1969, caractéristiques uniques en in leur genre découvrir à deand nomb organizza viaggi in mountain attoR instructor inche with the Italian Cycling Federati une descente fascinante à2003 partir du glacier italo suisse du bike Plateau in atutta Valle d’Aosta nonché Alp sport and fewetlafriends in 2004 foundsnelle theparco Cerv à 3500m. Depuis lors,with ile étudie collabore à la création de with the aim of promoting off road cycling around t VTT sur la Vallée d’Aoste. Daniele, Aosta nel 1969, In 2004 he Herin organizes, for thenato firstad time in Italy, the M bike della ciclistica itat marathon is en unique in grand itsfederazione kind, giving cyclists Sergio Borbey est néwhich àmountain Aoste 1968, amateur de sports nel starts 2004 fonda, assieme alcuni amici, descent which the metres of the lP de la course en montagne, de off skifrom alpin et 3500 duadvélo, il exerce scopoand di de promuovere lain pratica della bi then on heallo collaborates creating mo Pisteur Secouriste dans lestudies domaine ski de Pila. Depuis 2001, delover Monte Cervino. territory. Sempre nel italienne, 2004 org itineraries all region’s qualifié moniteur de VTT par lathe Fédération de cyclisme Maxichez Avalanche, maratona freeride dalle transmettre son expérience les jeunes. Depuisdi2002, il s’occu scoprire a molti appassionati il f in Aosta in 1968, loves sport du bike parcBorbey de Pila. Sergio, Enfacendo 2005born il obtient l’habilitation professionne ghiacciaio svizzero del Plateau R cross-country skiing, and italo cycling. He currently work dans le registre régionaldel des moniteurs de VTT. di itinerari e piste di mountain b as a Pisteurcreazione Secouriste (safety and rescue). After be instructor with the Italian Cycling Federation, since 2 Sergio, nato ad Aosta nelFrom 1968,20 a sharing his Borbey experience in the youth sector. in montagna, dellohissciprofessional nordico e delquc Park of Pila.corsa In 2005 he obtains (sicurezza e soccorso) nel comprensorio s bike instructor. conseguito l’abilitazione di maestro di mo Italiana, si è dedicato a trasmettere la prop 2002 si occupa anche del Bike Park di Pila. professionale e si è iscritto al relativo albo r

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Maurizio Panseri ad Alzano Lomba appassiona alla mo sulle Grigne e in Pre subito la mountai tenta di scendere da ogni sent alle “sue” montagne, quelle die stupirlo. Da sempre documenta e www.vertical-orme.tv potrete legg vita verticale in parete o sulle due

Marzia Fioroni, son è da sempre bic bike ha trovato il mondo. In presenz volentieri in scialpin per fotografare e raccontare con p sbagliare, si occupa di ambiente con l’ambizione di respirare aria digitare per credere www.alp-en.it

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87 itinerari e racconti tra il lago di Como e le Orobie

