Il giornalista del Corriere della Sera, Stefano Lorenzetto, autore dell’intervista a Lucetta Scaraffia, la descrive come “editorialista di punta dell’Osservatore Romano”, il quotidiano edito nella Città del vaticano di cui dirige l’allegato mensile ‘Donne, chiesa, mondo’. La Scaraffia, oltre che giornalista, è professore associato di Storia contemporanea all’Università La Sapienza di Roma e può vantare nel suo curriculum anche un burrascoso passato da marxista e sessantottina. Comunque sia, negli ultimi anni è divenuta una delle voci più ascoltate da papa Francesco, forse l’unica voce femminile di un certo peso all’interno delle Mura Leonine.

Per questo il suo durissimo attacco contro i costumi corrotti della chiesa cattolica fa ancora più scalpore.

La condizione della donna in Vaticano: ‘Suore colf dei preti’

In apertura di intervista Lucetta Scaraffia si dichiara senza dubbio ancora “femminista” nonostante, anzi, proprio perché frequenta il Vaticano. Ringrazia il direttore del suo giornale, Giovanni Maria Vian, che conosce da quasi 30 anni, per averla introdotta negli ambienti vaticani dopo la richiesta fatta nel 2007 dall’allora papa Benedetto XVI, il quale desiderava “più firme femminili” sul quotidiano della Santa Sede. Ma le lodi terminano qui, visto che la Scaraffia si lamenta del fatto di non figurare ancora nell’Annuario pontificio e di essere pagata solo per gli articoli scritti.

Insomma, secondo la professoressa le donne all’interno del Vaticano praticamente “non esistono, non sono viste”. Confermata anche l’osservazione dell’intervistatore che parla di suore costrette a svolgere il ruolo colf per i sacerdoti. La collaboratrice dell’Osservatore resta comunque fermamente contraria all’introduzione del sacerdozio femminile perché, spiega, è la differenza tra i sessi a rivelare la vera uguaglianza.

Amore coniugale e amore omosessuale non sono paragonabili

Certo, Lucetta Scaraffia si dimostra anche, per così dire, tradizionalista, quando respinge l’idea di equiparazione tra amore tra uomo e donna e amore omosessuale perché, spiega, quello omosessuale "non prevede la procreazione, se non trafficando con uteri e gameti", spezzando allo stesso tempo la "catena fra generazioni”.

La Chiesa cattolica, però , ha un problema con la corporeità perché è soffocata da una visione teologica che non le ha mai permesso di conoscere veramente la donna.

I preti pedofili

Per quanto riguarda, invece, la presenza della pedofilia in Vaticano, e i casi sempre crescenti di preti pedofili, la Scaraffia ammette senza problemi che le istituzioni ecclesiastiche non hanno mai voluto affrontare la “rivoluzione sessuale infiltratasi al suo interno”, favorendo quindi la convinzione in moltissimi preti che la castità imposta rappresenti una sorta di "repressione apportatrice di nevrosi" contro le quali tutto sarebbe ammesso. L’unica soluzione al problema della pedofilia, ammette amaramente, è la denuncia pubblica attraverso i media, visto che non si è ancora riusciti a debellare il fenomeno dall'interno.

Troppi preti omosessuali nella Chiesa

Passando a discutere della presenza dei preti omosessuali in Vaticano, la firma di punta dell’Osservatore Romano dice di avere la nettissima sensazione che il numero di sacerdoti gay sia troppo elevato, ma prova a fornire anche una spiegazione del fenomeno: “Troppi diventano preti per paura di confrontarsi con le donne”. Comunque sia, alle persone omosessuali va riconosciuto il diritto alle unioni civili, ma non quello ai matrimoni, alle maternità surrogate e alle adozioni.