Passano i giorni e diminuiscono sempre più le speranze di ritrovare vivi Daniele Nardi e Tom Ballard. Da domenica scorsa, quando si sono interrotti i contatti telefonici ed i segnali GPS, non si hanno più notizie dei due alpinisti impegnati sul Nanga Parbat. Il maltempo sta ulteriormente rallentando le operazioni di soccorso: il forte vento e le burrasche di neve impediscono agli elicotteri di alzarsi da Skadu.

Si attende un miglioramento delle condizioni per riprendere i voli. In più in queste ore sono emersi nuovi problemi: le autorità militari hanno negato le autorizzazioni, in seguito alla richiesta dell’esborso di 60 mila dollari in contanti da parte dell’agenzia Askari che ha in concessione l’utilizzo dello spazio aereo in Pakistan.

L’ambasciatore italiano a Islamabad Stefano Pontecorvo ha dovuto risolvere in tutta fretta questo nuovo imprevisto.

Alex Txikon pronto a partire con i droni

Quindi, attraverso le garanzie fornite dal diplomatico italiano, con il supporto finanziario della famiglia Nardi e dello sponsor di Ballard, le ricerche potranno riprendere al più presto, nonostante la situazione difficile, resa ancora più complicata dai rapporti sempre più burrascosi tra India e Pakistan.

Nelle scorse ore un gruppo di quattro volontari russi, che si trovano attualmente nel campo base del K2, avrebbero dovuto essere trasportati fino allo Sperone Mummery, sul versante Diamir, nei pressi della zona in cui Daniele e Tom sono scomparsi.

Ma le abbondanti nevicate ed il rischio valanghe hanno sconsigliato questa scelta. Si è deciso di allertare il basco Alex Txikon con altri tre compagni di cordata: questa nuova squadra possiede anche dei droni che potranno volare tra le nubi e facilitare così le operazioni di soccorso.

La spedizione di Alì Sadpara

Nel frattempo un gruppo di scalatori pakistani guidati da Alì Sadpara hanno deciso di partire via terra dal campo base del Nanga Parbat.

La cordata ha iniziato a salire verso il piede dello sperone, portandosi con molta fatica – vista la neve fresca – fino al Campo 1, oltre i 5000 metri.

A causa del pericolo di valanghe, difficilmente potranno avanzare ulteriormente e raggiungere la tenda arancione di Nardi e Ballard, scoperta nei giorni scorsi a 5.715 metri, nei pressi del Campo 3.

Il pessimismo di Reinhold Messner

Il celebre alpinista Reinhold Messner, che nel 1970, ha perso il fratello Günther su quelle vette, si dichiara pessimista sulle possibilità di trovare vivi Nardi e Ballard: intervistato dal Messaggero, spiega che con ogni probabilità i due sono deceduti dopo essere stati travolti da una valanga di blocchi di ghiaccio staccatisi dalla cima allo sperone.

Inoltre aggiunge che i dispersi potrebbero sopravvivere al massimo per due settimane in quelle condizioni, solo nel caso che fossero riusciti a ripararsi in una tenda o in un crepaccio, con un sacco a pelo. Infine Messner critica apertamente la scelta da parte dei due di quell’itinerario, così pericoloso da affrontare nella stagione invernale.