Maurizio Panseri Marzia Fioroni Claudio Locatelli Enrico Fioroni

MOUNTAIN BIKE TRA LECCO E BERGAMO

Il piacere di perdersi A cavallo della vostra due ruote, vi condurremo dalle sponde del Lario sino alle più alte vette delle Orobie, in una continua ed emozionante scoperta di questi territori meravigliosi. Sono molte le proposte su cui fare rotolare le vostre ruote, valle dopo valle e montagna dopo montagna, per migliaia di chilometri di sviluppo e decine di migliaia di metri di dislivello. Questa guida non ha la pretesa di accompagnarvi per mano ma di fornire semplici spunti e suggerimenti per organizzare una spensierata giornata all’aria aperta. La traccia GPS e la descrizione dettagliata saranno un ottimo supporto per evitare di perdervi nel dedalo di sentieri, mulattiere e sterrate che avvolgono come una maglia i versanti delle nostre montagne. Una volta percorsi gli itinerari proposti, ci auguriamo che la curiosità di scoprire cosa c’è al di là del colle o nel fitto del bosco vi spinga ad abbandonare la traccia descritta - e con essa ogni certezza - per avventurarvi tra questi monti con il desiderio di perdervi e vivere così la vostra avventura. Siamo certi che a fine giornata sarete felici di esservi smarriti e, carta alla mano, di aver scoperto una nuova opportunità, un nuovo sentiero o un’altra storia da raccontare. La proposta raccoglie una varietà di percorsi adatti a tutti. Ci troverete placide ciclabili per famiglie, lunghi circuiti su sterrato tipici del cross-country, percorsi tecnici per biammortizzate dalle escursioni generose ed escursioni dove è d’obbligo avere una buona esperienza dell’ambiente alpino, voglia di faticare, oltre che una grande padronanza nella guida della propria bicicletta. Ognuno troverà qualcosa di adatto alle sue esigenze e alle sue capacità. Potrà ridurre o ampliare, scomponendo e ricomponendo in un gioco infinito, le tracce proposte ma soprattutto sarà libero di perdersi e sarà felice di arrivare in cima ad un colle sconosciuto da cui iniziare la propria discesa. Buon divertimento!

MOUNTAIN BIKE TRA LECCO E BERGAMO

Claudio Locatelli a Ponte San Pi mountain-bike fin trasferito tutte decenni di scialpi l’arco alpino. Profondo conosci delle Orobie, è autore del si organizza ed accompagna i biker quasi sempre oltre il limite della ci

87 itinerari e racconti

tra il lago di Como e le Orobie

Enrico Fioroni, clas è da sempre appas esplorare i boschi e padre. Si avvicina a sin dai suoi esord e in modo “contemplativo”, ama d’inverno tra una sci-alpinistica e suoi prediletti pur non disdegnan le Alpi e gli Appennini.

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Sud-ovest

Sud-ovest Guspinese > 1 Montevecchio. Piscinas > 2 Montevecchio. Arcuentu Fluminese > 3 Da Capo Pecora a Scivu Marganai > 4 San Benedetto. Arenas > 5 Domusnovas. Perdu Marras > 6 Gùturu Farris. Corovau Linas > 7 Villacidro. Piscina Irgas > 8 Vallermosa. Cucurdoni Mannu

38

Sulcis > 9 Villamassargia. Punta Orbai > 10 Sulle colline di Carbonia > 11 Rosas. Orbai > 12 Ferrovia Bècia. Rosas > 13 Santadi. Sèbera > 14 Domus de Maria. Punta Sèbera > 15 Chia. Strada Romana > 16 Punta Porcili Mannu. Cala d’Ostia > 17 Punta sa Crèsia. Perda Pertunta > 18 S’’Enna de sa Craba. Monti Nieddu > 19 Gùturu Mannu. Monte Arcosu

La pista oltre la località Su Forru de sa Ni’. Sullo sfondo le montagne del Marganai (ph. Antonio Cocco)


Iglesias e Carbonia sono le maggiori città del sudovest sardo. Ci si arriva da Cagliari percorrendo una superstrada – la Statale 130 – che è un rettilineo in piano lungo una cinquantina di km. Ai lati, campi coltivati, pascoli e qualche capannone artigianale dei paesi adiacenti. Dov’è il selvaggio sud-ovest? Lasciate la corsia di sorpasso e spostatevi a destra, diminuite la velocità e fermatevi nella prima piazzola che trovate. Uscite dalla macchina e, ignorando il rumore delle altre automobili che sfrecceranno a pochi metri da voi, guardatevi intorno. La pianura è stretta, chiusa da montagne dai ripidi versanti e, oltre le prime creste, altre cime più alte. Benvenuti. Montagne e boschi si trovano dappertutto, ma che in mezzo ci siano anche miniere e relativi villaggi, un tempo tra i più importanti d’Europa, è decisamente più raro. L’impatto di queste attività non ha compromesso l’ambiente, almeno non in modo volgare e pesante, ma ha creato scenari di grande bellezza, in armonia col paesaggio. Quando ancora gli edifici industriali si costruivano in pietra, legno e mattoncini di terracotta. Tutto locale. Quando ancora i dirigenti e i tecnici si avvalevano degli architetti, perché anche loro vivevano attorno alla miniera e le loro ville e i loro uffici dovevano esprimere lo status con la bellezza e con l’armonia. Oggi la natura si sta riprendendo il suo spazio, le

