Ci troviamo in Russia, dove un semplice intervento per l'asportazione delle cisti ovariche si è trasformata in una tragedia non calcolata e frutto dell'incompetenza del personale medico di un ospedale.

Ekaterina Fedyaeva, una giovane donna di appena 28 anni, è morta dopo che infermieri di turno le hanno iniettato una sostanza chimica utilizzata per imbalsamare i cadaveri. Stando a quanto saltato fuori dalle indagini condotte, alla ragazza sarebbe stata iniettata della formalina, al posto di una semplice soluzione salina, all'interno dell'addome costringendola ad una morte lenta e dolorosa.

Inutili sarebbero stati i tentativi di asportare la sostanza all'esterno del corpo attraverso un drenaggio: la sostanza aveva già fatto il suo corso e la morte aveva sopraggiunto la paziente.

Il destino, forzato forse dalla disattenzione e mancanza di competenza del personale medico operante, ha voluto che Ekaterina Fedyaeva venisse imbalsamata viva. Una situazione tragica che ha costretto la madre della ragazza a sporgere denuncia contro un'azienda ospedaliera considerata tra le più importanti della Russia.

Imbalsamata viva per errore: la ragazza muore dopo una lunga agonia

Un errore che è costato davvero caro alla giovane ragazza, morta in preda a dolori lancinanti ed inspiegabili. Una situazione che gli stessi medici hanno cercato di insabbiare e smentire sin da subito.

'Mia figlia stava male, mi diceva continuamente che stava per morire. Soffriva e tremava come una foglia'. Queste le parole della madre della vittima, 'Ho richiesto l'intervento di un medico, ma nessuno mi ha dato ascolto e gli infermieri stessi mi dicevano che potevo tranquillamente portarla a casa perché stava bene'.

Lo staff medico ha dunque cercato di nascondere quanto accaduto, fingendo di non sapere cosa stesse accadendo alla ragazza e mentendo spudoratamente alla famiglia, senza accorrere in aiuto della paziente ormai in fin di vita.

'Dopo 14 ore dall'intervento nessuno si è degnato di offrire aiuto a mia figlia', continua la madre, indignata ed arrabbiata, 'continuavano a parlare dell'errore tra di loro, ma nessuno ha osato dirmi la verità'.

La giovane è stata successivamente trasportata al centro medico di Al Burnazyan di Mosca, dove un'altra equipe di medici ha cercato invano di salvarle la vita.

Era arrivata troppo tardi e non si poteva più intervenire, la sostanza imbalsamante aveva già fatto effetto e la situazione era troppo drastica. Dopo quanto accaduto, il ministro della salute Rashid Abdullov ha deciso di scusarsi pubblicamente con la famiglia della vittima, assicurando che avrebbe preso provvedimenti seri nei confronti di coloro che erano di turno quando si è consumata la tragedia e che non hanno fatto nulla per salvare la vita della ragazza.