È stato arrestato il padre-mostro che ha abusato, sia fisicamente che sessualmente, della propria figlia per circa tredici anni. L’uomo dovrà scontare una pena di cinque anni e otto mesi per aver perpetrato abusi sessuali sulla ragazza che al tempo dei fatti contestati era minorenne.

Gli abusi iniziarono nel 2000, quando la bambina aveva circa cinque anni, e si prolungarono fino al 2013, quando la ragazza compì diciotto anni. La ragazza non aveva mai avuto il coraggio di denunciare il padre, ma si era limitata a raccontare il suo incubo alle pagine del proprio diario.

A convincerla a prendere coraggio e a denunciare è stato l’attuale fidanzato della ragazza, che oggi ha ventitré anni, riuscendo così a porre fine al proprio incubo psicologico. Il padre, al momento dell’arresto, non ha opposto nessuna resistenza, quasi rassegnato e consapevole di questa sua fine, pur affermando che gli abusi erano iniziati quando la figlia aveva dieci anni e non cinque come testimoniato dalla ragazza.

L’abuso sessuale: caratteristiche e conseguenze

L’abuso sessuale può essere definito come una forma di abuso che coinvolge bambini o adolescenti, sessualmente immaturi, in attività sessuali che essi non comprendono del tutto e nei confronti dei quali non sono in grado di dare un reale consenso, o in attività che violano i tabù sociali legati ai ruoli familiare, per esempio l’incesto.

L’abuso riguarda una vasta gamma di comportamenti che vanno dal mostrare, al toccare o farsi toccare parti intime del corpo o al rapporto sessuale completo, compresa la costrizione di assistere o a partecipare alla produzione di immagini pornografiche.

L’incesto, ovvero quel fenomeno per cui vi sono rapporti sessuali tra parenti consanguinei, risulta essere una forma molto grave di abuso: infatti, se da una parte è grave per il semplice fatto che si mettono in atto comportamenti sessuali con minori, dall’altro vi è la componente sociale per cui è distruttivo vivere una forma di abuso messa in atto dalla persona che dovrebbe proteggere, dare affetto e amore.

Le conseguenze di tale esperienza sono talvolta distruttive per l’equilibrio psichico della vittima. Una delle più gravi è la creazione di un attaccamento di tipo disorganizzato. In Psicologia, questo tipo di attaccamento risulta essere quello più problematico e disfunzionale perché provoca nella persona l’esperienza di emozioni contrastanti e opposte tra loro: nei confronti di una persona affettivamente significativa provano emozioni di paura, ma allo stesso tempo manifestano il bisogno del legame con quella persona.

In poche parole, manifestano il bisogno di avere un legame affettivo con una persona che però nella loro mente è rappresentata come fonte di paura, di pericolo e di sofferenza; si dividono tra il bisogno di vicinanza e il bisogno di allontanamento, creando una personalità profondamente disturbata, che può sfociare in un disturbo di personalità borderline.

Differenza tra pedofilia e abuso sessuale

La psicologia popolare afferma e sostiene che l’abuso sessuale verso minore è la conseguenza di una mente pedofila. Quindi, uno mette in atto abuso sessuale perché è pedofilo. In realtà, nella psicologia scientifica c’è una sostanziale differenza tra i due fenomeni e non è assolutamente così chiara la relazione causa-effetto tra i due fenomeni: infatti, la pedofilia non coincide in nessun modo con l’abuso sessuale.

Infatti, l’abuso è una forma di violenza che può essere messa in atto perché il genitore può non avere altre figure adulte con cui condividere momenti sessualmente piacevoli: nella mente del genitore, che ha indiscutibilmente una mente disturbata, si sviluppa l’idea che il bambino lo provochi, che sia giusto insegnargli l’arte del sesso e che il bambino sia contento di condividere tali momenti con il proprio genitore. Non mostrano alcun sentimento di senso di colpa perché mancano della capacità empatica, per cui non riescono a immedesimarsi nella sofferenza del bambino. L’abuso è una forma di violenza giuridicamente perseguibile.

La pedofilia invece è un disturbo mentale. Questo disturbo è inserito nel DSM 5 (manuale diagnostico dei disturbi mentali), sotto la categoria delle parafilie.

Questo disturbo coincide con la creazione di fantasie sessualmente eccitanti, impulsi o comportamenti che coinvolgono minori di 13 anni. Quindi, la pedofilia può anche solo rivolgersi alla fantasia, non necessariamente prevede la messa in atto di comportamenti sessuali. Poiché la pedofilia è un disturbo mentale potrebbe non incorrere in dinamiche giudiziarie perché l’individuo risulta “mentalmente infermo”.

In conclusione, non tutti coloro che mettono in atto abusi sessuali sono pedofili e non sempre atti sessuali con bambini non sono necessariamente comportamenti pedofilici. #Superuovo