foglie del leccio formano un tappetto spesso che ricopre tutto, i rami e le radici del lentisco si insinuano dappertutto e le pietre che componevano i muri tornano sul terreno. Al biker rimane il paradiso. Strade minerarie abbandonate e strette dalla flora fino a diventare mulattiere o sentieri. I tracciati dei carrelli minerari, a volte ricavati a colpi di dinamite sul fianco di una parete verticale, oggi ciclabili. Alcune gallerie, ricavate sulla roccia pura, quindi stabili, percorribili in bici. Sentieri pedonali dei minatori, con ben altri dislivelli rispetto a quelli degli impianti, che diventano discese in singletrak che non dimenticherete facilmente. Tutto questo (e non solo) è il sud-ovest minerario, a nord e a sud della piana dei Cixerri. Ma se il vostro accesso è l’estremo sud, la strada litoranea Statale 195, allora capirete come i caldi versanti a mare che guardano all’Africa, distante meno di 300 km, siano altrettanti interessanti. Per la storia antica, come quella nuragica, e per la storia recente, fatta da pastori e agricoltori che hanno messo a frutto un territorio spesso aspro, lasciando testimonianze preziose e affascinanti come le case campidanesi nei centri storici o i minuscoli insediamenti in montagna, medaus e furriadroxus, alcuni dei quali ancora abitati. Amos Cardia

Sentiero Su Sùergiu Mannu: la magnifica visuale sul Lago Leni (ph. Antonio Cocco)

39


01

Sud-ovest > Guspinese > Montevecchio. Piscinas

Sud-ovest > Guspinese

01

****

Pista ciclabile Strada asfaltata Strada cementata Strada sterrata Mulattiera Sentiero

0% 0% 0% 46% 46% 8%

Montevecchio (frazione di Guspini), a circa 9 km da Guspini 370 m 402 m 670 m 31 km 2,30 ore Media Media 100% 100% IGM 1:50.000 foglio 546 Guspini A Guspini, Montevecchio e Piscinas Alla partenza e all’arrivo Località attraversate 1 Montevecchio 370 m 2 Bacini Donegani e Zerbino 300 m 3 Rio Irvi 150 m 4 Piscinas 10 m 5 Casa Sparedda 80 m 6 Crocorigas 300 m

