Nella notte di domenica delle fiamme sono divampate dall'ingresso della moschea padovana "La saggezza". Lievissimi danni e nessun leso. Subito ritenuta un'azione a sfondo estremistico come le recenti accadute in tutta la penisola, si è scoperto essere il gesto individuale di un soggetto mosso da ragioni personali. Agli agenti sono bastate (con un po' di fortuna!) meno di 24h per individuare il colpevole.

Il fatto

Intorno alle 2.00 AM di lunedì una pattuglia di polizia intenta nelle consuete ronde notturne ha intercettato delle fiamme provenienti dal portone della Moschea padovana "La saggezza" di via Turazza nella periferia est, luogo di preghiera e di eventi che coinvolgono la comunità musulmana presente in cittá.

Prontamente allertati i vigili del fuoco, il loro intervento ha impedito l'estendersi delle fiamme riducendo al minimo i danni che potevano derivare alla struttura, di fatto uscita indenne dall'accaduto.

Giá dai primi accertamenti, eseguiti immediatamente sul luogo, sono state rinvenute tracce di liquido infiammabile rivelanti la natura dolosa del rogo, mettendo in moto la macchina investigativa. Dalla visione delle registrazioni delle telecamere di sicurezza limitrofe al luogo dell'accaduto è stato possibile agli agenti scorgere un uomo incappucciato accendersi una sigaretta e lanciare presumibilmente un cerino in direzione di una scatola posta alla base del portone e predisposta dall'uomo come strumenti d'innesco.

Ma, ironia della sorte, ció che è risultato determinante agli inquirenti per identificare l'uomo è stato il ritrovamento sul luogo dell'accaduto della tessera elettorale probabilmente anch'essa usata come accelerante insieme ad altre carte all'interno della scatola e che, sebbene in parte bruciata, riportava ancora nome e cognome dell'autore del gesto.

Indagini chiuse

L'uomo è risultato essere un italiano residente nel padovano di 57 anni, invalido civile e pensionato. Ritrovato presso l'indirizzo indicato sulla stessa tessere elettorale, non è riuscito a ingannare gli agenti che lo hanno subito denunciato all'Autorità Giudiziaria.

Anche il movente sembra sia stato in parte già chiarito.

L'uomo è risultato non avere precedenti né appartenere a partiti o movimenti, pertanto è stata esclusa la matrice xenofoba o religiosa dell'accaduto. Viceversa, dall'interrogatorio sono emersi dissapori protratti da tempo con dei vicini di casa originari della Turchia colpevoli secondo l'uomo di attività rumorose eccedenti la pacifica convivenza e tolleranza comune. Pare sia stato l'ennesimo litigio a consolidare nell'uomo la volontà di attuare il suo piano incendiario. Comunque si attende di far piena luce su alcuni punti ancora poco chiari prima di determinare definitivamente il movente che puó aver spinto il pensionato ad un gesto cosí estremo.

Reiterati tentativi

Dalle indagini è poi emerso che l'accaduto sia stato il risultato del secondo tentativo d'incendio della moschea da parte del pensionato.

Da riscontri investigativi già il giorno precedente l'uomo aveva effettuato un primo tentativo posizionando a lato del portone un'altra scatola dalla quale, a detta dei frequentanti della struttura, usciva un forte odore di benzina, ma da quest'ultimi sottovalutata. Rimane il dubbio se una semplice discussione privata possa aver determinato una tale perseveranza nel voler colpire una intera moschea.