C'è una 'black list' che sta sollevando un polverone perché sommerebbe più reati: diffamazione, violazione aggravata della privacy, minacce ed estorsione. Un collettivo di rider milanesi addetti alla consegna di cibo ha 'festeggiato' il giorno che celebra la liberazione dal nazifascismo in un modo inusuale: ha pubblicato sulla pagina Facebook 'Deliverance Milano' una personale lista di proscrizione: 25 personaggi famosi tacciati d'essere spilorci perché ordinerebbero cibo a domicilio senza mai lasciare la mancia.

Tutti nomi celebri: Fedez e Chiara Ferragni, dj Albertino, il rapper Marracash e Clementino, Fabio Rovazzi, i calciatori Leonardo Bonucci, Gonzalo Higuain e Philippe Mexes, la coppia Mauro Icardi e Wanda Nara, Platinette.

Tra di loro, c'è chi parla di fake news. Più dell'accusa di tirchieria, ha sconvolto i diretti interessati una minaccia: "Sappiamo cosa mangiate, dove abitate, che abitudini avete". E c'è chi come Fedez dalla Polinesia dove è in vacanza, ha duramente replicato alle accuse.

Rider contro vip, una 'provocazione'

Cantanti ed influencer, star di Instagram, calciatori, attori, dj: tante celebrità prese di mira dai rider, sarebbero accomunate dal fatto di ordinare regolarmente con delle app cibo a domicilio per poi non lasciare mai al fattorino di turno una ricompensa, "neanche in caso di pioggia", come è scritto sul post comparso lo scorso 25 aprile sulla pagina Facebook 'Deliverance Milano'.

Per la prima volta, i rider di Milano hanno abbracciato una singolare forma di lotta: fare nomi e cognomi di personaggi famosi 'colpevoli' di una presunta tirchieria.

Una categoria, quella dei fattorini che pedalano per le strade delle nostre città prevalentemente per portare cibo, simbolo della precarietà lavorativa e del 'caporalato digitale' dei nostri tempi, che però finora aveva cercato di portare avanti rivendicazione di giusti diritti e richieste d'inquadramento contrattuale in aule di tribunale o presso il ministero del Lavoro, in attesa delle tutele promesse dal ministro Luigi Di Maio.

Stavolta ha messo alla gogna personaggi famosi con minacce, secondo alcuni neanche troppo velate.

Dopo le dichiarazioni pubblicate dal sindacato autonomo dei fattorini che si definisce in agitazione permanente, si è allarmata e mobilitata l'AssoDelivery che rappresenta Deliveroo, Foodora, Glovo, Uber eats, Just eat, MyMenu, le principali piattaforme di 'food delivery', il sevizio di consegna pasti a domicilio.

AssoDelivery si è detta sconcertata per la violazione della riservatezza dati dei clienti e per le minacce dei rider e ha comunicato di aver segnalato alle autorità competenti lista nera e testo connesso. Per stemperare almeno in parte l'effetto del post del 25 aprile ne è stato prodotto un altro in cui si dice che si è trattato di una 'provocazione' e che il problema non sono le mance, ma il traffico dei dati, il commercio delle piattaforme, cioè la mole di informazioni provenienti dai profili tanto degli utenti quanto dei lavoratori che possono essere rivendute ad altre aziende. Per questo, il 1° maggio hanno organizzato uno sciopero a Milano, mentre le piattaforme annunciano provvedimenti, compresa l'interruzione di rapporti con chi è coinvolto in azioni illegali.

La reazione di Fedez e di altri vip

Il caso, ben oltre il gossip, condensa complesse problematiche del nostro tempo: dal lavoro precario alle nuove forme di lotta, dalle fake news all'odio sociale. Il rapper Fedez tirato in ballo, con una storia su Instagram è passato al contrattacco per sottolineare l'infondatezza della notizia che lo riguarda, e dire che la lista "puzza di fascio". Ritiene che la mancia rappresenti "il non plus ultra dello sfruttamento del capitalismo". Obbligatoria negli Usa, è facoltativa in Italia. Per il famoso coniuge dell'altrettanto celebre influencer Chiara Ferragni, inoltre, spostare una lotta sulle mancette, è quanto di meno di sinistra e di lotta di classe possa esserci: la fonte di reddito di un lavoratore non può venire da una ricompensa di un cliente.

Platinette, al secolo Mauro Coruzzi, rivendica la libertà di non dare alcuna mancia considerandola già compresa nel prezzo, e dice di aver cancellato dallo smartphone tutte le app per le consegne di cibo a domicilio. Sulla pagina del collettivo politico di precari e fattorini attivi nel delivery food, è in corso un acceso dibattito tra gli utenti: in molti ritengono che la mancia non sia da confondere con il reddito e che ogni persona è libera, indipendentemente dal suo stato economico, di dare o non dare una regalia, altrimenti diventa estorsione. In molti contestano la forma di lotta scelta, perché sfocia nell'illegalità e prende di mira i clienti invece che le aziende che sfruttano e sottopagano la manodopera della 'gig economy', la cosiddetta 'economia dei lavoretti'.