Montevecchio. Piscinas Note tecniche La selezione e la manutenzione dei sentieri e delle mulattiere in mezzo al bosco (che sembrano anch’esse sentieri) si deve al locale MTB Club Piccalinna. Il fondo degli sterrati, delle mulattiere e dei sentieri è buono e questo lo rende percorribile senza difficoltà anche col terreno bagnato ma, per il gran numero di guadi, vi sconsigliamo la percorrenza quando i torrenti sono in piena, altrimenti non riuscirete a non bagnarvi i piedi. I tratti tecnici in discesa sono facili e dovrete prendere coraggio al massimo per pochi metri più ripidi del solito. Anche i tratti in salita sono sempre praticabili e, se siete ben allenati, ve la caverete sempre con la corona 32. Note storico-artistiche-paesaggistiche Per le note storiche rimandiamo all’itinerario Montevecchio. Arcuentu, che interessa la stessa area. Invece, dal punto di vista paesaggistico, questo percorso di Piscinas si caratterizza per la discesa all’omonima spiaggia nella quale si trovano dune sabbiose alte fino a 60 metri, modellate dal vento Maestrale. Si estendono su un’ampia superficie, creando una delle poche aree desertiche d’Europa. Descrizione itinerario Punto di partenza è la piazza di Montevecchio, in cui si trova il bar Gennas, le Poste, la farmacia, la caserma dei Carabinieri e un’aiuola con un rubinetto. Procedete in direzione sud-ovest verso Ingurtosu e Piscinas ma, dopo pochi metri, appena arrivati alla curva a destra della strada asfaltata, entrate nello spiazzo sterrato a sinistra. Proseguite nella sterrata, parallela e più alta rispetto alla strada principale che avete appena lasciato, e percorsi 700 m girate a sinistra in una mulattiera in salita, presso la quale si trova un cartello che indica che la strada è senza uscita. In realtà l’uscita c’è, ma su sentiero. Dopo un primo tornante a sinistra fate il successivo a destra e superate una sbarra con un cartello di divieto d’accesso. State sempre sulla mulattiera principale e al km 1,9 procedete dritti in discesa, tralasciando una traversa sulla sinistra, e dopo 200 m fate il tornante a sinistra in discesa e poi il successivo tornante a destra 400

1

2

6

300

200

3 5

100

4

metri

0 0 km

40

5

10

15

20

25

30


Funtanatza

Campu Sali - G첫turu de Fr첫mini

Monti Arcuentu Bruncu Mola

Punta Pubusinu

Punta Pisotu Casa Sparedda 5

Crocorigas 6

Montevecchio

1

Bacini Donegani e Zerbino 2

Piscinas

Tuvu Mannu

4

Punta Perdarba (Perdalba in IGM)

3

Rio Irvi Ingurtosu Pitzinurri

41


01

Sud-ovest > Guspinese > Montevecchio. Piscinas 42

seguendo sempre la mulattiera principale. Al km 3,3 procedete dritti in discesa tralasciando una deviazione sulla destra e pochi metri dopo l’incrocio arrivate a una casetta che dispone di una veranda coperta utile in caso di pioggia. Dopo 300 m continuate dritti tralasciando una deviazione a destra e dopo 100 m girate nel sentiero in discesa a sinistra. Al km 4,5, dopo aver superato 3 tubi di ferro che scendono fino alla diga, procedete dritti in piano, tralasciando una salita a destra, e al km 4,9 arrivate a una mulattiera e proseguite nella stessa direzione (sud-ovest). Dopo 400 m, raggiunta una discarica di terra estratta dalle galleria, girate a sinistra mirando agli edifici in rovina davanti a voi, passate in mezzo agli edifici e, al bivio fra due sentieri, prendete il sentiero a sinistra. Al km 6,1, in cima alla salita, girate a destra in discesa, tralasciando la traversa a sinistra in salita e dopo 400 m finisce il sentiero, inizia la mulattiera e,

Arrivo alla spiaggia di Piscinas

quando intercettate un’altra mulattiera, subito dopo un guado, girate a sinistra. Arrivati allo sterrato girate a sinistra in discesa e percorrete questa strada fino al km 7,5, quando arrivate a uno stabilimento e, subito prima del ponte, girate nella mulattiera a destra. Costeggiate il Rio Irvi, caratteristico per l’acqua rossa derivante dai giacimenti minerari che attraversa a monte. Al km 13,4 la mulattiera finisce su uno sterrato e bisogna girare a sinistra per arrivare alla spiaggia di Piscinas. Dopo 700 m intercettate una sterrata ancora più larga, continuate dritti tralasciando il proseguimento della larga sterrata verso destra. La sterrata sale e, pochi metri dopo il valico, al km 14,8, un bivio a destra dà accesso a una mulattiera in ripida salita che vi conduce a una vedetta, dalla quale potete cominciare ad ammirare lo splendido scenario di Piscinas. Al km 15,9 girate a destra per la spiaggia, mentre


