Il Brasile è tornato in campo a poco più di due mesi dalla grande delusione del Mondiale di Russia in cui i verdeoro sono stati eliminati dal Belgio nei quarti di finale. Non era certamente una corazzata la nazionale degli Stati Uniti che, tra l'altro, aveva 'bucato' la qualificazione al recente torneo iridato, ma l'essenziale era ripartire bene dopo una fase finale della Coppa del Mondo alla quale i brasiliani erano arrivati con ben altre ambizioni. L'amichevole disputata al MetLife Stadium di East Rutherford, nel New Jersey, è stata l'occasione per Tite di provare alcuni giocatori che possono essere certamente importanti per questa nazionale che guarda già ai prossimi obiettivi: primo tra tutti la Copa America che il prossimo anno avrà luogo proprio in Brasile.

Il match si è concluso con una facile vittoria dei verdeoro: conta poco, ma fa certamente morale dopo un Mondiale che non è andato nel modo in cui sperava l'appassionata torcida.

Douglas Costa e Firmino, armi letali

Ci sono diversi giocatori nuovi rispetto al Mondiale nella selecao, anche se la formazione mandata in campo dal 1' ricalca bene o male quella vista in Russia. C'è Neymar al quale Tite ha affidato la fascia da capitano, una responsabilità ed uno stimolo in più per un giocatore che deve ancota crescere sotto il profilo mentale. Osservato speciale è Fabinho schierato sulla fascia destra in difesa: potrebbe essere lui il vero erede di Dani Alves. Il Brasile si propone con un 4-5-1, Douglas Costa e Neymar larghi sulle fasce e Firmino unica punta, formazione speculare per gli Stati Uniti.

Pochi minuti di studio e la selecao va in gol, dalla propria trequarti Marquinhos allarga sulla destra per Douglas Costa che innesta la quinta e lascia sul posto Robinson, il suo cross a mezz'altezza al centro dell'area viene deviato in rete da Firmino. I ritmi non sono altissimi, una volta trovato il vantaggio la formazione sudamericana tende a mantenere il possesso palla sfruttando le abilità tecniche dei propri fuoriclasse, ma quando decide di affondare sono dolori per la difesa statunitense.

Il match si sveglia nel finale di tempo, prima ci prova Douglas Costa che, però, non trova la porta al 38' e poi, meno di un giro di lancetta dopo, Fabinho impegna il portiere avversario Steffen. Al 42' lo stesso Fabinho entra in area e cade dopo un contrasto con Trapp: l'arbitro indica il dischetto sul quale si presenta Neymar che spiazza Steffen per il 2-0.

Ripresa: negli USA entra il figlio d'arte, Tim Weah

Nel secondo tempo la formazione di casa tenta una reazione, ma non è certo agevole dinanzi allo strapotere tecnico degli avversari. I due tecnici danno il via ad i primi cambi e tra questi c'è spazio, tra le file statunitensi, per il 18enne Tim Weah, talento cresciuto nelle file del PSG, figlio dell'ex attaccante del Milan ed attuale presidente della Liberia, George Weah. I brasiliani sembrano paghi del vantaggio e concedono qualcosa in più del dovuto agli avversari che al 65' vanno vicinissimi al gol: nella circostanza il palo nega la massima soddisfazione a McKennie. Stati Uniti ancora pericolosi al 72' con Trapp che, però, difetta nella mira.

La ripresa nel complesso è avarissima di emozioni con il Brasile che non ha alcun interesse a forzare il ritmo e gli uomini di Dave Sarachan che ci mettono tanto impegno, ma nulla in più.

Stati Uniti-Brasile 0-2, il tabellino

Stati Uniti (4-5-1): Steffen; Yedlin, Miazaga, Brooks, Robinson; Arriola (55' Acosta), Adams, Trapp (83' Roldan), McKennie (83' Delgado), Green (55' Weah); Wood (70' Zardes). All. Sarachan

Brasile (4-5-1): Alisson; Fabinho, Marquinhos, Thiago Silva (80' Dede), Filipe Luis; Douglas Costa (60' Willian), Fred (60' Arthur), Casemiro, Coutinho (71' Paqueta), Neymar (80' Everton); Firmino (75' Richarlison). All. Tite

Arbitro: Ramirez (Messico)

Reti: 11' Firmino, 43' Neymar rig.