Sul tema Pensioni e sul difficile momento politico che sta attraversando il Governo di Luigi Di Maio e Matteo Salvini, è tornato all'attacco il Presidente dell'Inps, Tito Boeri. La riforma pensionistica varata dall'esecutivo gialloverde, unitamente alla manovra finanziaria per il prossimo anno già bocciata dall'Unione Europea, non piace assolutamente al numero uno dell'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale. Lo ha detto a chiare lettere in un'intervista pubblicata sul numero di oggi del giornale 'Il Foglio'.

Pensioni, Boeri: 'Di Maio o Conte non mi hanno sfiduciato, Salvini non ha un rapporto diretto con me'

Si è parlato molto nelle scorse settimane di possibili dimissioni di Tito Boeri, soprattutto alla luce del fatto che il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, più di una volta ha spinto verso questa direzione: 'Salvini non ha un ruolo diretto rispetto alle cose di cui mi occupo' è stata la lapidaria risposta di Boeri alla domanda, precisando, inoltre, che se venisse convocato dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte o dal Ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, e gli fosse comunicata la sfiducia, Boeri non esiterebbe un solo secondo a presentare le proprie dimissioni.

'Pensioni d'oro e quota 100 sono due cose che vanno in due direzioni diametralmente opposte' ha affermato il Presidente dell'Inps, sottolineando come da una parte, si penalizzino le pensioni più alte con correzioni attuariali in relazione all'età e dall'altra, invece, si spingano le persone ad andare in pensione senza riduzione attuariale.

Boeri parla di 'paradosso' sul divieto di cumulo di reddito per Quota 100

Boeri ha espresso tutte le proprie perplessità anche in merito al divieto di cumulo di reddito che il governo vorrebbe introdurre come paletto per la richiesta di Quota 100: 'E' un paradosso aumentare la spesa per le pensioni e nello stesso tempo aumentare le risorse per controllare che quelle stesse persone non lavorino e non paghino i contributi: siamo in un Paese con problemi di occupazione, è assurdo spendere risorse per non far lavorare la gente'.

Il presidente dell'Inps ha criticato anche il pensiero dei vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini in merito alla cosiddetta 'staffetta generazionale alla pari', ovvero per ogni pensionato in più, un posto di lavoro in più per i giovani. 'Con la riforma Fornero per ogni tre persone bloccate al lavoro c'è stata l'assunzione di un giovane in meno' ha affermato Boeri. Il rapporto, quindi, era 'tre a uno', oggi si parla di uno a uno o addirittura di uno a tre.