girando a sinistra arrivereste in poco tempo al camping Sciopadroxiu citato tra i Rifugi. Al km 17,3 siete alla spiaggia e da questo momento inizia il percorso del ritorno, lungo la stessa strada per tutto il tratto sterrato. Al km 20,6 ricordatevi di entrare dritti nella mulattiera, tralasciando lo sterrato molto largo che guada e sale questa volta alla vostra sinistra. Al km 21,3, anziché girare a destra entrando nella mulattiera dalla quale siete arrivati, proseguite nello sterrato a sinistra in mezzo al banco di sabbia. Lo sterrato si restringe progressivamente fino a diventare mulattiera, sempre costeggiando il letto del Rio Piscinas, molto più largo del Rio Irvi. Al km 25,8 siete al bivio che vi conduce alla Casa Sparedda, citata nei Rifugi, cui si accede da un viottolo a sinistra. La prima stanza è in rovina ma la seconda, con l’ingresso seminascosto tra i rovi, ha ancora il tetto. Dopo una breve rampa in salita, molto ripida, la strada migliora progressivamente

fino a diventare sterrata, anche se la pendenza è notevole per guadagnare i quasi 300 m di dislivello fino a Montevecchio. Al km 26,7 proseguite dritti tralasciando una deviazione a sinistra e dopo 300 m ancora dritti ignorando una deviazione a destra in discesa. Dopo altri 300 m ancora dritti, tralasciando deviazioni a destra, così come dovete procedere dritti al km 28,4. In meno di 3 km sarete nuovamente a Montevecchio. Note - Sconsigliato bere nei numerosi guadi lungo il percorso, meno che mai in quelli del Rio Irvi. - Rifugi occasionali possono essere la casetta al km 3,3, che dispone di una veranda coperta utile in caso di pioggia e la Casa Sparedda, una stanza in cattive condizioni che comunque ha il tetto e il caminetto.

Inizia il ritorno, lasciandosi la spiaggia di Piscinas alle spalle

43


02

***

Pista ciclabile Strada asfaltata Strada cementata Strada sterrata Mulattiera Sentiero

Montevecchio. Arcuentu 0% 16% 0% 33% 42% 9%

Montevecchio (frazione di Guspini) 370 m 430 m 950 m 28 km 3,00 ore Media Media 100% 100% IGM 1:50.000 foglio 546 Guspini Agriturismo L’Aquila e agriturismo Arcuentu Alla partenza nella piazza di Montevecchio e presso gli agriturismo Località attraversate 1 Montevecchio 370 m 2 Pozzo Sanna 250 m 3 Zapajoni 120 m 4 Schina de is Òminis 260 m 5 Carriadroxu de su Casu 375 m 6 Genna de Abis 300 m 7 Canali Canna 150 m 8 Crocorigas 275 m

