Per qualcuno il suo fu il "governo dei professoroni". Una sorta di espressione tesa a manifestare il disprezzo per un esecutivo di "tecnici" scevro da interessi politici che venne chiamato in causa per salvare il paese da un crack finanziario attraverso politiche di austerity e di innalzamento dei tributi. Il riferimento va naturalmente a Mario Monti che non ha mai ricevuto grandi complimenti per il suo operato da parte di un governo che, invece, va in una direzione totalmente opposta a quella che venne intrapresa dal suo governo che non a caso fu quello che mise in atto la legge Fornero sulle pensioni, demonizzata da Lega e Movimento Cinque Stelle.

E il senatore a vita, chiamato in causa ad esprimersi sulle strategie dell'attuale esecutivo gialloverde, non è a sua volta tenero. Il suo intervento, nel corso della trasmissione Circo Massimo in onda su Radio Capital, non ha fatto eccezione.

L'Italia ha rischiato la procedura di infrazione

L'Italia scegliendo di limitare il debito al 2,04% nel rapporto deficit/pil per la legge di bilancio sembra aver trovato l'intesa con l'Europa, scongiurando l'ipotesi di una procedura d'infrazione dell'Ue per eccesso di debito. Proprio su quest'aspetto Monti è stato sollecitato a dire la sua. "L'Italia - afferma - ha accettato il ruolo delle istituzioni europee ed il sistema di governo dell'Euro. Quelle cose che questo governo contestava aspramente e quelle, unite ad una politica estera sbagliata, che ha determinato un isolamento in Europa, ci avevano portato molto vicini ad una procedura di infrazione.

Credo che rimangano molte magagne".

Monti benedice il ruolo di Tria

Ci si chiede a questo punto se i mercati si fideranno della tenuta italiana: "Per ora si fidano. Vedremo cosa succederà. Da un punto di vista economico, la mia valutazione nei confronti della manovra resta negativa. Fa parecchio per la redistribuzione del reddito non gravando i ricchi di tasse maggiori, ma gravando gli italiani del futuro di un debito maggiore.

Questa manovra non mette in moto meccanismi di di crescita per il Paese".

Gli si chiede, a quel punto, quanto siano lontani i tempi in cui Di Maio si affacciava al balcone ed esultava per l'abolizione della povertà: "Sono vicinissimi, ma lontani quei tempi. Un signore che era stato un po' pugnalato all'interno di Palazzo Chigi, ossia il ministro Tria, pesantemente picchiato e sconfitto quella sera, forse aveva finto di essere morto per evitare altre pugnalate, ma abbiamo visto che non era morto e con l'aiuto dell'Unione Europea si è arrivati alle giuste posizioni.

Avrebbe potuto gestire diversamente quella fase, ma Tria ha dimostrato non piccole capacità di resurrezione. Lui c'ha dimostrato l'importanza della realtà, lui era in linea con essa, molto più di quanto non fossero i due esuberanti partiti al governo. Loro hanno dovuto piegarsi, perché Tria conosce la materia e non è un dilettante presuntuoso come altri membri del governo'.