A pochi giorni dal varo della legge di Bilancio, una delle misure più attese, cioè il reddito di cittadinanza presenta ancora dubbi ed incertezze. Se Di Maio ed i suoi continuano a pressare il Ministero dell’Economia sul varo della misura, il titolare del dicastero, Giovanni Tria, continua ad invocare prudenza. La ristrettezza dei conti pubblici secondo il Ministro dell’Economia è fattore da tenere in considerazione in vista di avviare una misura molto onerosa per le casse dello Stato. Le ipotesi continuano a susseguirsi incessantemente, con “Repubblica” che qualche giorno fa uscì con un articolo che sottolineava la nuova linea intrapresa dal governo per il reddito di cittadinanza che scendeva a 300 euro al mese come importo da erogare ai beneficiari del sussidio.

Dal Movimento 5 Stelle un comunicato ufficiale ha preso le distanze da quanto asserito da quotidiano, soprattutto sulle cifre di cui parlava l’articolo. Piuttosto, sempre alla ricerca di risparmiare sulla misura in termini di spesa pubblica, si inizia ad ipotizzare il varo della misura limitato come platea di soggetti a cui erogarla.

Platea dei beneficiari e probabili limitazioni

Pochi soldi disponibili ma le polemiche in seno alla maggioranza di cui si vociferava in queste ultime giornate sono state smentite dai vertici del Movimento 5 Stelle. Ne dà notizia un articolo del “Corriere della Sera”, con i “grillini” che si dichiarano consapevoli delle difficoltà a coprire la misura che pertanto, deve essere introdotta in maniera graduale nell’ordinamento.

Spunta così l’ipotesi di prevedere la misura a vantaggio di una platea che almeno inizialmente deve essere ridotta. Una situazione simile alle altre priorità che l’esecutivo deve mettere in manovra finanziaria, come per le pensioni o la flat tax che tanto sta a cuore alla Lega. L’indirizzo dell’esecutivo pertanto, appare quello di dare vita a tutte le misure di cui tanto si parla e che sono state promesse fin dalla campagna elettorale, ma saranno misure varate in maniera più leggera di quanto inizialmente previsto.

Quando parte il reddito di cittadinanza? Alla domanda non è ancora possibile dare risposta, perché siamo nel campo delle ipotesi sia per la data di partenza della misura che per quanto concerne l'apparato tecnico della misura stessa.

I numeri in vista della manovra

La legge di Bilancio, in attesa che la nota di aggiornamento del DEF prevista per il 27 settembre chiarisca meglio le dotazioni disponibili, dovrebbe avere una portata di 30 miliardi.

Una manovra molto importante quindi, anche se tra i 12,5 ed i 13 miliardi saranno utilizzati solo per bloccare l’aumento dell’Iva previsto dalle clausole di salvaguardia. Più nel dettaglio, si dovrebbero spendere 5 miliardi per la flat tax, 2 per le spese non differibili, 7 per le pensioni e quindi per quota 100 ed 8 per il reddito di cittadinanza. Oltre ai soldi che il governo dovrebbe inserire nella manovra, si conta di recuperare soldi anche dai tagli del sistema previdenziale, dalle riduzioni delle detrazioni fiscali e dalla nuova rottamazione delle cartelle prevista dalla Pace Fiscale. La via dove si muove l’esecutivo per il reddito di cittadinanza pertanto è stretta. Una mozione approvata e firmata da Francesco D’Uva e Riccardo Molinari, rispettivamente per M5S e Lega (gli stessi della proposta di legge sul taglio delle pensioni d’oro) dice come funzionerà il reddito di cittadinanza.

L’atto sprona il governo ad assumere iniziative per istituire il reddito di cittadinanza, quale misura per il contrasto alla povertà, alla diseguaglianza e all’esclusione sociale, in primo luogo creando un parametro specifico che fissi reddito e patrimonio da considerare nello stabilire quale sia la soglia della povertà. Inoltre, si spinge l’esecutivo ad assumere iniziative volte a stabilire condizioni di accesso al benefit e condizioni tese a garantire l’erogazione del reddito di cittadinanza soltanto ai cittadini italiani. Inoltre si indica in 780 euro al mese l’importo del sussidio per soggetti disagiati, lo stesso importo da garantire a pensionati che percepiscono pensioni minime.