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Note tecniche La zona attraversata da quest’itinerario è stata un distretto minerario di importanza internazionale ma quest’anello valorizza il dato naturalistico più che quello della storia industriale. Il tracciato si sviluppa in larga parte su mulattiere e sentieri, alcuni dei quali erano strade minerarie che col tempo si sono ristrette e altri sono veri e propri viottoli nel sottobosco, di grande fascino. La selezione dei sentieri e la loro manutenzione si deve al locale MTB Club Piccalinna (http://piccalinna.blogspot.com) grazie all’opera infaticabile del presidente Nino Vaccargiu e di tutti i soci. Il fondo dei tratti sterrati, delle mulattiere e dei sentieri è in generale buono e questo lo rende percorribile senza difficoltà anche col terreno bagnato. I tratti fangosi sono pochi perché la quasi totalità del percorso si sviluppa in zone rocciose. I tratti tecnici in discesa sono facili e dovrete prendere coraggio al massimo per pochi metri più ripidi del solito. Anche i tratti in salita sono sempre praticabili e se siete ben allenati potrete cavarvela sempre con la corona 32. Note storico-artistiche-paesaggistiche Montevecchio era un centro minerario tra i più produttivi in Europa. Nel 1865 è stato il centro minerario più grande d’Italia, con 1100 operai, diventati poi 3000. A cavallo della Seconda Guerra Mondiale è stato il maggior produttore italiano di piombo e zinco. Definitivamente chiusa la miniera nel 1991, oggi conta circa 200 abitanti. A parte il centro urbano di partenza, che ospitava gli uffici della dirigenza, gli appartamenti dei dirigenti, gli alloggi per gli operai e i servizi più importanti, come l’ospedale, le poste, la caserma e le scuole, l’unico stabilimento minerario che si attraversa in questo itinerario è il Pozzo Sanna, a 2 km dalla partenza. Il territorio circostante ha un grande valore storico, per l’archeologia industriale, e naturalistico, visto che è ricoperto in gran parte da boschi e da alta e fitta macchia mediterranea, l’habitat ideale per il cervo sardo che è facile incontrare lungo i sentieri. Di grande interesse anche il Monte Arcuentu, per l’inconfondibile forma della sommità, la cui visuale si impone in gran parte del 5 400

1 300

6 2

4

8

200

7 3

100 metri

02

Sud-ovest > Guspinese > Montevecchio. Arcuentu

Sud-ovest > Guspinese

0 km

5

10

15

20

25

27


Strada per Funtanatza e Porto Palma

Monti Arcuentu Bruncu Mola Genna sa Murta Carriadroxu de su Casu 5 6

Bruncu Perdas Murras

Genna de Abis

Campu Sandru

Canali Canna

Punta Pubusinu

7

4

Schina de is テ知inis

Strada per Funtanatza e Porto Palma Zapajoni

Casa Sparedda

3

Schina de sa Piedadi

Cテケcuru Capeddu

Crocorigas 8

Montevecchio 1

Su Meurreddu 2

Pozzo Sanna Bacini Donegani e Zerbino

Strada per Ingurtosu - Piscinas 45


02

Sud-ovest > Guspinese > Montevecchio. Arcuentu 46

percorso. Dall’omonimo agriturismo, al km 19 del percorso, parte un sentiero pedonale che conduce quasi alla sommità. Descrizione itinerario L’anello si percorre in senso orario, da Montevecchio (km 0) prendete la strada per Ingurtosu, una larga sterrata, che è indicata dai cartelli stradali. Lasciate questa sterrata dopo 2 km, per entrare in una traversa a destra, in discesa, chiusa da un largo cancello bianco e rosso, che superate passando a lato. Entrate così nell’area degli stabilimenti del Pozzo Sanna, costruiti su un ripido versante che scendete quasi tutto con dei ripidi tornanti, un tratti particolarmente ripido è asfaltato per pochi metri per evitare il deterioramento della strada. Le strutture sono pericolanti, non attrezzate per le visite e può essere pericoloso avvicinarsi. In corrispondenza di un tornante a destra in discesa (km 3,2), non girate e proseguite dritti sui cumuli della ghiaia estratta. Dovete stare sempre a sinistra, senza scendere sul fondo della gola. Passate su una mulattiera ricavata in mezzo ai cumuli di ghiaia, appena sotto una vecchia casa restaurata. Vi porterà dritti tra la vegetazione e la via è interrotta al km 3,9 da una sbarra che superete passandoci a lato. Al km 5,2 fate il tornante stretto tutto a destra e in discesa, tralasciando la strada a destra ma più esterna e in salita. La discesa vi conduce a un guado e qui dovete girare a sinistra. Inizia la salita, interrotta anche questa da una sbarra, e al km 6,4 fate il tornante a destra e poco dopo proseguite dritti. Da ora la strada è sterrata e proseguite sempre dritti per altri 400 m fino a girare a sinistra in una mulattiera in discesa in mezzo alla vegetazione. Al km 7,5 girate a sinistra e proseguite la discesa su un fondo tecnico, al km 8,9 fate il tornante a destra, anziché proseguire dritti sul sentiero 191 indicato dal cartello. Da questo punto finisce la mulattiera e inizia il sentiero. Poco dopo proseguite dritti evitando la deviazione a sinistra anche questa in corrispondenza di un cartello del sentiero 191. Al km 9,6 proseguite la discesa girando a sinistra e così anche poco dopo, anziché proseguire dritti dentro la macchia. Al km 10,2 girate a sinistra e al guado successivo iniziate la salita superando una vecchia sbarra arruginita comunque aperta. Al km 11,6 proseguite dritti tralasciando una deviazione a sinistra che conduce a un ovile poco lontano. Al km 12,7 fate il tornante a destra e arrivati all’asfalto girate a sinistra. Al km 13,5 lasciate l’asfalto e girate a destra

