Sul reddito di cittadinanza ormai tutto appare chiaro almeno per quanto concerne i requisiti di accesso. Con il decreto che lo contiene ormai in procinto di superare l’ultimo step del Senato (altro voto di fiducia dopo quello della Camera e testo bloccato) e di essere pubblicato in Gazzetta, sulla misura i dubbi riguardano gli importi che si andranno a percepire. A molti in effetti non è chiaro quanto finirà nelle loro tasche una volta entrati nel progetto. A fugare i dubbi sul sito del governo sono state rese pubbliche le tabelle degli importi erogabili con la nuova misura.

Tabelle esaustive differenziate per componenti il nucleo familiare e con diversi esempi che fanno capire meglio le cifre reali del sussidio.

Gli importi del reddito di cittadinanza

In tema di reddito di cittadinanza fin dalla stesura del provvedimento si parla sempre di 780 euro al mese. Questo importo è quello relativo alla soglia della povertà stabilito dall’Istat. Durante le limature al provvedimento, si è deciso di stabilire in 500 euro l’importo del sussidio vero e proprio e di lasciare i 280 euro di differenza, come contributo per l’affitto. In pratica, 780 euro in base alle tabelle è solo per un single che abita in affitto e non ha casa di proprietà. Per lo stesso soggetto, se la casa dove abita fosse sua, il sussidio scenderebbe a 500 euro.

Gli importi variano in base ai componenti il nucleo familiare. Così per esempio una famiglia composta da un adulto ed un bambino percepirebbe 880 euro di sussidio totale, di cui 600 come integrazione reddituale e 280 come affitto imputato. Per due adulti o un adulto e due minorenni, 100 euro in più e quindi 980 euro totali in assenza di casa di proprietà.

Per famiglie composte da 3 adulti, oppure da due adulti e due minori, 1.180 euro al mese. Due adulti ed un minorenne o un adulto e 3 minorenni invece percepirebbero 1.080 euro al mese: gli importi più elevati previsti sono appannaggio di famiglie più numerose. Così una famiglia con 3 adulti ed un minore piuttosto che una con due adulti e 3 minorenni finirebbe per incassare 1.280 euro al mese.

La soglia massima prevista dalle tabelle è pari a 1.330 euro al mese ed è appannaggio di nuclei familiari compositi da 4 adulti, da 3 adulti e 2 minori o ancora più numerose.

I coefficienti

Oltre all’affitto, effettivo o imputato, anche l’eventuale mutuo è considerato nel reddito di cittadinanza. Nel caso di abitazione principale di proprietà, gravata però da un mutuo, ci sarebbe da aggiungere 150 euro al mese come contributo per il mutuo, facendo salire il contributo erogato da 500 a 650 euro per un single, tanto per fare un esempio. È naturale che le cifre prima descritte si riferiscano al contributo massimo erogabile partendo da soggetti con reddito zero. Il sussidio infatti è una integrazione reddituale offerta alle famiglie o ai singoli.

Un soggetto solo che ha redditi pari a 500 euro al mese, senza casa di proprietà riceverà solo 280 euro di reddito di cittadinanza. Il beneficio economico della misura è calcolato in base a coefficienti con il quale va trattato l’indicatore della povertà che è fissato a 6.000 euro. Il coefficiente massimo di una famiglia non può superare 2,1. Per il soggetto che richiede il sussidio, il capofamiglia, il coefficiente è 1. Per i componenti maggiorenni 0.4 e per i minorenni 0,2. In pratica, si moltiplica il coefficiente per i 6.000 euro dell’indicatore della povertà. Quanto si ottiene di risultato, va sottratto al reddito della famiglia ed eventualmente va aggiunto l’affitto imputato annuale di 3.360 euro o il mutuo da 1.800 euro all’anno. Il risultato finale diviso per 12 mesi da l’esatto importo che spetta alla famiglia.