Aveva ottenuto delle fotografie di un adolescente nudo accompagnate da messaggi a sfondo sessuale ed ha abusato di 10 bambini di età compresa fra gli 11 e i 13 anni. Per questo l'ex prete foggiano Gianni Trotta dovrà scontare 20 anni di reclusione. La sentenza di condanna arriva dalla Corte di Appello del Tribunale di Bari, la quale ha confermato ed aumentato la pena già inflittagli dal Tribunale di Foggia. I reati di cui si è macchiato sono atti sessuali su minore, adescamento e detenzione di materiale a sfondo pedopornografico.

Atti con minori, ex sacerdote condannato

Era conosciuto come don Gianni, l'ex sacerdote foggiano Gianni Trotta, ed era stato ridotto allo stato laicale per aver commessi crimini contro bambini nel 2012. L'uomo ha abusato di un ragazzino estorcendogli delle fotografie a sfondo pedopornografico e, durante alcuni mesi del 2014, ha violentato 10 bambini fra gli 11 e i 13 anni. Per questo, il Tribunale di Foggia lo aveva condannato in primo grado a 18 anni di reclusione, tenendo in considerazione soltanto 9 delle sue vittime. Ora la Corte di Appello del Tribunale di Bari ha tenuto conto della decima vittima e ha riconosciuto il vincolo della continuazione, aggiungendo 2 anni rispetto al periodo detentivo iniziale.

Quattro anni sono già stati scontati dal sacerdote. Gli inquirenti della Polizia Postale, che hanno studiato il caso coordinati dai pm Simona Filoni e Domenico Minardi, hanno il merito di essere riusciti a fare chiarezza su questa triste quanto agghiacciante vicenda. Le accuse che sono state mosse contro Gianni Trotta sono di violenza sessuale aggravata, produzione e diffusione di materiale pedopornografico e adescamento di minori.

Il prete faceva l'allenatore di una squadra di calcio per bambini

Gianni Trotta era dirigente ed allenatore di una squadra per bambini di una società sportiva del luogo e, approfittando della fiducia che i piccoli riponevano in lui insieme a quella dei rispettivi genitori, li portava a casa sua, abusava di loro e li fotografava durante le violenze.

Poi diffondeva questo raccapricciante materiale in chat, con dei messaggi che lasciavano poco spazio a fraintendimenti esattamente come quelle immagini. Inizialmente era stato allontanato dalla stessa società calcistica, tanto che all'interno della cerchia delle autorità religiose erano a conoscenza della sua condotta pedofila. Purtroppo però non è stata fatta alcuna denuncia e chi sapeva ha mantenuto il silenzio anche dopo la riduzione dello stato laicale del prete permettendogli, in tal modo, di continuare ad agire indisturbato e lontano dagli occhi della legge.