ARABIA SAUDITA: arrestate quattro donne saudite perché si battevano per il diritto di guidare. Le quattro attiviste sono state incarcerate con l'accusa di aver avuto contatti sospetti con entità straniere ed, attraverso un passaggio di soldi, aver tentato di destabilizzare il regno. Paradossalmente questi arresti giungono un po' in ritardo considerato il fatto che tra una manciata di giorni sarà attuato il decreto legge stilato l'anno scorso che consentirà alle donne saudite di mettersi alla guida. Nel corso del 2017 infatti il Re Salmān bin ʿAbd al-ʿAzīz Āl Saʿūd aveva stilato un nuovo decreto legge che avrebbe concesso la guida alle donne saudite dal ventisei giugno 2018.

I media locali hanno diffuso i nomi delle arrestate e tra questi compaiono due donne di rilievo famose per le loro campagna attiviste sui diritte femminili: Loujain-Al-Hathloul e Aziza-Al-Yousef.

L'attuale situazione saudita

Ad oggi l'Arabia Saudita è l'unico paese al mondo che non consente la guida alle cittadine di sesso femminile seppur ancora per poco: dal ventisei giugno 2018 le donne saudite potranno infatti prendere legalmente la patente e guidare. Si mormora tuttavia che questo decreto legge non sia stato stilato in onore di un passo verso la libertà femminile ma, tuttalpiù, per motivi economici.

Se per gli abitanti del mondo occidentale è la piena conquista della libertà potersi mettere alla guida della propria autovettura per le donne saudite vale doppio considerate le manifestazioni, gli arresti e le lotte che le hanno portate a tagliare questo traguardo.

La società di taxi Career ha già dichiarato di voler assumere centomila autisti donne in quanto, nonostante il freschissimo decreto legge, molte cittadine non vorranno prendere la patente e, essendo ancora vietata la promiscuità, preferiranno un'autista dello stesso genere.

Il Re Salman ha avviato inoltre, nel corso del suo regno, una serie di riforme atte a conferire maggiore libertà alle cittadine saudite.

Per esempio, da pochissimo tempo, gli è concesso andare allo stadio ed accedere ai servizi governativi senza il consenso del coniuge.

Molti conservatori del ramo sunnita dell'Islam si sono fortemente opposti a questo decreto legge arrivando a pronunciare le più disparate fandonie come affermare che la guida limita il concepimento della donna oppure che è inopportuno e pericoloso per la stabilità del regno.

Affermazioni mai improbabili quanto quelle di uno sceicco che ha affermato che le donne hanno un quarto del cervello degli uomini.

Purtroppo però sono ancora tanti, forse troppi, i gradini sociali che dividono le donne saudite dalla piena libertà. Non possono ancora viaggiare da sole, devono obbligatoriamente indossare la tunica nera che lascia scoperti solo gli occhi, per avere il documento di identità devono avere il permesso del coniuge. Gli è stato permesso di andare allo stadio ma gli è ancora fortemente preclusa la pratica di attività sportive. Sì, forse sono ancora tante le fatiche che aspettano le donne saudite, forse sono troppe e ci vorranno ancora secoli prima che la situazione cambi veramente, ma questo, forse, è il primo gradino verso la più ambita delle vittorie.