In questi giorni di festività natalizie, Papa Francesco ha lanciato un forte messaggio alla comunità cristiana: 'Meglio essere atei e non credere in Dio che essere cristiani che vanno ogni domenica in chiesa ma odiano il prossimo'. Secondo il pontefice è stato definito 'scandaloso' il comportamento di alcune persone che a parole si professano cristiani e, pur frequentando con assiduità i luoghi di culto e la casa di Dio, parlano male della gente. Il Santo Padre definisce l'atteggiamento di costoro come 'una cattiva testimonianza di fede'. Parole pesanti, dunque, quelle pronunciate dal capo della città del vaticano in occasione della prima udienza generale del nuovo anno, tenutasi nell'aula Paolo Sesto ieri, mercoledì 2 gennaio 2018.

Il vero cristiano

Papa Bergoglio ha condannato aspramente l'atteggiamento ipocrita di molti falsi cristiani, fornendo una sorta di identikit del fedele esemplare: 'Il vero cristiano - ha spiegato Sua Santità - non è colui che si dimostra più buono e bravo rispetto alle altre persone. Il vero cristiano è colui che è consapevole di essere un umile peccatore, proprio come tutti. Il cristiano autentico è semplicemente l'uomo che riflette dinanzi alla rivelazione di un Dio pratico, concreto, che non reca un impronunciabile nome, ma che chiede ai propri figli di invocarlo con l'appellativo di 'Padre', di rinnovarsi per opera della fede, riflettendo un raggio di bontà in un mondo estremamente assetato di bene'.

Nessuna morale complessa, dunque, o troppo difficile da applicare nella realtà umana.

“Il Vangelo è rivoluzionario”

Centro del discorso di Papa Francesco, così come da alcune settimane, è 'Il padre nostro', che Bergoglio definisce come una preghiera che ci ha insegnato Gesù per non farci pregare come ipocriti o pagani, come gente che va in chiesa ogni giorno a tessere preghiere atee solo per 'farsi ammirare'.

Partendo dal cosiddetto 'Discorso della montagna' pronunciato da Gesù, quello delle Beatitudini, il pontefice spiega: «Cristo dona la felicità ad alcune categorie che, allora come oggi, non godevano di molta considerazione: i miti, i poveri, i misericordiosi, gli uomini umili di cuore'. 'In queste parole' - commenta il Papa - si percepisce la portata rivoluzionaria del Vangelo e del verbo di Gesù, che rovescia i valori della Storia. Il Vangelo non ci lascia quieti: ci spinge, ci sprona: è rivoluzionario'.