L'Inter e la Cina, una storia iniziata ufficialmente nel 2016, quando il gruppo Suning guidato dall'imprenditore Jindong Zhang ha acquisito il pacchetto di maggioranza del club. In realtà è una storia iniziata molti anni addietro, era giugno del 1978 quando i nerazzurri partirono all'esplorazione di un mondo ancora calcisticamente sconosciuto. Dall'altra parte del pianeta si stavano giocando i Mondiali in Argentina, quando l'Inter, prima squadra italiana nella storia, oltrepassò la Grande Muraglia per giocare a calcio contro i cinesi.

Premesse storiche

Il 1978 in Cina è un anno di grandi riforme. Dopo la morte di Mao Tse-tung che durante il periodo della cosiddetta 'rivoluzione culturale' (1966-1976) aveva messo lo sport da parte in quanto "rappresentante dei valori individualisti", il nuovo leader Deng Xiaoping è il fautore del 'comunismo con caratteristiche cinesi', una politica che inizia ad aprire i confini del Paese all'occidente. Tra questi strumenti di riforma c'è anche il calcio e lo sport in generale. Deng sottolinea l'esigenza che la pratica sportiva sia necessaria per l'educazione del cittadino sin dalla più tenera età ed inizia ad attuare una serie di iniziative per dare modo alla sua gente di ammirare chi pratica da anni discipline sportive ai massimi livelli e può insegnarle ai cinesi.

In tal senso arriva l'invito all'Inter per una tournée, per mostrare al popolo come gioca a calcio una squadra di professionisti.

L'ultima di Mazzola, la prima di Beccalossi

Il viaggio dei nerazzurri in Cina è una vera odissea. Il programma prevede quattro amichevoli ed una conferenza con gli allenatori locali. L'Inter, allora allenata da Eugenio Bersellini e fresca vincitrice della Coppa Italia, annovera 17 giocatori tra i quali anche Sandro Mazzola.

'Baffo' in realtà si è ritirato da un anno, ma le autorità cinesi hanno insistito per la sua presenza. Aggregati alla comitiva nerazzurra anche il nuovo acquisto, Evaristo Beccalossi appena prelevato dal Brescia, e Walter Viganò, rientrato dal prestito alla Salernitana. La squadra si imbarca a Malpensa su un Boeing 707 della compagnia di bandiera pakistana, l'unico Paese che aveva il permesso di sorvolo sulla Cina tra quelli in partenza dallo scalo milanese.

Il viaggio dura 29 ore, con tre scali. L'Inter, pertanto, scende in campo a Pechino il 12 giugno 1978 in uno stadio gremito da 80.000 persone giunte in bicicletta, avversaria è la nazionale cinese. Bersellini schiera Cipollini, Canuti, Cozzi, Oriali, Gasparini, Marini, Scanziani, Roselli, Anastasi, Mazzola, Altobelli. Ad inizio ripresa Beccalossi avrebbe sostituito Mazzola, giocando la sua prima partita in nerazzurro a fronte dell'ultima della 'bandiera': una sorta di passaggio della campana. Il risultato, per la cronaca, sarà di 1-1 con reti di Wang Chang Tai per i cinesi e pareggio nerazzurro di Scanziani.

L'Inter 'cinese' fa arrabbiare Fraizzoli

Il pareggio contro una squadra di dilettanti non fa certamente sorridere la dirigenza nerazzurra, anche se si tratta di una semplice e festosa amichevole.

Due giorni dopo, sempre a Pechino, andrà addirittura peggio: gli uomini di Bersellini perderanno 0-1 contro una Rappresentativa di calciatori della capitale cinese, gol realizzato da un certo Li Vei Mao a 3' dalla fine. Poi il trasferimento ad Hanzehow, il 16 giugno, dove l'Inter affronta nuovamente la nazionale cinese e replica il risultato del primo match: 1-1, autogol di Cozzi bilanciato dalla prima marcatura in nerazzurro di Beccalossi. Insomma, non un buon bilancio per una squadra volata in oriente con lo scopo di insegnare il calcio, tant'è che dall'Italia il presidente Ivanoe Fraizzoli si arrabbia con i suoi giocatori. "Avete intenzione di farmi vincere una partita in Cina? Ci tengo", è il messaggio del presidente ai suoi ragazzi.

La vittoria auspicata dal patron arriva nell'ultima amichevole: si gioca a Canton contro una rappresentativa locale il 20 giugno 1978, l'Inter vince 3-1 con gol di Anastasi (decisiva nella circostanza la deviazione nella propria rete del difensore Tsai Tin Piao), Altobelli e Pavone, subendo a 5' dalla fine il gol dei cinesi realizzato da Jong Zihan. Tra le note di questa partita c'è ingresso in campo del giovanissimo portiere Walter Zenga nella ripresa, in sostituzione di Cipollini.

La Cina restituisce la visita a Milano

I rapporti calcistici tra Pechino e Milano sono ormai avviati e, nell'ambito di un'ulteriore apertura verso l'occidente da parte del Partito Comunista cinese, la visita nerazzurra viene 'restituita' con un'amichevole che vede la Cina scendere in campo a San Siro.

A meno di tre mesi di distanza dalla tournée in oriente, dunque, l'Inter ritrova la nazionale in maglia rossa sul proprio terreno, la sera del 10 settembre 1978. Bersellini schiera Bordon, Baresi, Fedele, Oriali, Canuti, Bini, Pasinato, Marini, Altobelli, Beccalossi, Muraro, una squadra che per 10/11 è uguale a quella che nel 1980 conquisterà il suo dodicesimo titolo di campione d'Italia. Stavolta ci saranno meno problemi, i nerazzurri vinceranno con un tennistico 6-2 in cui spicca la cinquina di 'Spillo' Altobelli ed il gol di Muraro. Ad assistere al match circa 20.0000 spettatori: certamente nessuno poteva minimamente sospettare che, quasi 40 anni dopo, l'Inter sarebbe diventata 'cinese'.