Ancora niente di ufficiale per quanto riguarda la previdenza sociale e la riforma di cui quotidianamente si parla. Tutto ancora ipotetico e figlio di indiscrezioni e dichiarazioni provenienti dalla politica italiana. Quota 100 sembra la misura con cui il Governo inizierà a mettere mano alla previdenza, con discrete possibilità che venga inserita già nella prossima manovra di fine anno per entrare in vigore a gennaio 2019. Quota 41 invece potrebbe slittare all’anno successivo, così come l’eventuale riavvio di opzione donna. Resta il fatto che mai come adesso, la riforma Fornero sembra iniziare a vacillare, perché le misure in cantiere sono importanti.

Adesso però questi provvedimenti vanno predisposti e coperti dal punto di vista finanziario ed iniziano ad arrivare propose al Governo su come bisognerebbe apparecchiarli.

Nessuna differenza di genere

Fratelli d’Italia, partito che faceva parte della coalizione di Centro Destra che ha portato al Governo la Lega e Matteo Salvini propone al Governo una opzione donna senza differenze di genere. In pratica, il partito di Giorgia Meloni chiede che, tra le misure da inserire nel panorama normativo della previdenza sociale italiana, venga inserita opzione donna estesa anche agli uomini. Si tratterebbe di allargare il campo di applicazione della misura che prevede la pensione anticipata con 57/58 anni di età e 35 di contributi.

Una misura già sperimentata un paio di anni fa e che adesso è entrata nel programma di Governo che sembra intenzionato a valutarne il rilancio. La misura di pensione anticipata prevede il calcolo contributivo della pensione che per le donne che hanno già fruito della misura ai tempi della sua sperimentazione, ha significato un taglio di assegno tra il 25 ed il 35%.

La misura è una di quelle che costerebbe poco al Governo, almeno nel medio lungo periodo, visto il netto taglio di pensione a cui sarebbero sottoposti coloro che la richiederanno. A fronte di un evidente aumento di spesa pubblica conseguente all’anticipo di pensione concesso, negli anni tale misura comporterebbe un netto risparmio per il Governo.

Il PD torna alla carica

Anche i Dem, in questa fase hanno messo voce sulla previdenza. Damiano e Orlando, entrambi ex Ministri dei Governi PD, anche se sottolineano dubbi relativi alle coperture finanziarie della riforma, di cui l’attuale Esecutivo non parla mai, propongono una loro versione di quota 100. Se per il Governo Conte sembra certo che quota 100 sarà fruibile a partire dai 64 anni, per Damiano l’età minima di uscita con la nuova misura dovrebbe essere a 63 anni. Sempre l’ex Ministro nella conferenza stampa di presentazione della proposta ha ribadito il fatto che quota 100 non è novità assoluta perché già nel suo DDL 857, che ancora giace in parlamento, la quota 100 aveva fatto capolino.

Per il PD in pratica, ok a quota 100, ma un anno prima ed alla stessa età dell’Ape. Sull’anticipo pensionistico inoltre, i Dem chiedono di prorogare la misura oltre la scadenza fissata al 31 dicembre 2018 e di renderla strutturale. Sempre nella riforma inoltre, andrebbe inserita una nona salvaguardia esodati, questa volta definitiva.