Sta facendo il giro dell'web una lettera pubblicata su Facebook che vede come mittente una mamma adottiva preoccupata per il futuro dei suoi figli africani, e come destinatario Matteo Salvini, al quale si rivolge con parole chiare ed esaurienti che fanno capire il malessere con cui stanno vivendo i propri figli, un malessere che cresce ogni giorno di più insieme alla paura che quella data, il 4 Marzo, possa portarli via dalla loro mamma.

La lettera di una mamma che ha adottato due bambini africani

Il gesto più nobile del mondo: l'adozione. Prendersi cura di figli non propri, crescerli, educarli e amarli come se fossero figli naturali.

E' ciò che ha fatto questa mamma, Gabriella Nobile di Milano, che amando talmente tanto i due bambini africani adottati, ora pensa solamente a dargli un futuro migliore, un futuro che oggi sembrerebbe difficile per tutti. La sua preoccupazione ha voluto esprimerla in una lettera, una lettera che ha voluto pubblicare su Facebook e indirizzare ad una sola persona: il leader del Carroccio.

"I miei figli vivono con terrore il 4 Marzo"

"I miei figli vivono nel terrore, grazie a lei e alle sue propagande". Con queste parole inizia la lettera scritta da Gabriella, una mamma che ha paura di mandare i figli in giro a causa dell'odio e della vendetta che ormai sembrano essere diventati quasi dei "valori" per troppe persone.

La mamma di questi bambini, un maschietto di dodici anni e una femminuccia di sette, legge nei loro occhi il terrore e sente frasi che mai nessun bambino dovrebbe dire: "Mamma se vince quel signore li, noi torniamo in Africa?" La paura di Gabriella non è una paura infondata, ma basata su quanto raccontano e subiscono i figli, sugli insulti che li vedono ogni giorno "vittime" indifese di un razzismo che cresce sempre di più.

"Quando prendo il pullman alcuni ragazzi mi insultano", "quando vado a giocare a pallone e mi metto la divisa mi urlano sporco n. torna a casa tua". Queste e tante altre le parole dette a un ragazzino di 12 anni che senza colpe viene giudicato e discriminato. Secondo a quanto scrive la mamma adottiva tutto sarebbe derivato dallo slogan "prima gli italiani", al quale la signora milanese risponde senza mezzi termini: "L'italia è di chi la vive, di chi la ama, non importa esserci nati, importa quanto la si rispetti".

La lettera continua esprimendo il fatto che la guerra nata in questi ultimi anni e rivolta non solo agli immigrati, ai rifugiati, ma anche ai poveri e ai gay, una guerra che ha come avversari persone non accettate solo per un colore di pelle diverso, un modo di fare diverso, un modo di vivere che spesso da fastidio a tanti. La lettera di Gabriella termina con una frase: "Con queste propagande state tramandando valori negativi anche alle persone che in questo paese ci credono davvero".