Non è facile parlare di migrazione in un tempo storico particolarmente delicato, nel quale anziché provare a capire i perché di una vicenda così dolorosa e controversa, si tende ad alzare i toni e a confondere ancora di più le idee di chi vorrebbe vederci più chiaro, in una guerra a chi ha torto o ha ragione, a chi è contro o a favore dei flussi ininterrotti di persone che lasciano la propria terra per motivi svariati e non certo banali. Fare luce su questa delicata problematica è uno degli scopi del progetto ‘Muselakwakaba’ (ovvero "Colui che si sposta"), promosso dal Comune di Lucca e in particolare dall’assessora Ilaria Vietina, in collaborazione col Forum della cooperazione internazionale, e con protagonista l’attore lucchese Marco Brinzi.

‘Muselakwakaba’, un progetto del Comune di Lucca sulla migrazione

Il progetto 'Muselakwakaba', che ha coinvolto finora diversi istituti superiori lucchesi, è partito nello scorso mese di febbraio e si concluderà il 7 marzo prossimo presso i locali dell'Istituto 'Carrara'.

Intanto, nella giornata di ieri, presso il CRED (Centro Risorse Educative e Didattiche) di Via Sant’Andrea, l’evento ha visto protagoniste le classi seconde e prime dell’Istituto ‘Giorgi’, accompagnate dalle docenti Callipari, Masini, Mattei, Milazzo, Pisani, Romaniello ed Orsucci.

In un approccio totalmente interattivo, con la viva partecipazione degli alunni presenti, Brinzi ha cercato di far capire ai ragazzi quali siano le motivazioni che portano i migranti ad abbandonare la propria patria, i propri affetti, tutto ciò che di più caro possiedono, intraprendendo un viaggio nel buio verso l’Europa, verso una speranza di vita e di dignità.

Molti i quesiti posti ai giovani discenti per invitarli a mettersi nei panni di chi ha vissuto esperienze così intense e ricche di privazioni: "Cosa significa privarsi di tutto ciò che si ha?", "Cosa significa lasciare la propria terra per avventurarsi in un percorso pieno di incognite e pericoli?", "Cosa possiamo fare realmente noi, nel nostro piccolo, per aiutare queste persone che scappano da un incubo?".

Tante e svariate le risposte dei ragazzi che hanno dimostrato interesse ed empatia verso la problematica e che saranno invitati a un approfondimento in classe attraverso la realizzazione di disegni, video, testi e foto a tema che saranno successivamente esposti presso il loggiato di Palazzo Pretorio.

Testimonianze di vita vera: grande commozione

La mattinata è proseguita con la visione di alcuni video della Marina militare, ritraenti episodi di salvataggio in mare, e con le testimonianze dirette dei protagonisti, un gruppo di ragazzi giovanissimi, provenienti da diversi Stati africani, che hanno raccontato di aver sopportato le peggiori barbarie che un essere umano possa subire. Hanno narrato di violenze di ogni genere, soprusi ed efferatezze somiglianti a trame di film dell’orrore, ma che riflettono, invece, frammenti di vita vera di un’umanità calpestata e frantumata, messa al tappeto da individui impropriamente degni di essere chiamati uomini.

Grande la commozione da parte di tutti gli alunni, con gli occhi sgranati, lucidi ed increduli di chi pensava che quelle ascoltate al telegiornale fossero solo storie lontane di persone disperate che poco li riguardavano, ma quelle storie sentite ieri sono, invece, persone, vite, emozioni, sono lame nel cuore che non possono lasciarci indifferenti, perché l’indifferenza, quella sorda, di chi non ha più orecchie per ascoltare, di chi si volta dall’altra parte, fa rumore come il fragore di un tuono che esplode in un cielo di disumanità.