Sono arrivate a termine le indagini della Digos per individuare tre ragazzi, tutti studenti e attivi nella zona di Frosinone, accusati di reati a sfondo razziale. A complicare il quadro il recente incremento di episodi di xenofobia e discriminazione, confermato anche dall'ONU, che sembra andare di pari passo con le azioni dimostrative dell'estrema destra, la quale spesso manifesta intolleranza verso i migranti e i centri d'accoglienza.

I tre ragazzi sono accusati di aver compiuto diversi raid razzisti

I giovani sono degli studenti universitari residenti nel comune di Ceprano, luogo in cui avrebbero dato vita più volte ad atti di violenza contro persone e immobili.

Le accuse, al momento, sono di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa, minaccia, stalking, percosse, lesioni personali e danneggiamento. Oltre ad aver aggredito alcuni migranti, infatti, avrebbero anche provocato dei danni alle strutture d'accoglienza che li ospitano, lanciando dei sassi contro gli edifici. Durante una perquisizione domiciliare, le Forze dell'Ordine avrebbero trovato degli oggetti di incitamento alla superiorità razziale e degli strumenti forse utilizzati durante i raid, che comprendono mazze da baseball e bastoni sfollagente. Per svolgere ulteriori indagini, gli inquirenti hanno sequestrato i cellulari e i computer portatili dei ragazzi, con i quali si potrà verificare se sussistono dei video probatori.

Como: striscione di FN contro Don Giusto

Nella giornata di ieri, è stato riscontrato un nuovo intervento del gruppo di Forza Nuova, che vede protagonista anche in questo caso chi presta aiuto ai rifugiati e l'intolleranza verso i medesimi. Nella notte è comparso uno striscione presso l'oratorio di Rebbio, che esorta il parroco della zona ad ''occuparsi di Chiesa e non di politica'', definendolo ''Don (in)Giusto''.

Il prete ha ricevuto anche un volantino, nel quale lo si accusa di trarre un business dall'accoglienza dei migranti, mascherando il guadagno con finto ''buonismo'' e ''carità cristiana''. Nonostante l'offesa ricevuta, il diretto interessato non ha voluto riferire alcun commento, lasciando la parola al vescovo di Como, che si è detto tuttavia ''vicino'' a coloro che hanno compiuto e rivendicato il gesto.

Monsignor Oscar Cantoni ha posto l'attenzione sulla ''necessità di recuperare toni sereni e pacati nel dibattito e nel confronto fra idee differenti'' e ha sottolineato che la Chiesa non agisce per ''scelta politica, ma esclusivamente per scelta pastorale, nella sua missione a vantaggio di tutti''.