Dopo la benedizione papa Bergoglio si pronuncia sul recente massacro avvenuto a Douma. I bombardamenti hanno colpito un ingente numero di civili, e si sospetta la presenza di sostanze chimiche nelle bombe. Si contano 70 morti e centinaia intossicati e la maggior parte delle vittime sono donne e bambini. Il Papa invita i paesi al negoziato, unica via per fermare le stragi e ottenere la pace. Ritiene che nessun massacro abbia una giusta causa, e nemmeno l’uso di strumenti di sterminio contro i più deboli.

Anche l’anno scorso durante la messa di Pasqua l’autorità ecclesiastica aveva invitato i governi a porre fine al conflitto in Siria, chiedendo ai fedeli di pregare affinché la luce divina illuminasse le coscienze dei responsabili della guerra.

Sono parole di impatto e intrise di grande significato. I valori morali ed etici a cui fa appello il Papa invitano ad una riflessione sull’inutilità delle carneficine e degli stermini militari e civili. Troppo sangue è stato versato nel corso della storia, troppe le vittime inermi. Da millenni la storia è impregnata di sangue e da sempre i conflitti portano allo stremo le forze di numerosi esseri umani. Il Papa chiedendo di ragionare su accordi che non portino a morte e devastazione, fa appello ad un valore che in nessun civile, militare o politico dovrebbe mancare: l’umanità.

I tentativi di Papa Benedetto XV nella Prima guerra mondiale

Durante la prima guerra mondiale ebbe un ruolo importante il papa Dalla Chiesa, Benedetto XV: già dal suo primo discorso emerse la volontà di un’azione di pace.

Dalla Chiesa invitò le grandi potenze a porre fine alle ostilità negoziando e dialogando. Fu inascoltato, e nel novembre del 1914 con l’enciclica Ad Beatissimi denunciò la mancanza di amore tra gli uomini, l’ingordigia per i beni materiali e l’esaltazione dell’odio. Questo, come altri numerosi appelli fallirono.

Il conflitto cessò: il Papa cercò di proporre numerose iniziative diplomatiche, che vennero ignorate.

Restò allibito dagli strumenti di sterminio, e pregò di non usare queste armi così atroci. Raggiunse il culmine con la “Nota di pace” del 1917: richiamò i precedenti appelli alla pace e al negoziato, e fece un appello finale volto a terminare “l’inutile strage”. Per la prima volta venivano formulate proposte concrete per un negoziato, ma anche questo tentativo fallì.

Dopo il trattato di Versailles, la Chiesa ritenne che la colpa fu dell’egoismo e delle aspirazioni egemoniche, che avevano fatto diventare i governatori sordi alla voce dell’umanità.

Benedetto XV e Francesco a confronto

Dal medioevo il papato è l’autorità massima della chiesa cristiana, e da secoli non si occupa solo di questioni ecclesiastiche, ma anche politiche. Papa Francesco e Benedetto XV hanno fatto appello entrambi all’umanità e all’inutilità delle carneficine, e ambedue hanno invitato le potenze a optare per il negoziato. Coerenti con i precetti della religione che rappresentano, non hanno agito in nome della pace mondiale. A differenza di altri pontefici che nel corso della storia hanno appoggiato numerose stragi per puro interesse economico, sono gli esempi lampanti di come il Vaticano dovrebbe agire durante le guerre: anche se non vengono ascoltati, i loro appelli esortano alla moralità e alla speranza.