su una sterrata, seguendo l’indicazione per l’agriturismo L’Aquila, distante 1 km. La strada attraversa la proprietà. Se trovate i cancelli chiusi, apriteli e richiudeteli al vostro passaggio. Giunti all’agriturismo fermatevi a ringraziare i proprietari, i Sig.ri Atzeni. Superato l’edificio dell’agriturismo, dopo i cassonetti giriamo a sinistra. Giunti in cima dopo aver superato un altro edificio (l’agriturismo L’Oasi del Cervo, sempre dei fratelli Atzeni), giriamo a sinistra. La zona è ventosa e si può ammirare il Monte Arcuentu. Tralasciate le deviazioni e proseguite sempre sulla discesa sterrata principale. Attenzione a una catena tesa a fare da sbarra, al km 16,2, e a un successivo cancello rudimentale. Lungo tutto il percorso è frequentissimo il corbezzolo con i caratteristici e gustosi frutti rossi, quando sono maturi. Pregiatissimo anche il miele di corbezzolo, dal caratteristico sapore amaro. Arrivati all’asfalto girate a destra e percorretelo fino al km 18,4, in corrispondenza dell’agriturismo Arcuentu, dal quale potete iniziare l’avvicinamento a piedi alla sommità del monte. Se la cima è sotto la nebbia cominciate a prendere l’impermeabile, perché vale sempre il detto locale Arcuentu fumosu, àcua teneus nosu (Con l’Arcuentu nebbioso, noi avremo la pioggia). Il nostro percorso prosegue invece sullo stesso asfalto fino al km 21,3, in corrispondenza del quale giriamo su una mulattiera a destra e subito dopo ancora a destra. Su questa stessa mulattiera, al km 21,9 fate il tornante a sinistra e proseguite sempre dritti fino al guado. Dopo il guado fate il tornante a sinistra e al km 23,6 fate di nuovo un tornante a sinistra. Siete nuovamente dentro il bosco e senza mai uscirne arriverete fino a Montevecchio. Al km 24,1 non proseguite dritti ma girate a sinistra e subito dopo a destra. Al km 24,7 girate a sinistra e da ora in poi proseguite sempre dritti, fino al km 25,1, in corrispondenza del quale girate a destra e poi di nuovo sempre dritti. Al km 26,1 attraverserete una striscia tagliafuoco e questo è il segnale che siete sulla strada giusta e che state per arrivare. Al km 26,4 tornante a destra e dopo 300 m girate a sinistra nella sterrata ancora più larga, seguitela e arrivate alla base in partenza in poco più di 1 km. Note Sconsigliato bere nei numerosi guadi lungo il percorso.


La salita che conduce a Su Carriadroxu de su Casu e dunque all’agriturismo L’Acquila (ph. Alessandro Pilia)

Una delle tante mulattiere del percorso con la caratteristica sagoma di Monte Arcuentu (ph. Alessandro Pilia)

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