Il tribunale di Prato ha condannato a quattro anni e quattro mesi di reclusione l'ex parroco della chiesa di San Rufignano a Sommaia di Calenzano, Don Paolo Glaentzer, di 71 anni, in merito all'accusa di violenza sessuale ai danni di una bambina di appena 10 anni. La sentenza, emessa al termine di un processo con rito abbreviato (dunque scontata di un terzo della pena) ha sancito anche un risarcimento di 50mila euro nei confronti della vittima e anche verso il Comune di Calenzano, mentre dal provvedimento sono stati esclusi i genitori della piccola.

Il sacerdote (che dal mese di luglio dello scorso anno si trova agli arresti domiciliari) è stato raggiunto anche da un'interdizione perpetua nell'avvicinarsi e frequentare scuole e istituti dove ci sono dei soggetti di minore età.

Scoperto mentre era in auto con la bambina

Don Paolo Glaentzer, nel luglio dell'anno scorso, poco dopo le ore 22 fu avvistato da un passante mentre si trovava in macchina in una zona buia di Calenzano (nei pressi di Firenze) insieme ad una bambina di 10 anni. L'uomo, dopo aver visto il 71enne semi-nudo in atteggiamenti intimi con la piccola, aprì immediatamente lo sportello della vettura, fece uscire la bimba e lanciò un grido per mettere in allarme i residenti della zona.

Un gruppetto di persone inferocite corse verso l'auto e il prete rischiò seriamente il linciaggio ma fu "salvato" dai carabinieri intervenuti sul posto. Arrestato in flagranza di reato per violenza sessuale, durante l'interrogatorio il parroco confessò agli inquirenti di essersi appartato più di una volta con la bambina, aggiungendo che considerava quel rapporto come una sorta di relazione affettiva, dicendo che era stata la bimba ad assumere l'iniziativa.

L'avvocato del sacerdote non ha rilasciato dichiarazioni

L'avvocato di Don Paolo Glaentzer ha abbandonato l'aula del tribunale di Prato ancora prima che fosse letta la sentenza e, al contempo, non ha rilasciato alcuna dichiarazione alla stampa. Nel corso del procedimento giudiziario anche la Diocesi di Firenze si è costituita parte civile, e il legale Paolo Ghetti ha affermato che questa è stata la prima volta in cui un'arcidiocesi ha assunto una posizione di questo tipo contro un suo prelato.

Il procuratore capo di Prato, Giuseppe Nicolosi, ha affermato che l'iniziativa presa dalla Diocesi di Firenze rappresenta un segnale importante, ovvero: "Una presa di coscienza della Chiesa sulla pedofilia in seguito alle iniziative di Papa Francesco".